Fabrizio Tassi
Cineforum
Una strada sterrata in mezzo al nulla. Un check point. Un uomo che ha bevuto troppo e ha dimenticato il passaporto. Niente che non si possa risolvere con il dialogo e un minimo di umana comprensione. Ma nel Donbass non c'è più nulla di ordinario e banalmente umano. Le parole diventano armi, il caos è la regola, la violenza si scatena all'improvviso. Sotto un cielo bianco e vuoto, dentro una luce brutale, che definisce i volti e i corpi (gli individui, soli) ma cancella lo sfondo (il mondo), il preside di una scuola si ritrova nei panni di un aspirante terrorista, con un kalashnikov nel bagagliaio (i ragazzi devono allenarsi alla guerra), in un avamposto militare senza senso, dove bazzicano anche delle ragazzine (fuori campo, forse sì, forse no). [...]
di Fabrizio Tassi, articolo completo (3850 caratteri spazi inclusi) su Cineforum 3 settembre 2020