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Giampiero Raganelli
Quinlan
«Ecco perché ti ho filmata, Pénélope. La camera è uno scudo che ci protegge dagli sguardi degli altri. È l'arma che mi permette di andare avanti». Il cinema come arma di difesa ma anche di offesa, come quella cinepresina che il regista Friedrich Munro, del wendersiano Lo stato delle cose, impugna un istante prima di morire, puntandola contro il killer che lo sta freddando. La frase di cui sopra, rivolta dalla regista Claire Doyon alla giovane figlia Pénélope, è l'elemento chiave di Pénélope, mon amour, film vincitore dello scorso FIDMarseille, e ora presentato al 51 International Film Festival Rotterdam. [...]
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