Alcuni hanno definito il film Semina il Vento ambientalista, ma sembra riduttivo. Trasuda di certa cultura del sud. Una generazione di "vinti", per cui l'unico modo per affrontare i problemi è solo cambiare padrone da cui essere schiacciati. Dall'industrializzazione selvaggia, cha tanto aveva promesso e nulla ha dato, al malaffare. L'illecito viene visto come l'unica salvezza . Una generazione di "vinti" senza futuro, perchè si non crede nei propri figli e nella loro possibilità di costruire qualcosa di migliore di quello che loro hanno lasciato. Le ambientazioni, il gioco di luci ed ombre, parlano e sottolineano le emozioni e i momenti di desolazione, che scorrono sulla pellicola. In alcuni momenti, i luoghi e la protagonista sono un tutt'uno. Il suo respiro è il respiro della terra, degli alberi e di tutti gli esseri viventi. Paesaggi sublimi deturpati dall'acciaio. La "modernizzazione" è giunta come uno sciame di cavallette, ha preso, distrutto, inquinato, ma i "vinti" rimangono tali , solo più poveri di prima. Oramai non hanno neppure più la terra, che aveva garantito loro la sopravvivenza per tante generazioni. Rendendo poveri anche di valori del rispetto delle cose viventi, inseguendo la chimera di una promessa mancata, di facile benessere e di una vita sollevata dalla fatica. Vediamo rappresentata una famiglia insesistente, ognuno perso nel suo mondo tormentato, triste e desolato. Entità che vivono sotto lo stesso tetto, ma che non condividono nulla. Silenzi assordanti e segreti scorrono tra le mura della casa. La famiglia non è il luogo del supporto, nè il focolare accogliente. L'aria cupa e poco illuminata, così come la semplicità della casa, sottolinea la sconfitta. Unica nota di calore, si potrebbe dire quasi "umano" e affettività, per la giovane protagonista una piccola gazza. Fa riflettere la scelta di un animale come simbolo d'incarnazione dello spirito libero, della terra, di una nonna scomparsa e tanto amata. Nonna che aveva insegnato la tenacia e il rispetto per le cose viventi. Nello svolgersi degli eventi, i dialoghi inizialmente scarni, segnano il ritmo lento, che poi diviene convulso. Si evidenzia una terra in fondo ancora antica, in cui accanto alla religiosità, convivono credenze pagane e popolari, talvolta magiche e stregonesche. Alla preghiera viene affidata la speranza della soluzione dei problemi di soppravvivenza di una generazione, che non combatte nè per se stessa, nè per i propri figli e che li sottovaluta. Il valore dell'amicizia , appare più alto e forte, rispetto ad una famiglia, che non risponde ai bisogni affettivi e che ha tradito le speranze. Di contro viene presentata una nuova giovane generazione, che non si fa intimorire e non si lascia "inquinare", da false credenze. Una generazione di figli che ha più cultura e conoscenze dei propri genitori. Saranno proprio quelle conoscenze e quella determinazione, che porteranno alla soluzione, con un pizzico di "stregoneria" popolare, un piccolo aiuto della nonna, che è anch'essa quella terra.
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