The French Dispatch

Caro clavius lei sembra il classico recensore che maschera dietro un''apparente e forzata consapevolezza degli strumenti di giudizio, un''assoluta mancanza di competenze per poter realizzare una buona analisi di film con contenuti di spessore. Sostenere che wes anderson sia uno di quei registi che non ha nulla da dire credo sia il prodotto di una mente non molto prestata al giudizio razionale e a muoversi con agevolezza in questi campi. "Un autore eccentrico quanto inutile" lo ha definito e già fa ridere così, come se queste parole provenissero da una fonte autorevole e qualificata, e quindi potessero godere di una certa legittimazione nell''essere proferite.
The French Dispatch è un film non perfetto, ma che in tutto pone sullo schermo lo stile, la tecnica, la sensibilità artistica, l''originalità, l''intelligenza e la scrittura di uno degli autori più innovativi e stilisticamente riconoscibili degli ultimi anni. Wes Anderson ha creato nel corso degli anni un personalissimo e autentico universo fatto di strategie espressive, forme nuove, espedienti tecnici e soprattutto estetici andando a configurare una poetica di primo livello nel contesto cinematografico.
Sono noiosamente prevedibili e scontate le critiche che possono essere mosse a questo film: come ha detto lei si può parlare di uno sterile esercizio di stile, oppure di un banale insieme di virtuosismi estetici e retorici, e ancora di un ambizioso gioco intellettualistico, ma la verità è che tali critiche non tengono conto di un fatto, che è proprio tutto questo a renderlo un film singolare e dotato di una stimabile individualità nel panorama cinematografico contemporaneo.
Probabilmente l''elemento più interessante del film non è tanto la componente visuale ed estetica (ossia la composizione delle scene, i colori, la geometricità, la fotografia, la proporzione e la prospettiva delle immagini di cui Anderson è un maestro), ma è qualcosa che raramente si ritrova in altri suoi film: ossia il cambio di registro. Questo film sa essere divertente, leggero, umoristico, ma sa anche virare consapevolmente, e in modo netto, nel triste e nel riflessivo, il che lo rende un'' opera di profonda qualità a livello emotivo, oltre ad essere un piacere per gli occhi.
Questo mio commento ovviamente non vuole elevare il film a qualcosa di universalmente apprezzabile, è noto come l''assenza di trama, l''eccessivo dialogismo, la grande dinamicità delle scene, i passaggi da realtà ad animazione, contribuiscano a rendere questo stile non fruibilissimo a livello generale, ma fornire come ha fatto lei un giudizio intriso di gusto soggettivo senza alcuna intenzione a contestualizzare, o almeno a dare una minima veste di ragionevole critica alle sue parole, è profondamente sbagliato.
Io rientro in una delle tre categorie, individuate da lei, di persone che hanno visto il film, di preciso tra quelli che per darsi un tono ne parlano con entusiasmo, ma c''è una sottile differenza: io, diversamente da quel che lei pretende di sapere, aspetto con ansia di poterlo rivedere una seconda volta.