Mi chiedo perché si dica “cruda” di una cosa vera, forte, profonda. Definiamo crudi i film che ci lasciano un vuoto, una canzone che parla di morte, una foto di un bambino denutrito. Non mangiamo bistecche crude perché ci fanno venire l’indigestione. Non mangiamo la pasta cruda perché ci rompe i denti. Non vogliamo guardare in faccia la vita vera, cruda, per lo stesso motivo: non riusciamo a mandar giù la verità.
Questo è un film crudo, perché è vero. È reale. Nel mondo dell’alta borghesia, per definizione, tutta la vita gira intorno al capitale. Lascio mia figlia dai vicini anche se sono inaffidabili perché devo andare a lavoro o in palestra. Lascio che mia moglie vada a partorire da sola perché devo lavorare, lavorare, lavorare. E mentre lotto per la verità, scopo una ragazzina per assorbire il suo coraggio di piangere. La scopo solo perché voglio sentirmi vivo, perché voglio la verità.
E la verità non è che siamo tre “famiglie” lontane anni luce anche se separate da qualche metro di fredde mura. La verità è che anche se non parliamo, io vengo ad aiutarti a fare il primo bagnetto a tua figlia perché siamo unite dalla nostra solitudine, dal nostro bisogno di amore, di vicinanza. La verità è che Margherita Buy, nei panni di Dora, ritrova la sua umanità semplicemente uscendo dall’isolamento della sua vita (im)perfetta, (in)incompleta e toccando con mano una realtà in cui si riconosce minuscola rispetto al figlio che gli insegna la vita con uno sguardo. La verità è che lui ha bisogno di lei come lei ha bisogno di lui, nonostante questo lei non lo sappia, e si nasconda dietro il nero di un vestito che ormai le sta troppo stretto. Ma prima o poi abbiamo tutti bisogno di cambiare l’armadio, quando finalmente ci rendiamo conto che ci va tutto stretto, quando ci viene la nausea. Benedetta la nausea. Che ci fa finalmente scendere dal nostro terzo, secondo, o primo piano per godere del “tango clandestino” della vita. E ci fa capire che quella è la vita vera. E che senza l’amore ci sentiamo soli anche se viviamo in un condominio affollato. Solo l’amore mette in moto la vita: come Andrea che scatena l’inferno solo perché mette tutti di fronte alla ricerca incessante della verità vera. Come Andrea che poi se ne va. Scappa. Va a vivere in campagna isolato da un mondo che ci chiede sempre di correre. Va a vivere di amore. È felice. E finalmente può perdonare Dora, senza parlare.
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