Tre piani |
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Un film di Nanni Moretti.
Con Margherita Buy, Nanni Moretti, Alessandro Sperduti, Riccardo Scamarcio.
continua»
Titolo originale Tre piani.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 119 min.
- Italia 2021.
- 01 Distribution
uscita giovedì 23 settembre 2021.
MYMONETRO
Tre piani
valutazione media:
2,92
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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tre pianoforti scordatidi MAURIDALFeedback: |
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sabato 25 settembre 2021 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
UN FILM DI NANNI MORETTI : TRE PIANI .Quando si raccontano le esistenze di persone della borghesia di una città , che vivono in case e palazzi decorosi e di prestigio ,con interni arredati alla perfezione con un pizzico di ricercata raffinatezza, allora si può incontrare la vicenda di un un palazzo in una grande città, a tre piani, un condominio, con persone perbenissimo, che hanno in comune una disperata solitudine nelle famiglie in cui vivono . Ecco il film ultimo del regista Nanni Moretti ,è tratto da un romanzo di autore straniero e adattato da una sceneggiatura che non nasconde la difficoltà a narrare esistenze agiate ,i protagonisti sono giudici, architetti, professionisti, ma tutti attraversati da disagi psicologici, sia gli adulti vecchi padri e madri che soprattuto i giovani figli di queste famiglie che abitano nei tre piani del palazzo. Il film non è una commedia satirica, viene però facile ironia pensare ad un condominio abitato da pazzi e spostati, come forse è facile trovare nelle grandi città italiane. Intanto una felice trovata della sceneggiatura è quella di differenziare la follia o il disagio mentale proprio in tre livelli come veri piani differenti. Al primo piano, troviamo l’ ossessivo architetto , interpretato da Scamarcio al secondo, abita una madre giovane ma vedova bianca ,il personaggio di Alba Rohrwacher affetta da visioni, e fantasie come la sua vecchia madre ,ma senza un marito in casa perché.sempre in viaggio .Intanto però ha il tempo di fare due figli che cresce da sola. E infine al terzo piano il personaggio del giudice togato ovvero Nanni Moretti integro e controllato nel suo super io, che vive da anni con la moglie Margherita Buy anche lei giudice ma stonata e affetta da crisi materne poiché il loro giovane figlio è paradossalmente un delinquente. Infatti al rientro in casa da una serata di bevute ,investe con l’auto una donna e l’uccide. Tutte queste singole storie mentali , si intrecciano e si incontrano nei tre piani del palazzo scompaginando e confondendo appunto i vari piani narrativi e le singole vite.La vicenda è ancora più complicata quando entrano in scena una coppia di anziani dirimpettai dell’architetto. Il vecchio signore, soffre di Alzheimer e spesso intrattiene a giocare la sua piccola figlia quando la madre lavora .In seguito ad un banale contrattempo nel tenere la figlia il vecchio viene tacciato dal padre di abusi sulla bambina .Scamarcio interpreta bene il padre quando diventa ossessivo e paranoico nella convinzione della presunta violenza negata però dai fatti Meno convince quando è a sua volta stupratore della nipote dei due vecchi vicini. La storia si divide in due fasi di tempo a distanza di cinque anni, dunque nella prima, avvengono i fatti in premessa e nella seconda fase di altri cinque anni si snoda l’epilogo delle singole storie dove tutti gli adulti invecchiano o addirittura il giudice muore, e i bambini e i giovani diventano adulti tra mille incertezze e fragilità. Un caso a parte sono tutte le donne del film , la madre giovane visionaria e singola, aspetta sempre il marito, le due mogli sia del giudice che dell’architetto cercano di trovare un senso alle loro esistenze malgrado le avversità, e soprattutto le figlie e le nipoti che crescendo forse saranno consapevoli e sane di mente nonostante i genitori . Chi non si salva è appunto la figura del giudice e di sua moglie che fallisce come madre di un figlio condannato per omicidio che scontata la pena in galera esce e a sua volta rifà una famiglia sua a costo di rifiutare sua madre e non vederla più. Dunque un groviglio di vite nell’arco di un decennio, che non aiuta la buona speranza dello spettatore di risollevare lo spirito , dopo le depressioni e le psicosi rappresentate. A nulla vale il finale del gran ballo in strada citazione felliniana di otto e mezzo , per riprendere lo spettatore. Un film differente e poco morettiano, per alcuni motivi, uno, è senza ironia, due, è poco probabile in alcuni aspetti dei personaggi è infine ripetitivo e lento in molti passaggi del racconto. Dunque una attuale fase di serietà mortifera per il regista che alla splendida età dei sessantotto anni può ancora augurarsi una svolta ironico salvifica. Se lo augura anche il pubblico. (mauridal)
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