Tesse un dialogo con il Giappone presente attraverso il recupero dell'iconografia folcloristica, i cui codici fungono da cornice significante per il percorso catartico della protagonista. Su Netflix
di Daniele D'Orsi Sentieri Selvaggi
Nell'iconografia, così come nella radice etimologica, Il mese degli dei si pone in continuità con tutte quelle narrazioni filmiche, che in virtù di un recupero (cinematografico) delle radici culturali di appartenenza, presentano il folclore come strumento di dialogo con il passato, come ponte sincronico tra modernità e tradizione. In un paese ultra-conservatore e tradizionalista come quello giapponese, grazie anche al potere comunicativo delle immagini in movimento, il cinema assume un ruolo di rilievo nell'interpretare le figurazioni del passato, riesumandole nell'immaginario collettivo della contemporaneità. [...]
di Daniele D'Orsi, articolo completo (4203 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 13 febbraio 2022