wolvie
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domenica 21 marzo 2021
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memoria inamovibile
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Il documentario attraversa i sessantanni di carriera di Alberto Sordi, riuscendo a toccare molti aspetti della sua filmografia e sopratutto della sua vita privata, senza soffermarsi troppo sugli esordi e sul successo dell' "Americano a Roma" (già ampiamente narrati tramite fiction o speciali televisivi), riuscendo a fare emergere, grazie a preziose interviste e documenti d' archivio, il lato più sentimentale legato all' uomo, facendocelo apprezzare ancora di più : la morte della sorella, la beneficenza non ostentata e sopratutto un' attenta analisi del declino, narrata anche per mezzo dei suoi ultimi film: "Nestore, l' Ultima Corsa" del 1994 ed " Incontri Proibiti" del 1998, ( ricordo la mia presenza a Venezia, durante il festival quando vidi la Marini, rappresentazione Anitesca/Felliniana, ma legata al passato delle occasioni perdute ), non proprio campioni d' incassi, ma evoluzione/involuzione del regista/attore che tenta di raccontare la malinconia della senilità/vecchiaia inesorabile, che viene immaginata benissimo nel ricordo di Carlo Verdone, quando ci narra della scivolata con caduta a terra di un Sordi anziano al ristorante.
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Il documentario attraversa i sessantanni di carriera di Alberto Sordi, riuscendo a toccare molti aspetti della sua filmografia e sopratutto della sua vita privata, senza soffermarsi troppo sugli esordi e sul successo dell' "Americano a Roma" (già ampiamente narrati tramite fiction o speciali televisivi), riuscendo a fare emergere, grazie a preziose interviste e documenti d' archivio, il lato più sentimentale legato all' uomo, facendocelo apprezzare ancora di più : la morte della sorella, la beneficenza non ostentata e sopratutto un' attenta analisi del declino, narrata anche per mezzo dei suoi ultimi film: "Nestore, l' Ultima Corsa" del 1994 ed " Incontri Proibiti" del 1998, ( ricordo la mia presenza a Venezia, durante il festival quando vidi la Marini, rappresentazione Anitesca/Felliniana, ma legata al passato delle occasioni perdute ), non proprio campioni d' incassi, ma evoluzione/involuzione del regista/attore che tenta di raccontare la malinconia della senilità/vecchiaia inesorabile, che viene immaginata benissimo nel ricordo di Carlo Verdone, quando ci narra della scivolata con caduta a terra di un Sordi anziano al ristorante.
Pregevole
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elgatoloco
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sabato 14 agosto 2021
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notevole docufim su sordi
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"Siamo tutti Alberto Sordi?"(2020, Fbarizio Corallo regista e coautore con Giovanni Piscaglia), è una paziente ricostruzione, in docufilm, della vita di "Albertone", dagli inzi, dalla "bocciatura"all'Accademia d'arte drammatica milanese al successo portentoso nei film, come attore, ma poi anche come sceneggiatore e regista. Si indaga su Sordi uomo oltre che artista, mettendo in luce la sua natura schiva in casa rispetto a quella "estroversa"che si è vista in pubblico e nei film, accentuata dalla morte, all0inziio degli anni 1970, della sorella Nerina. Si parla dei tanti amori dell'attore, mai arrivato(per scelta, per volontà di dedicarsi unicamente al suo lavoro)al matrimonio , di varie vicende della sua vita sempre in relazione con i suoi film, della sua religiosità data anche dalla"paura dell'inferno"(ma da registare, in tal senso, i ricordi.
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"Siamo tutti Alberto Sordi?"(2020, Fbarizio Corallo regista e coautore con Giovanni Piscaglia), è una paziente ricostruzione, in docufilm, della vita di "Albertone", dagli inzi, dalla "bocciatura"all'Accademia d'arte drammatica milanese al successo portentoso nei film, come attore, ma poi anche come sceneggiatore e regista. Si indaga su Sordi uomo oltre che artista, mettendo in luce la sua natura schiva in casa rispetto a quella "estroversa"che si è vista in pubblico e nei film, accentuata dalla morte, all0inziio degli anni 1970, della sorella Nerina. Si parla dei tanti amori dell'attore, mai arrivato(per scelta, per volontà di dedicarsi unicamente al suo lavoro)al matrimonio , di varie vicende della sua vita sempre in relazione con i suoi film, della sua religiosità data anche dalla"paura dell'inferno"(ma da registare, in tal senso, i ricordi.testionianza di Virttorio Gassman, amico e collega). Interventi di amci(Carlo e Luca Verdone, Christan de Sica, Dino e Marco Risi e vari altri, oltre al citato Gassman)di critici8in primis Goffedo Fofi, che su Sordi ha scrtitto molto, in varie occasioni e sempre con rara intelligenza,ma a suo modo anche Walter Velrtoni e persino, pur se con meno competenza, Francesco Rurelli), a comporre un puzzle convincente, che comunque rimane in qualche modo"aperto". Senza voler parlare di un"engima Sordi"è chiaro che la sua vita e la sua opera presentano tratti da approfondire ancora, senza voler, banalmente, "spiegare tutto". Un ricoro perosnale: circa 15 anni fa un'amica attrice teatrale mi diceva, "Mai sa che Alberto Sordi adervia al?...."(movimento cattolico clericale di destra). La mira rispota, piccata e non troppo gentile: "Francamente non me importa nulla. Non credo sia questa la maniera per giudicare un arrista di tale importanza". Credo che, messo alla prova, risponderei ancora così. Nn èp un banale riduzionismo politicistico a spiegare le cose, specie quando tutto rimane molto aperto. Certe "disposizioni"umane sono insondabili, anche se talora si crede che bastino chiavi intepretative ritenute"assolute"valide forever, che poi si dimostrano suscetibili di chissè quante modifiche,... El Gato
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