47 Metri – Great White è un goffo survival dal piglio involontariamente esistenzialista, in cui lo spettatore segue un gruppo di persone bloccate su una zattera mentre litigano, si raccontanto e attendono un attacco che non arriva mai. Gli squali sono infatti spesso evocati solo da un’increspatura dell’acqua che risucchia il malcapitato, divenendo davvero protagonisti soltanto in una sequenza convenientemente girata di notte mentre, lentamente, il regista pare tirare i remi in barca, arrendendosi alle ristrettezze produttive che non gli consentono di sviluppare il film come vuole lui. Poi, però, accade qualcosa.
Sul finale 47 Metri – Great White diventa una sorta di asciutto action minimale che prova a ricreare il piglio di certi blockbuster e trasformandosi nel film che, forse, sarebbe dovuto essere fin dall’inizio.
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47 Metri – Great White è un goffo survival dal piglio involontariamente esistenzialista, in cui lo spettatore segue un gruppo di persone bloccate su una zattera mentre litigano, si raccontanto e attendono un attacco che non arriva mai. Gli squali sono infatti spesso evocati solo da un’increspatura dell’acqua che risucchia il malcapitato, divenendo davvero protagonisti soltanto in una sequenza convenientemente girata di notte mentre, lentamente, il regista pare tirare i remi in barca, arrendendosi alle ristrettezze produttive che non gli consentono di sviluppare il film come vuole lui. Poi, però, accade qualcosa.
Sul finale 47 Metri – Great White diventa una sorta di asciutto action minimale che prova a ricreare il piglio di certi blockbuster e trasformandosi nel film che, forse, sarebbe dovuto essere fin dall’inizio.
47 Metri – The Great White si sblocca troppo tardi, quando sceglie di non prendersi troppo sul serio e di non cedere ai suoi limiti, rivelando il suo potenziale di riuscito corto action che è stato dilatato.
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