Sergio Sozzo
Sentieri Selvaggi
C'è sempre un momento, nei quattro stalli di cui è composto Bad Roads, in cui tutto si ferma, un istante quasi impercettibile di sospensione in cui i personaggi si guardano, zittendosi, e tutto minaccia di poter evolvere in una esplosione terribile di violenza: è l'immagine stessa la prima a cui prende un fremito, e poi tutt'intorno ai protagonisti qualcosa sembra sussultare. Dura un secondo, poi qualcuno inavvertitamente sorride, e prende una decisione spesso inaspettata. È vero, c'è sempre un punto che non vediamo, fantasmi in ognuna delle storie che Natalya Vorozhbit attraversa: la ragazzina intravista dal preside al posto di blocco, il militare che la giovane innamorata aspetta alla fermata del bus, il plotone al di là della porta "mai chiusa a chiave" dietro la quale è prigioniera la terza protagonista, e la gallina investita con l'auto dalla donna dell'episodio finale. [...]
di Sergio Sozzo, articolo completo (3155 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 4 settembre 2020