|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Marco Pasquini osserva lo stato di attesa permanente di un giovane soldato e il suo plotone nei territori siriani. Con rispettosa sobrietà e senza alcuna ingerenza, al Festival dei Popoli
di Valerio Sammarco La Rivista del Cinematografo
Non a caso rimanda al primo verso della celebre poesia di Bertold Brecht il documentario diretto da Marco Pasquini, autore e regista giramondo (Gaza Hospital vinse il Globo d'Oro nel 2010) che da diversi anni si concentra sul racconto della vita in zone di guerra.
The War to Come (La guerra che verrà, appunto) - in concorso al Festival dei Popoli di Firenze - si sofferma sulla quotidianità del giovane soldato Baraq, che insieme al suo plotone vive in trincea in uno stato di attesa permanente.
La guerra c'è stata, e tornerà ad esserci. [...]
|