Gli amori di Suzanna Andler

Un'ora e mezza di dolore per i personaggi, gli attori e, soprattutto, gli spettatori. La resa quasi filologica del testo teatrale non incontra le esigenze e gli stilemi del medium cinematografico. L'adattamento, infatti, non aggiunge alcun valore al soggetto. Il risultato è un estenuante dialogo tra Suzanna e, a turno, l'amante, l'amica e il marito (quest'ultimo in absentia, per via telefonica). Una matassa di bugie che tutti dicono e nessuno smentisce, che si accalcano in un sudore di parole inutili, di cui non si capisce, infine, il senso. Sappiamo solo che Suzanna ha evidenti tendenze maniaco-depressive, che il marito le fa le corna, che l'amica potrebbe benissimo non esistere e che l'amante non la ama, ma poi la ama (forse?). Si esce dalla sala esplodendo in una fragorosa risata liberatoria, pur di non pensare al tempo sprecato dietro menzogne irrisolvibili. Non consigliato.