lizzy
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sabato 15 maggio 2021
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amici...suoi!
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Mi fa specie dare il minimo della votazione ad un film di Carlo.
Innanzitutto perchè ne sono sempre stata un gran sostenitrice e poi perchè, onestamente, nella sua "vecchiaia" (artistica...) avrei voluto vedere non dico degli ottimi capolavori, ma quantomeno degli onesti lavori "di mestiere".
E invece...
Rieccoci qui a ribadire l'ovvio, a rilucidare lo squallido, a spoilerare tutto il film già dopo pochi minuti.
Tra l'altro, appunto, mi son ritrovata dopo poco che era iniziata la visione a dire: "E io che ci faccio adesso qui?".
Si, perchè se già dopo poco sai come andrà a finire una partita non resti allo stadio.
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Mi fa specie dare il minimo della votazione ad un film di Carlo.
Innanzitutto perchè ne sono sempre stata un gran sostenitrice e poi perchè, onestamente, nella sua "vecchiaia" (artistica...) avrei voluto vedere non dico degli ottimi capolavori, ma quantomeno degli onesti lavori "di mestiere".
E invece...
Rieccoci qui a ribadire l'ovvio, a rilucidare lo squallido, a spoilerare tutto il film già dopo pochi minuti.
Tra l'altro, appunto, mi son ritrovata dopo poco che era iniziata la visione a dire: "E io che ci faccio adesso qui?".
Si, perchè se già dopo poco sai come andrà a finire una partita non resti allo stadio.
Se ti dicono che sarai bocciata a fine anno scolastico non frequenti più.
Se ti dicono che il tuo ristorante preferito è chiuso per ferie non ci arrivi fin davanti la saracinesca sperando in una qualche miracolosa riapertura.
E un miracolo è proprio quello che ci vorrebbe agli ultimi film di Verdone.
Questo poi... non so: di miracoli ne avrebbe bisogno due.
Il primo per cambiare la trama (Na fesseria che manco gli ultimi di Boldi...) e il secondo per eliminare le boiate tipo la figlia velina venduta (col culo desnudo sempre in primo piano), le esagerate marchette pubblicitarie (perchè non ci mettete pure i listini prezzi e le indicazione di dove recuperare tal prodotti?) e le solite, inutili e gratuite scene di sesso (che barba, che noia!) che pure Carletto ormai ha sdoganato (e ricopiato: non vi ricorda nulla la scena con la coppia di giocherelloni???).
Non so poi se l'effetto sia voluto, ma qua Verdone sembra proprio "bollito" come attore, così come gli altri appaiono tutti troppo fuori dalle righe.
Niente a che vedere con "Amici Miei" che, malgrado tutte le cattiverie e le stramberie, resta un enorme capolavoro di inventiva, di buon gusto e di "mestiere".
Qua di quella pellicola, che si vorrebbe forse scimmiottare, almeno nell'intento della raffigurazione dei quattro, non c'è nemmeno una lontana traccia.
Peccato.
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achab50
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venerdì 14 maggio 2021
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cinefocaccia
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La buona idea è stata quella di non distribuire il film ma di riservarlo allo streaming.
Da Verdone ci aspettiamo qualcosa di almeno godibile e con qualche aspetto da ricordare, ma qui sorge il sospetto che, in quanto legittimo erede di Sordi, stia facendo la stessa imbarazzante fine risultando la macchietta di sè stesso.
Vicenda banale quant'altre mai: una equipe di chirurghi si sollazza facendo scherzi assai pesanti al candido Amedeo, la vittima predestinata. Scherzi già visti e stravisti, che suscitano solo pena allo spettatore. Peccato per il bravo Papaleo, qui in versione senza baffi, che avrebbe i numeri ma non glieli lasciano estrarre per cui non si fa mai tombola, e nemmeno cinquina.
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La buona idea è stata quella di non distribuire il film ma di riservarlo allo streaming.
Da Verdone ci aspettiamo qualcosa di almeno godibile e con qualche aspetto da ricordare, ma qui sorge il sospetto che, in quanto legittimo erede di Sordi, stia facendo la stessa imbarazzante fine risultando la macchietta di sè stesso.
Vicenda banale quant'altre mai: una equipe di chirurghi si sollazza facendo scherzi assai pesanti al candido Amedeo, la vittima predestinata. Scherzi già visti e stravisti, che suscitano solo pena allo spettatore. Peccato per il bravo Papaleo, qui in versione senza baffi, che avrebbe i numeri ma non glieli lasciano estrarre per cui non si fa mai tombola, e nemmeno cinquina.
Ciò che è più grave è il continuo rimando a film di ben altra caratura, fra tutti ricordo la scena della dottoressa che si eccita solo se le parlano in spagnolo, trasparente rievocazione della ben più appetitosa Jamie Lee Curtis ne "il pesce di nome Wanda".
il colpo di scena finale non è un colpo di scena perchè è telefonatissimo dopo i primi dieci minuti, e per tutto il film si teme, ed a ragione, di veder spuntare i terrificanti Christian De Sica e Massimo Boldi, magari vestiti da donna, ed allora sarebbe stato in tutto e per tutto un cinepanettone.
Per questo motivo le stelle sono due e non una, per la bravura degli attori costretti ad annaspare nel nulla, con esclusione dell'imbarazzante Verdone, che tanto ha dato al cinema italiano, e che sembra impantanato senza speranza.
Nanni Moretti potrebbe ben esclamare "Ve lo siete meritato Verdone" e non avrebbe torto in questo caso.
Film da evitare, se possibile.
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stefano
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venerdì 28 maggio 2021
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delusione totale per un film di verdone
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Un film di Verdone su Prime. Che bello ho pensato. Mi sono sempre più o meno piaciuti i film di Verdone.
Questo NON GUARDATELO.
Uno dei più brutti film che abbia mai visto, quasi peggio del primo film con mister Bean.
Dopo 20 minuti, volevo concludere la visione. Reiterate e fastidiose scene di bullismo lavorativo, inutili dopo che avevano espresso il concetto e per il finale che dovevano raggiungere, che non rivelo ora per non rivelare la "sorpresa" finale (che sorpresa poi, ma dai).
Ho resistito fino alla scoperta della malattia del bullizzato e lì già si intuiva il finale. Con questa trama poteva starci in un corto non un film.
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Un film di Verdone su Prime. Che bello ho pensato. Mi sono sempre più o meno piaciuti i film di Verdone.
Questo NON GUARDATELO.
Uno dei più brutti film che abbia mai visto, quasi peggio del primo film con mister Bean.
Dopo 20 minuti, volevo concludere la visione. Reiterate e fastidiose scene di bullismo lavorativo, inutili dopo che avevano espresso il concetto e per il finale che dovevano raggiungere, che non rivelo ora per non rivelare la "sorpresa" finale (che sorpresa poi, ma dai).
Ho resistito fino alla scoperta della malattia del bullizzato e lì già si intuiva il finale. Con questa trama poteva starci in un corto non un film. È evidente l'allungamento del "brodo" per arrivare almeno a un minutaggio che consentisse di venderlo come film. La figlia, con il culo sempre fuori, che doveva rivelare che anche il primario aveva dei problemi, ma anche qui multiple e continue scene per farci capire il concetto, utili solo ad aggiungere minuti al film, e a soddisfare gli occhi con il bel culo...ma si potrà in un film di Verdone?
C'è anche l'intermezzo del fidanzato spagnolo figo della collega (si vedono ogni tanto), che ammalia le mogli di tutti e che si scopre avere un'altra donna cosicché la collega rimane male, la punizione alle sue cattiverie inizia...
Visto che il bullizzato morirà decidono di regalargli un ultimo viaggio/vacanza in Puglia.
Una volta partiti con questa auto che il proprietario tratta molto meglio della moglie, che il malato non deve guidare perché il proprietario teme che la rovini, ma che lo costringono a farli guidare, cosa poteva succedere?
Che con un malore improvviso cozzasse contro un paletto di plastica di una tenda che non si capisce come, riesce a rompere lo specchietto retrovisore. Discussione con il tedesco proprietario del paletto che dovrebbe farci ridere quando il tedesco si lamenta, giustamente, in tedesco e i nostri non lo capiscono e se ne vanno non considerandolo. Della serie ME NE FREGO del tedesco, strizziamo pure l'occhio anche all'avercela con i cattivi tedeschi e all'uomo forte.
A questo punto ho lasciato perdere e sono andato alla fine del film per darmi conferma al finale scontato della trama avvincente.
Se non volete saperlo non proseguite nella lettura.
FINALE
Almeno avessero costruito qualcosa di eclatante e maestoso, non dico di scomodare il Conte di Montecristo, ma qui se la cavano con un'unica scena di pochi minuti in cui viene rivelato che il bullizzato aveva fatto finta di essere malato per fargliela pagare sputtanandoli con delle sciocchezze e con male parole che i tre non si offendono neppure, la donna quasi è contenta perché le dà della macchina del sesso. Tutto questo di fronte a un gruppo di estranei su una barca talmente lontana dai 3, che sono sulla costa del mare sotto una grotta in Puglia, che non si capisce come facciano a vedere a chi si riferisce il finto malato.
Vendetta ridicola.
Mi è venuto il dubbio che essendo stato venduto ad Amazon, che non avrà offerto come da un guadagno al cinema, abbiano risparmiato sulla sceneggiatura. Poi ho letto che hanno chiamato diversi autori famosi...
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fabrizio friuli
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giovedì 20 maggio 2021
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ne'' carne ne'' pesce.
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Quattro medici di alto livello, quando non indossano i camici , si rivelano degli amici mascalzoni che amano fare scherzi ( difficilmente sopportabili ) ad un collega di lavoro , che si rivela essere l' amico " soggetto ". Tuttavia, dopo aver scoperto che il loro " soggetto " è gravemente malato , lo accompagnano in Puglia , per fargli godere il tempo che gli resta , anche se , verso la fine , rivela di essere sano come un pesce , ed anche di aver inscenato tutto per renderli pan per focaccia .
Sfortunatamente , l' attore, regista e sceneggiatore romano Carlo Verdone ha dato vita ad una commedia puramente prevedibile, ed anche le vite private dei tre personaggi sono abbastanza scontate : il personaggio Umberto Gastaldi ha un rapporto burrascoso con la figlia soubrette , perché si vergogna della sua professione , Lucia Santilli non riesce ad avere relazione stabili con il genere maschile, nemmeno con il " macho ispanico " Xabier e Corrado Pezzella è un amante delle donne , nonostante abbia una moglie ( presumibilmente infedele ).
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Quattro medici di alto livello, quando non indossano i camici , si rivelano degli amici mascalzoni che amano fare scherzi ( difficilmente sopportabili ) ad un collega di lavoro , che si rivela essere l' amico " soggetto ". Tuttavia, dopo aver scoperto che il loro " soggetto " è gravemente malato , lo accompagnano in Puglia , per fargli godere il tempo che gli resta , anche se , verso la fine , rivela di essere sano come un pesce , ed anche di aver inscenato tutto per renderli pan per focaccia .
Sfortunatamente , l' attore, regista e sceneggiatore romano Carlo Verdone ha dato vita ad una commedia puramente prevedibile, ed anche le vite private dei tre personaggi sono abbastanza scontate : il personaggio Umberto Gastaldi ha un rapporto burrascoso con la figlia soubrette , perché si vergogna della sua professione , Lucia Santilli non riesce ad avere relazione stabili con il genere maschile, nemmeno con il " macho ispanico " Xabier e Corrado Pezzella è un amante delle donne , nonostante abbia una moglie ( presumibilmente infedele ). Sebbene sia un lungometraggio scadente, provvisto di attori validi ( Carlo Verdone, Rocco Papaleo, Anna Foglietta e Max Tortora ) ed anche di riprese ben realizzate in Puglia , grazie alla sua bellezza sbalorditiva, però , sono questi gli unici elementi decorosi che appaiono nel corso della durata complessiva della commedia, perché le scene non sono capaci di generare il riso sulla bocca del pubblico, i personaggi possono risultare sgradevoli ( come il personaggio di Carlo Verdone quando scrive una frase offensiva sul muro dell'ascensore , aggiungendo il numero di cellulare dello sventurato Amedeo Lasalandra , l'amico " soggetto " , per poi riscriverla di nuovo quando nota i segni sopra la frase , inoltre, afferma di essere indignato per la frase scritta da lui quando vede altre persone dentro l'ascensore) , ed anche il personaggio della figlia soubrette potrebbe risultare sgradevole, con la sua parlata da escort di Secondigliano, perché risulta lo stereotipo della giovane donna bella ma becera che appare in televisione seminuda come le concorrenti dei reality show italiani , ma forse il personaggio è così per una scelta .
Durante il corso del film si riesce ad intuire con semplicità che il personaggio di Rocco Papaleo ha organizzato tutto per mettere nel sacco i suoi amici , essendo stufo dei loro scherzi assurdi, e quando giunge la fine , si ottiene la soddisfazione di aver capito il finale in anticipo.
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felicity
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mercoledì 30 giugno 2021
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non all''altezza di un grande del nostro cinema
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Si vive una volta sola non è all'altezza di un grande del nostro cinema, perché mancano la sua sensibilità culturale, la sua delicatezza sempre arguta. Pare una brutta copia di 'Amici miei', senza quello spirito geniale e catartico
L’ouverture sembra non finire mai ma, a conti fatti, sarebbe stato meglio che durasse ancora di più. Il filo conduttore delle burle è un nebuloso omaggio al piglio di film come Amici miei. Solo che questi, invece che essere scherzi fatti da un gruppo di amici al resto del mondo, a mo’ di autodifesa contro le sue ingiustizie, le sue incongruenze o la sua noia (come nel film monicelliano), sono tutti indirizzati verso lo stesso membro del gruppo, Amedeo (Rocco Papaleo), in modo del tutto gratuito, e contengono ciascuno una potenziale offesa a una o più categorie umane deboli o comunque da proteggere, tra cui gli attori di cinema che li mettono in scena.
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Si vive una volta sola non è all'altezza di un grande del nostro cinema, perché mancano la sua sensibilità culturale, la sua delicatezza sempre arguta. Pare una brutta copia di 'Amici miei', senza quello spirito geniale e catartico
L’ouverture sembra non finire mai ma, a conti fatti, sarebbe stato meglio che durasse ancora di più. Il filo conduttore delle burle è un nebuloso omaggio al piglio di film come Amici miei. Solo che questi, invece che essere scherzi fatti da un gruppo di amici al resto del mondo, a mo’ di autodifesa contro le sue ingiustizie, le sue incongruenze o la sua noia (come nel film monicelliano), sono tutti indirizzati verso lo stesso membro del gruppo, Amedeo (Rocco Papaleo), in modo del tutto gratuito, e contengono ciascuno una potenziale offesa a una o più categorie umane deboli o comunque da proteggere, tra cui gli attori di cinema che li mettono in scena.
I veri dolori arrivano quando il film comincia davvero.
Si vive una volta sola è un film dai tentativi di comicità talmente oltre i limiti del cringe rilevabile strumentalmente che, per assurdo, il suo lato positivo è stimolare la mente dello spettatore a cercare ragioni non economiche di tutto questo, dove chiaramente non ci sono.
Quello che prende forma in questo film è il lato oscuro di Carlo, quasi un gemello cattivo tenuto in soffitta per anni. La sensibilità culturale di Verdone, la sua delicatezza sempre arguta nel presentare i difetti degli italiani attraverso dei personaggi che, per quanto vasta fosse la loro gamma morale ed espressiva, sono tutti un po’ una caricatura di lui stesso, sono state strappate a morsi da questo suo doppio che gli si è sostituito di nascosto, con la missione di darci, tutto in una volta, quello che non avremmo mai osato chiedergli e che avrebbero fatto bene a non darci mai.
Mentre va avanti lo streaming siamo in preda a una sorta di discrasia cognitiva. Alcune battute del film lasciano esterrefatti perfino i più laici in termini di politicamente corretto.
Quello che arriva è la tristissima consapevolezza di essere di fronte al peggiore film della carriera di un grande del nostro cinema, da cui usciamo colmi della speranza che un’operazione come questa resti unica nel suo genere.
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fabio 3121
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martedì 18 maggio 2021
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gli scherzi come valvola di sfogo
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il film ha come protagonista una valida equipe di medici capitanati dal professore Umberto (Carlo Verdone) il suo assistente Corrado (Max Tortora) l'anestesista Amedeo (Rocco Papaleo) e la strumentista Lucia (Anna Foglietta) che eccelle cosi tanto negli interventi chirurgici da rivolgersi ad essi anche il Papa. Stressati ed impegnati per le tante ore di lavoro a salvare vite umane, il professore Umberto escogita continui scherzi, con l'appoggio di Corrado e Lucia, nei confronti della vittima Amedeo per avere una valvola di sfogo ed alzare un morale basso dovuto altresì alle personali problematiche familiari (il professore con la figlia, il suo assistente con la moglie, la strumentista con il fidanzato).
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il film ha come protagonista una valida equipe di medici capitanati dal professore Umberto (Carlo Verdone) il suo assistente Corrado (Max Tortora) l'anestesista Amedeo (Rocco Papaleo) e la strumentista Lucia (Anna Foglietta) che eccelle cosi tanto negli interventi chirurgici da rivolgersi ad essi anche il Papa. Stressati ed impegnati per le tante ore di lavoro a salvare vite umane, il professore Umberto escogita continui scherzi, con l'appoggio di Corrado e Lucia, nei confronti della vittima Amedeo per avere una valvola di sfogo ed alzare un morale basso dovuto altresì alle personali problematiche familiari (il professore con la figlia, il suo assistente con la moglie, la strumentista con il fidanzato). Una volta diagnosticato un tumore all'ignaro Amedeo, i suoi 3 amici e colleghi accettano il suo invito a trascorrere 5 giorni in vacanza in Puglia al fine di comunicargli la drammatica notizia. La commedia ha una sceneggiatura abbastanza discreta e trova il suo punto di forza nel trattare un argomento serio (la scoperta di un tumore e la conseguente comunicazione al paziente) attraverso situazioni legggere ma che portano a importanti riflessioni lo spettatore. Laddove la pellicola non brilla è sia nel ritmo e sia in alcune gag che il regista ci poteva anche risparmiare (tra tutte il siparietto in ascensore o i battibecchi volgari tra il professore e la figlia aspirante soubrette) riducendo la durata del film di almeno un quarto d'ora. La performance attoriale dei 4 protagonisti risulta sufficiente con Carlo Verdone che prevale con le sue tante - e forse abusate - mimiche facciali. Nel complesso è comunque un film che si può vedere. Voto: 6/10.
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jonnylogan
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martedì 15 giugno 2021
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verdone chi era costui?
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Il chirurgo Umberto Gastaldi e la sua equipe medica composta dall’ assistente Corrado Pezzella, dall’anestesista Amedeo Lasalandra e dalla strumentista Lucia Santilli, è tanto affidabile e seria in sala operatoria quanto ilare e incline a scherzare al di fuori di essa. I quattro nascondono i propri problemi personali colpendo soprattutto Lasalandra, tutto questo fino a quando una notizia inaspettata li spingerà a trascorrere assieme cinque giorni di vacanza a Otranto.
L’ultima pellicola di Carlo Verdone rende attuale il ritrovo post scolastico celebrato dall’autore romano nel 1988 in tal caso declinato all’interno di un posto di lavoro.
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Il chirurgo Umberto Gastaldi e la sua equipe medica composta dall’ assistente Corrado Pezzella, dall’anestesista Amedeo Lasalandra e dalla strumentista Lucia Santilli, è tanto affidabile e seria in sala operatoria quanto ilare e incline a scherzare al di fuori di essa. I quattro nascondono i propri problemi personali colpendo soprattutto Lasalandra, tutto questo fino a quando una notizia inaspettata li spingerà a trascorrere assieme cinque giorni di vacanza a Otranto.
L’ultima pellicola di Carlo Verdone rende attuale il ritrovo post scolastico celebrato dall’autore romano nel 1988 in tal caso declinato all’interno di un posto di lavoro. Se in Compagni di Scuola Verdone dava libero sfogo ai ricordi adolescenziali e di come l’età adulta ci possa cambiare a causa di matrimoni, fallimenti personali e professionali, capaci di scostarci dal ricordo che ognuno conserva di un periodo dorato della propria vita; in quest’ultima pellicola è invece la storia di un manipolo di uomini e donne sull’orlo di una crisi di nervi, vuoi per l’inevitabile burn out nel quale può cadere ciascun componente di un’equipe medica, vuoi per via dei soliti e inevitabili problemi personali e famigliari, che ci tengono incollati allo schermo. Alla fine quest’ultimo film di Verdone è ancora un inno molto acre e poco dolce alla vita e al tirare avanti fra uno scherzo e un’operazione chirurgica di successo. Molto difficile non notare numerose analogie con alcune pellicole di Monicelli fra cui la saga di Amici Miei o Il Marchese del Grillo ove proprio lo scherzo e lo scherzare, soprattutto in maniera triviale, è un modo per esorcizzare il tempo che passa e la vacuità della vita. Il quadrumvirato di attori, prima ancora che medici, funziona alla perfezione soprattutto nel reparto maschile con Papaleo e Tortora in particolare vena recitativa.
Verdone dirige senza particolare difficoltà una sceneggiatura, l’ennesima, scritta a sei mani assieme al solito Pasquale Plastino e a Giovanni Veronesi, scoprendosi meno comico di un tempo e riuscendo a mascherare sotto una coltre di ilarità una serie di drammi personali di non indifferente portata. Dimenticate quindi l’autore di Un sacco bello e Borotalco, dedito ai personaggi e alle macchiette, ma tenete presente che esattamente come in queste due pellicole anche questa volta si cela una narrazione carica d’ineluttabile sconfitta.
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eugenio
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venerdì 14 maggio 2021
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l’amicizia salverà il mondo
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Un film di Carlo Verdone, checchè si dica, è da vedere. Non solo perché il “Carletto” nazionale fa sorridere, divertire e al tempo stesso riflettere nei suoi film imperniati sui vizi e le rare virtù di noi, fiero popolo italiano, ma anche perché ogni sua pellicola è capace di raccontare uno spaccato di vita sociale, regalandoci in ogni occasione, una risata grazie alla preziosa “arma” dell’ironia.
Perché dal coatto Enzo che si metteva l'ovatta nei pantaloni o dal figlio dei fiori Ruggero, Carlo Verdone è sempre stato lì, presente a delineare figure maschili dagli inaspettati tic e donne candide, spesso oggetto dei loro irraggiungibili desideri.
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Un film di Carlo Verdone, checchè si dica, è da vedere. Non solo perché il “Carletto” nazionale fa sorridere, divertire e al tempo stesso riflettere nei suoi film imperniati sui vizi e le rare virtù di noi, fiero popolo italiano, ma anche perché ogni sua pellicola è capace di raccontare uno spaccato di vita sociale, regalandoci in ogni occasione, una risata grazie alla preziosa “arma” dell’ironia.
Perché dal coatto Enzo che si metteva l'ovatta nei pantaloni o dal figlio dei fiori Ruggero, Carlo Verdone è sempre stato lì, presente a delineare figure maschili dagli inaspettati tic e donne candide, spesso oggetto dei loro irraggiungibili desideri. Il tutto permeando ogni commedia con una sana dose di malinconica elegia e goffi e assai nevrotici personaggi, osteggiati talune volte da una società che non è mai capace di comprenderli pienamente.
Così, tolta la maschera ai proprietari di negozi di oggetti e paramenti sacri, agli eterni sfigati di sempiterna memoria di Un sacco bello, Verdone torna da ipocondriaco cittadino a indagare su un settore, quello della medicina, oggigiorno cruciale. E lo fa, chiaramente, non prendendosi mai sul serio ma anzi, interpretando in Si vive una volta sola il protagonista, un noto chirurgo di fama internazionale, Umberto Gastaldi che, con la sua equipe, un assistente fedele Corrado Pezzella (Max Tortora) e la strumentista Lucia Santini (la brava Anna Foglietta), si diverte a prendere di mira con scherzi mica tanto simpatici, l’anestesista Amedeo Lasalandra (il bravissimo Rocco Papaleo vero motore del film). Finchè un giorno, lo scherzo supera ogni immaginazione nell’amaro specchio della realtà e nella ferale notizia di un male incurabile a cui i tre di cui sopra vengono a conoscenza durante una visita di controllo: un tumore maligno che colpisce proprio il “tapino” bersaglio Amedeo.
Consci che alla loro vittima preferita non resta molto da vivere, decidono di assecondare, non senza sospetto, ogni desiderio più recondito dell’amico-collega, accettando quindi di partire verso sud, verso la costa salentina profondamente amata dall’anestesista. E chiaramente nel viaggio, la benedetta follia sarà solo il prestesto per, ancora una volta, un bilancio sull’esistenza del quartetto e su una famiglia (per chi di loro l’ha), non propriamente così felice. Se da un lato, infatti Umberto ha una figlia col pallino di fare la soubrette che mostra il suo bel didietro per quindici minuti di celebrità senza che il padre riesca a comprenderla, dall’altro Corrado è tradito dalla moglie per il suo miglior amico mentre Lucia ricerca l’amore eterno scoprendo solo uomini che vogliono tutt’altro. Insomma, i quattro cavalieri dell’apocalisse, professionalmente ingabbiati nella loro mansione di “taglia e cuci”, non sono meramente gli stinchi di santo e forse, in qualche modo, ricercano nello scherzo, un’evasione dalla loro alienante esistenza. Con conseguenze tuttavia non sempre piacevoli.
Se il riferimento evidente di Si vive una volta sola è la satira socio-politica pungente di Monicelli (come dimenticare Amici miei?), Verdone, in questo film gigioneggia con una commedia tutto sommato prevedibile ma apprezzabile nei suoi cinici scherzi, nella sua zingarata salentina, nel suo quartetto affiatato di attori che regge bene l’ora e quaranta della pellicola intrattenendo e coinvolgendo. Eppure c’è più di un grosso ma. Ma come mai Verdone devia spesso dall’intento lodevole di consumato cinismo, volendo apparire volgare? Ma perché delle volte si ha l’impressione di assistere a un film dei fratelli Vanzina con un umorismo più becero che raffinato?
Ma perché Verdone inserisce spesso delle parole che non appartengono al suo vocabolario attenendosi a una logica meramente sessualistica e godereccia?
Misteri di marketing ma in fondo poco importa. Traspare cristallino, puro e soprattutto corale il messaggio di Si vive una volta sola ovvero che l'amicizia salverà il mondo. Anche se si hanno delle carogne travestite da uomini perché si sa anche loro, in fondo, ma molto in fondo, possono provare dei sentimenti.
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