fabiofeli
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lunedì 8 novembre 2021
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la solitudine di anne
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Anne (Anamaria Vartolomei) è una giovane studentessa molto dotata e formata da letture importanti come le poesie e i drammi di Victor Hugo e Il muro di Jean Paul Sartre. E’ anche bella e tratta da pari a pari i ragazzi che vorrebbero filare con lei; la sua disinvoltura la fa spiccare rispetto alle sue amiche preferite quando frequentano la rumorosa discoteca di una città in Nuova Aquitania, che si trova nella zona sud-occidentale della Francia con lo Charente e la Borgogna. Anne preferisce flirtare con studenti, senza impegnarsi con i giovani del corpo militare dei pompieri. Ma sui suoi progetti incombe una storia andata male: il ciclo mestruale è in ritardo di più settimane dopo una storia di una serata.
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Anne (Anamaria Vartolomei) è una giovane studentessa molto dotata e formata da letture importanti come le poesie e i drammi di Victor Hugo e Il muro di Jean Paul Sartre. E’ anche bella e tratta da pari a pari i ragazzi che vorrebbero filare con lei; la sua disinvoltura la fa spiccare rispetto alle sue amiche preferite quando frequentano la rumorosa discoteca di una città in Nuova Aquitania, che si trova nella zona sud-occidentale della Francia con lo Charente e la Borgogna. Anne preferisce flirtare con studenti, senza impegnarsi con i giovani del corpo militare dei pompieri. Ma sui suoi progetti incombe una storia andata male: il ciclo mestruale è in ritardo di più settimane dopo una storia di una serata. Un figlio in quel momento impedirebbe la realizzazione delle sue aspirazioni. E lei dovrebbe infrangere la severa legge francese del 1920 che vieta l’aborto. I medici si rifiutano di farla abortire; il primo al quale ricorre le prescrive addirittura l’estradiolo che irrobustisce il feto. Neanche gli amici e il giovane che l’ha messa incinta l’aiutano a risolvere il suo angoscioso problema. Una delle due amiche più care disapprova la scelta di Anne, ma l’altra non rimane indifferente dopo un tentativo pericolosamente inesperto ed autolesionistico.… Solo nel 1975 fu approvata in Francia una legge voluta fortemente da Simone Veil per liberalizzare l’aborto; in Italia per l’approvazione della legge 194 si è dovuto aspettare il maggio del 1978, ma di frequente ci sono ancora sortite con proposte limitative e restrittive dei diritti delle donne portate avanti da sedicenti “difensori” della famiglia. Il libro dal quale è tratta la storia è L’evento di Eliza Erneaux e il contributo alla conquista del Leone d’oro a Venezia 2021 della protagonista è fondamentale, come la salda direzione della regista che fa ampio uso di efficaci primi piani. Più il tempo passa e più pericoloso diventa l’aborto per Anne, più la musica rock anni ‘60 che accompagna il film viene sostituita progressivamente da una dura musica di sapore espressionista. La fotografia non nasconde molti passaggi drammatici e l’angoscia degli spettatori per la situazione che ha intrappolato Anne cresce sempre più. Curiosamente nello stesso 2021 una storia che parla di un parto mostruoso e impossibile, Titane, vince a Cannes, ma si tratta di un film completamente fuori dei nostri gusti. Questa pellicola regala molti momenti angosciosi, ma la vita non è una cosa semplice. Da non perdere. Valutazione ****. FabioFeli
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[+] il dramma di una donna, sola contro tutto.
(di antonio montefalcone)
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angelo umana
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domenica 7 novembre 2021
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piccola storia ignobile
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Molto bene, il film ha vinto il Leone d'Oro 2021 a Venezia, onore al merito. Non che, quasi 60 anni dopo, questa “vicenda o avvenimento” (così il dizionario traduce dal francese L'évenement) agiti molto i cuori nel mondo occidentale. L'aborto è in vari paesi una pratica permessa, salvo in quelli dove esso è considerato un crimine, come in Francia nel '63, o per certi versi in Polonia oggi... e altrove ancora.
A parte le scelte filmiche che hanno guidato il lavoro della regista Audrey Diwan, tratto da un libro di Annie Ernaux, a parte l'interpretazione acclamata di Annamaria Vartolomei (per incompleta conoscenza leggo i nomi che il film reca), che Anne scelga di arrivare al rischio della vita pur di perseguire e proseguire i suoi studi letterari, o perfino di ambire ad essere una scrittrice, questo può essere argomento di discussione, di riflessione.
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Molto bene, il film ha vinto il Leone d'Oro 2021 a Venezia, onore al merito. Non che, quasi 60 anni dopo, questa “vicenda o avvenimento” (così il dizionario traduce dal francese L'évenement) agiti molto i cuori nel mondo occidentale. L'aborto è in vari paesi una pratica permessa, salvo in quelli dove esso è considerato un crimine, come in Francia nel '63, o per certi versi in Polonia oggi... e altrove ancora.
A parte le scelte filmiche che hanno guidato il lavoro della regista Audrey Diwan, tratto da un libro di Annie Ernaux, a parte l'interpretazione acclamata di Annamaria Vartolomei (per incompleta conoscenza leggo i nomi che il film reca), che Anne scelga di arrivare al rischio della vita pur di perseguire e proseguire i suoi studi letterari, o perfino di ambire ad essere una scrittrice, questo può essere argomento di discussione, di riflessione.
Lasciar nascere un bambino oggi è una benedizione del cielo, di nessun dio, ma per il volere di esseri umani che ricevono questo “regalo” anche se non programmato. In un film di anni fa veniva detto “finché nasce un bambino vuol dire che dio (uno qualsiasi, ndr) non è in collera con noi” e in un altro piccolo film ancora più recente, Milla di Valérie Massadian (Special international jury prize al festival di Locarno 2017, mostrato in streaming da ArteKino in novembre), una giovane mamma che resta sola a giocare e crescere il suo bambino.
Davvero un bambino – anche venuto per sbaglio – vale meno di una carriera, per quanto questa possa essere stellare? Non c'è in questo un grande egoismo? Vien da pensare al sacro che è una vita nuova, ancor più nelle nostre società opulente ma di bassa fertilità. Davvero poi un bambino non desiderato lo si è potuto chiamare frutto del peccato o della vergogna negli anni andati? Davvero i nostri progetti non proseguirebbero, se ardentemente desiderati o comunque destinati a realizzarsi, per il “disturbo” dell'avere un figlio, che è il più alto o nobile compito da svolgere?
La Anne personaggio del libro e del film sarebbe stata precorritrice dei tempi piuttosto di chi li ha subiti e poi … la coraggiosa madre Gabrielle (la Sandrine Bonnaire di Senza tetto né legge, altro Leone d'oro di Agnès Varda, 1985), l'avrebbe di certo aiutata. Questo Leone è stato Una piccola storia ignobile, Francesco Guccini 1976.
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[+] piccolo commento ignobile
(di vilma)
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