gabriella
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lunedì 7 febbraio 2022
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il labirinto della mente
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Film claustrofobico, alienante, inquadrature aguzze, taglienti, dialoghi scarnificati all'estremo, primissimi piani invasivi, soffocanti, da apnea. Manca il respiro tra il non detto e il dettaglio, è un viaggio scomodo nella mente del protagonista, disgregata, dissociata, una discesa inesorabile e sconcertante, un tunnel nel quale si agogna di intravedere una luce. Elio Germano è il protagonista assoluto, si piega totalmente al servizio del film, in un ruolo difficile e fragilissimo che riesce miracolosamente a non incrinare e mandare tutto in pezzi. C’è una scena molto inquietante, in cui Massimo viene ripreso di spalle, e si vede la testa rasata pulsare, un terremoto emotivo pronto a esplodere.
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Film claustrofobico, alienante, inquadrature aguzze, taglienti, dialoghi scarnificati all'estremo, primissimi piani invasivi, soffocanti, da apnea. Manca il respiro tra il non detto e il dettaglio, è un viaggio scomodo nella mente del protagonista, disgregata, dissociata, una discesa inesorabile e sconcertante, un tunnel nel quale si agogna di intravedere una luce. Elio Germano è il protagonista assoluto, si piega totalmente al servizio del film, in un ruolo difficile e fragilissimo che riesce miracolosamente a non incrinare e mandare tutto in pezzi. C’è una scena molto inquietante, in cui Massimo viene ripreso di spalle, e si vede la testa rasata pulsare, un terremoto emotivo pronto a esplodere. Per il resto non posso esprimere altrettanto, la famiglia di Massimo , composta da moglie e due figlie che sembrano le tre grazie del Botticelli, creature diafane, eteree nei loro vestiti bianchi, a piedi scalzi e lunghi capelli biondi, preannunciano da subito ciò che il finale svela, la cantina, luogo esplorato molte volte nella storia del cinema(" La scala a chiocciola", tanto per citarne uno), un piano illogico, irrazionale, dove prendono forma gli impulsi e gli istinti più aggressivi, nascosti, dove si affronta l'inconscio, il rimosso, per poi tornare al piano di sopra, alla realtà rassicurante o presunta tale. I fratelli D’Innocenzo chiedono molto all’attenzione dello spettatore , si , l’ho seguito fino alla fine, ma con fatica, se era questo che volevano ci sono riusciti, ma ciò non significa che siamo davanti al capolavoro che molti descrivono, non per me, non per il resto del pubblico in sala che appena accese le luci si sono alzati, in silenzio se ne sono andati, sembrava avessero tutti una certa fretta a uscire da lì
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[+] concordo, anzi...
(di maxbraz)
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pacifico arsenio
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sabato 11 settembre 2021
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medioevale, gotico, futurista
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Di Pacifico Arsenio
America Latina, nell’opera cinematografica dei poeti D’Innocenzo, è ciò che meglio di ogni altro ne rappresenta la corrente "romantica". Epitome di tutta la loro fase attuale è la sublime visione/allucinazione del film che fonde medievale, gotico e futurista in un fantastico volo di fantasia, tra dettagli, squarci luminosi, un cromatismo quasi delirante nella composizione dentro cui la recitazione e la scrittura sembrano fare a gara nel sussurrare con tinte in versi /sottrazione/ e pennellate sempre più incisive.
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Di Pacifico Arsenio
America Latina, nell’opera cinematografica dei poeti D’Innocenzo, è ciò che meglio di ogni altro ne rappresenta la corrente "romantica". Epitome di tutta la loro fase attuale è la sublime visione/allucinazione del film che fonde medievale, gotico e futurista in un fantastico volo di fantasia, tra dettagli, squarci luminosi, un cromatismo quasi delirante nella composizione dentro cui la recitazione e la scrittura sembrano fare a gara nel sussurrare con tinte in versi /sottrazione/ e pennellate sempre più incisive. Lo scenario dimesso e androide di un non luogo affonda in una cascata di toni dissonanti e di rumori percussivi. I D’Innocenzo risultano quasi fuori posto nel mondo, perché aggrediscono la trama per farla diventare una tela, con sincopi senza slogan o mode, distorti e distesi - oserei liberatori - per lanciarsi in un incubo furibondo, Cinema che esplode e vola, quanto di meglio visto (vissuto) in questa edizione di Venezia 78.
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[+] alter ego
(di rosmersholm)
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mauridal
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sabato 29 gennaio 2022
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l''america latina dei terribili
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Anche questa volta i fratelli D’innocenzo hanno colpito e affondato. Questa è una storiaccia di una pseudo famiglia con padre malato, madre stupida, figlie innocenti e un contesto ambientale fuori tempo in un non luogo. Una storiaccia n. 2 ,a seguito della Favolaccia n.
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Anche questa volta i fratelli D’innocenzo hanno colpito e affondato. Questa è una storiaccia di una pseudo famiglia con padre malato, madre stupida, figlie innocenti e un contesto ambientale fuori tempo in un non luogo. Una storiaccia n. 2 ,a seguito della Favolaccia n. 1 ovvero il film precedente. Si chiarisce almeno così sembra, il tema narrativo dei film dei due registi. La famiglia ,specie quella borghese benestante, come luogo primario di malessere , generatrice di follie e situazioni insane, ma anche i luoghi fisici, paesi, borgate, cittadine periferiche, non meglio connotate se non da case e ville vistose , esorbitanti, abitate da famiglie appunto insane per tanti motivi che il film cerca di descrivere. Dunque un punto di vista preciso, che parte dagli occhi di ragazzi adolescenti, di bambine, di figlie innocenti che sono vittime dei loro genitori , se non precisamente dei padri, i quali pur di raggiungere una stabilità economica benestante non si accorgono né si preoccupano di una vita affettiva reale e spontanea da regalare ai propri figli. Questo corto circuito i registi lo hanno ben ribadito in questo film dove il protagonista ben rappresentato da Elio Germano, è un medico dentista, con una famiglia tipica italiana, padre madre e figlie, che vivendo una condizione agiata in una casa Holliwoodiana con piscina in una città tipo Latina, non si accorge della guerra che gli sta scoppiando in testa, per motivi a noi spettatori poco chiari. Intanto il film non vuole essere realistico , non racconta fatti e luoghi verosimili, appunto adottando il linguaggio della immaginazione e della visione onirica si lascia trasportare nella progressiva esplorazione della mente del protagonista che da apparente medico razionale e normo dotato di intelletto e coscienza si rivela un soggetto anomalo, da manicomio criminale. La storia narrata non aiuta lo spettatore del film ad afferrare il percorso alla follia del dentista, che di fronte all’imprevedibile ,all’evento del tutto inaspettato , reagisce con la follia criminale, e non con la razionalità dovuta . L’evento in questione è la scoperta casuale nella cantina della casa , di una bambina sconosciuta, selvaggia e feroce, legata e imbavagliata con lesioni di probabili violenze. Dunque il film prende le distanze dal verosimile e anche dalla narrazione plausibile, ma questo poco importa ai fini della tesi che i due registi hanno voluto rappresentare, ovvero come dicevamo i luoghi del malessere , fisico e mentale che si scontrano con l' irreale e che inevitabilmente portano ad una follia della mente che agisce su cose e persone. La narrazione continua mostrando un personaggio che si trasforma , da una personalità borderline in soggetto psichiatrico criminale , adottando la bambina prigioniera tenendola segregata con sé , nella cantina, ma vivendo contemporaneamente una vita dissociata in superficie , in famiglia e al lavoro. Il tutto con altri personaggi di contorno come la moglie le figlie , un amico, il vecchio padre , i quali subiscono semplicemente la presenza dell’uomo che nasconde dietro la sua mente malata il segreto chiuso in cantina Tutto il film, mantiene fino alla fine l’attenzione dello spettatore, solo per la superba recitazione di Elio Germano , attore ormai avvezzo a personaggi anomali e sdoppiati tra follia e genio , vedi Ligabue ,ma qui il dentista folle, poco regge il senso della storia che a volte rende il personaggio un idiota , tra altri inconsapevoli. Solo il finale verosimilmente chiude la parabola, riscattando il genere femminile, che nei panni della moglie e figlie , scoprendo la prigioniera in cantina, chiamano polizia e ambulanza , arrivando ad una conclusione oggettivamente scontata, per una storia banalmente raccontata così com’è, ma forse i due registi si proponevano di innestare nello spettatore del film il dubbio di uno sdoppiamento del genere umano maschile e femminile , raccontando per immagini anche ben studiate e riprese, tutt'altra questione. Dunque il beneficio della riflessione critica , ci assale , rinviandoci al prossimo film dei due fratelli Registi. (Mauridal)
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kurz2003
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lunedì 13 settembre 2021
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vere emozioni
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Anche in questa recensione sarò di parte, già lo ammetto, ma sono una grande sostenitrice dei lavori dei fratelli D’Innocenzo e speravo vivamente di non rimanere delusa dal loro ultimo film. Grazie al cielo non è successo. Parto subito col dire che non ho trovato un singolo difetto a questo lavoro; probabilmente per la motivazione sopracitata. Sulla parte tecnica non abbiamo nulla da dire: la composizione delle inquadrature, la costruzione dello spazio attorno ai personaggi e la scelta di movimenti di macchina ed inclinazioni particolari vanno a braccetto con una fotografia magistrale che usa a suo vantaggio colori accesi e contrasti forti; ciò crea la perfetta chimica per prodotto visuale da togliere il fiato.
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Anche in questa recensione sarò di parte, già lo ammetto, ma sono una grande sostenitrice dei lavori dei fratelli D’Innocenzo e speravo vivamente di non rimanere delusa dal loro ultimo film. Grazie al cielo non è successo. Parto subito col dire che non ho trovato un singolo difetto a questo lavoro; probabilmente per la motivazione sopracitata. Sulla parte tecnica non abbiamo nulla da dire: la composizione delle inquadrature, la costruzione dello spazio attorno ai personaggi e la scelta di movimenti di macchina ed inclinazioni particolari vanno a braccetto con una fotografia magistrale che usa a suo vantaggio colori accesi e contrasti forti; ciò crea la perfetta chimica per prodotto visuale da togliere il fiato. Letteralmente. Sì perché la visione di questa pellicola non è proprio una passeggiata di salute: essendo un thriller, un buon thriller, terrà lo spettatore in sala con i muscoli tesi per tutta la durata. Armatevi di una bella boccata d’ossigeno prima di entrare in sala perchè poi la dovrete trattenere per circa un’ora e mezza; noi vi abbiamo avvertito. La durata è ridotta ma in essa è contenuto tutto ciò di cui il film ha bisogno per essere completo. Sulla linea narrativa si avrebbe sia pochissimo che tantissimo da dire essendo solitamente i film dei due gemelli molto particolari sia dal punto di vista delle tematiche sia dal punto di vista delle trame: non si sa quando avvengano gli accadimenti, non c’è un riferimento temporale preciso, non si capisce in quanto la vicenda si sviluppi perché potrebbero essere giorni o settimane ma ciò non importa. In film come questi la linea temporale si fa da parte perché non necessaria a capire gli eventi narrati. L’unico punto fisso che viene proposto al pubblico è il protagonista, uno stupendo Elio Germano che non sbaglia un colpo; questo film ci offre la descrizione dell’autodistruzione di un uomo mettendo lo spettatore al suo fianco.
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sentieroselvaggio
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lunedì 13 settembre 2021
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oltre il capolavoro
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I D’Innocenzo scandagliano in modo sottile l’anima fragile di un uomo comune, servendosi di simbolismi e metafore. I registi realizzano un’opera ambigua e surreale affidando allo spettatore l’importantissimo compito di riempire l’opera con la propria sensibilità.
La messa in scena è sublime.
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I D’Innocenzo scandagliano in modo sottile l’anima fragile di un uomo comune, servendosi di simbolismi e metafore. I registi realizzano un’opera ambigua e surreale affidando allo spettatore l’importantissimo compito di riempire l’opera con la propria sensibilità.
La messa in scena è sublime. La regia regala delle sequenze indimenticabili che culminano in un epilogo da pelle d’oca, riuscendo nel miracolo di risultare funzionale al racconto e al contempo estremamente ambiziosa.
La fotografia di Paolo Carnera è talmente colorata e d’impatto da risultare surreale, dunque perfettamente in linea con il racconto. La scenografia di Roberto De Angelis ed i costumi di Massimo Cantini Parrini sono scelti e curati nei minimi dettagli. La tensione crescente alimenta un ritmo incalzante scandito dal respiro del protagonista (che si fa man mano più affannoso), dalla colonna sonora (realizzata dai Verdena) e dal montaggio di Walter Fasano decisivo nei momenti topici. Le interpretazioni sono tutte molto riuscite, si percepisce che le attrici e gli attori abbiano dovuto scavare nei propri meandri più nascosti per raggiungere questo livello. Impossibile non soffermarsi su Elio Germano che riesce a trasmettere l’ampissima gamma di emozioni e sfumature del suo personaggio.
Insomma, se tutto funziona così bene ed i reparti eccellono in questo modo vuol dire che i direttori d’orchestra dietro la macchina da presa, comunemente noti come registi, sono grandi.
Questo è un’opera libera, che sorvola e trascende gli schemi dei generi per superarli. Ciò non denota mancata conoscenza delle regole, ma al contrario grande consapevolezza e padronanza del mezzo.
Un’esperienza unica, che come tale va vissuta. La visione in sala è imprescindibile.
Astenetevi dal giudizio estemporaneo e lasciate crescere il film dentro di voi, perché vi assicuro che non termina con i titoli di coda.
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[+] una boiata pazzesca
(di giuseppep47)
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piebo_21
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sabato 15 gennaio 2022
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sogno l''america ma vivo a latina
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I fratelli D’Innocenzo proseguono il loro personale discorso sulla famiglia, (dopo l’ottimo esordio ne ‘La Terra dell’abbastanza’ e il controverso ‘Favolacce’), in un thriller origniale, dai risvolti psicologici, ambientato a Latina. Il protagonista è Massimo, interpretato magistralmente da un’ispiratissimo Elio Germano, attore ormai di riferimento per i fratelli romani, che si addentra in un ruolo intenso e turbato. Massimo è il tipico borghese con un ottimo lavoro, una bella villa nella quale vive con le sue due figlie e sua moglie, che sembrano essere uscite da una fiaba, sfuggenti e fatue.
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I fratelli D’Innocenzo proseguono il loro personale discorso sulla famiglia, (dopo l’ottimo esordio ne ‘La Terra dell’abbastanza’ e il controverso ‘Favolacce’), in un thriller origniale, dai risvolti psicologici, ambientato a Latina. Il protagonista è Massimo, interpretato magistralmente da un’ispiratissimo Elio Germano, attore ormai di riferimento per i fratelli romani, che si addentra in un ruolo intenso e turbato. Massimo è il tipico borghese con un ottimo lavoro, una bella villa nella quale vive con le sue due figlie e sua moglie, che sembrano essere uscite da una fiaba, sfuggenti e fatue. Sembra essere tutto perfetto. Poi si va più a fondo. In cantina, ad esempio.Un protagonista di cui non riusciamo ad avere una piena visione, i vetri contro i quali si staglia non ne definiscono i contorni, sembra quasi avvolto dal paesaggio silenzioso e alienante di Latina. Anche nel disegno che fanno di lui le proprie figlie, appare una figura indefinita e turbata. I D’innocenzo esprimono al meglio il loro stile e lo mettono al servizio di un thriller psicologico dai ritmi serrati, ma mai noioso. Ogni scena è costruita maniacalmente grazie a una messa in scena curatissima, che ci aiuta a comprendere le sfaccettature emotive e caratteriali del protagonista, anche grazie all’uso sapiente dei primi piani. Diverse sono le scene che colpiscono, grazie a una fotografia dai forti contrati cromatici e al particolarissimo uso del suono, costruito sull’angoscioso respiro del protagonista e sull’alterazione dei piccoli suoni. Le ottime musiche dei Verdana ci aiutano ad entrare in un mondo misterioso ed inquietante.Un film intimo e originale, che non sente il bisogno di appagare, che fa dubitare e che sconvolge, e che non abbandona superficialmente lo spettatore una volta usciti dalla sala, ma che rimane attaccato umidamente alla pelle, come le paludi di Latina. Si parla anche di solitudine, di mancanza di amore, che in una vita costruita maniacalmente, senza sbavature, sembra quasi una cosa superflua da avere. Una vera esperienza.Una sinfonia filmica sui turbamenti della psiche.
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gianfranco
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martedì 1 febbraio 2022
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in bilico tra lucidità e follia
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Una splendida villa immersa nel verde lussureggiante di Latina e una famiglia che và d'amore e d'accordo,sono il perno principale attorno cui ruota l'esistenza del nostro protagonista.Un'esistenza in cui tutto sembra essere vissuto nella più assoluta normalità ed armonia,un'esistenza quasi perfetta.Massimo è un uomo per bene,riverente e rigoroso sia con sua moglie e le sue due figlie che ama più di qualsiasi altra cosa,che con i suoi pazienti e i suoi colleghi di lavoro.Si può dire,insomma,che dalla vita abbia davvero tutto;un lavoro appagante,alcuni amici,ma soprattutto una famiglia unita.All'improvviso,tutto prenderà una direzione inaspettata,quando dopo essersi intrattenuto più del solito in una piacevole conversazione con la moglie ed essere rimasto da solo in casa,l'uomo deciderà di scendere giù in cantina,dove troverà una ragazzina incatenata e imbavagliata,che romperà da subito il delicato equilibrio che sino a quel momento aveva fatto parte della sua vita.
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Una splendida villa immersa nel verde lussureggiante di Latina e una famiglia che và d'amore e d'accordo,sono il perno principale attorno cui ruota l'esistenza del nostro protagonista.Un'esistenza in cui tutto sembra essere vissuto nella più assoluta normalità ed armonia,un'esistenza quasi perfetta.Massimo è un uomo per bene,riverente e rigoroso sia con sua moglie e le sue due figlie che ama più di qualsiasi altra cosa,che con i suoi pazienti e i suoi colleghi di lavoro.Si può dire,insomma,che dalla vita abbia davvero tutto;un lavoro appagante,alcuni amici,ma soprattutto una famiglia unita.All'improvviso,tutto prenderà una direzione inaspettata,quando dopo essersi intrattenuto più del solito in una piacevole conversazione con la moglie ed essere rimasto da solo in casa,l'uomo deciderà di scendere giù in cantina,dove troverà una ragazzina incatenata e imbavagliata,che romperà da subito il delicato equilibrio che sino a quel momento aveva fatto parte della sua vita.L'uomo,infatti,in seguito non sarà più la stessa persona di prima,ma inizierà ad essere vittima di continue allucinazioni,a sentirsi perseguitato da tutti(persino dal suo più fidato amico) e ad avere un rapporto sempre più distaccato e conflittuale con la moglie,la quale cercherà in tutti i modi di aiutarlo,proponendogli come unica soluzione,quella di recarsi da uno psicologo.Massimo,tuttavia,vedendosi minacciato e credendo che la moglie voglia farlo internare per sbarazzarsi di lui,avrà una reazione irruenta che lo porterà a compiere un gesto tanto estremo quanto insano,che avrà sia su di lui che sulla sua stessa famiglia,un effetto irreversibile.I gemelli d'Innocenzo,mettono quì più che mai in primo piano le fragilità dei rapporti umani,usando come espediente quello della cantina(dopo l'incontro fortuito con la ragazza,Massimo vedrà non solo il proprio mondo e le proprie certezze sgretolarsi),ma sarà suo malgrado costretto a doversi confrontare con il lato oscuro di se stesso,sprofondando in quel baratro della disperazione,da cui non riuscirà mai più a risalire.Mai come in questo lungometraggio,infatti,la tensione è tutta cerebrale;le scene di violenza colpiscono e affascinano,ma la vera forza(oltre alla straordinaria interpretazione di Elio Germano), è nei dialoghi che qui più che mai brillano e che sono usati con magistrale eloquenza,per descrivere gli abissi più reconditi dell'animo umano,ove le paure più profonde e gli incubi più mostruosi riescono ad insidiarsi nella mente del protagonista,rendendolo prigioniero inconsapevole della propria alienazione mentale,che lo porterà in ultimo a un lento e inevitabile processo autodistruttivo.Il finale non chiarisce,nè da spiegazioni alcune,ma ci pone davanti a una serie di interrogativi,costringendoci a guardarci dentro e ad andare al di là delle semplici apparenze,facandoci vivere sino in fondo il dramma di un uomo che in realtà appartiene a tutti e a cui nessuno potrebbe sottrarsi,anche se lo volesse.
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