Il georgiano Alexandre Koberidze interroga l'atto del vedere, invitando lo spettatore a chiudere gli occhi: il cinema porta a compimento la sua magia. In gara a Berlino 71
di Paolo Bertolin La Rivista del Cinematografo
Ci sono dei film-mondo che costruiscono, in quel che raccontano e in come lo raccontano, un'esperienza di realtà, fondata su una visione del mondo che l'autore condivide con il suo pubblico, invitandolo ad abbracciare un modo di vedere, sentire e forse amare quanto ci presenta.
Sin dal suo (splendido) titolo What Do We See When We Look At The Sky? (Cosa vediamo quando guardiamo il cielo?), il secondo lungometraggio del georgiano Alexandre Koberidze interroga l'atto del vedere, sustanziante il cinema, proiettando l'interrogativo sulla tavolozza più aperta e immaginifica, quella del cielo. [...]
di Paolo Bertolin, articolo completo (3528 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 3 marzo 2021