Mario Mazzetti
VivilCinema
Una città portuale della Corea del Sud, Pyeongtaek, dagli spazi sconfinati al- ternati a quartieri soffocanti; l'immancabile pioggia che cade su esistenze rese precarie da rovesci di fortuna e dalla vana promessa di seconde possibilità. Tracolli, inganni, difficoltà economiche e "polli" da spennare portano una galleria di personaggi a immaginare la svolta, a oltrepassare la soglia del crimine, approfittando di un'occasione propizia: una borsa piena di soldi. Nido di vipere, premiato al Festival di Rotterdam, introduce i suoi personaggi con la cadenza dei film corali, intrecciandone le vicende con gli ingredienti del noir: i debiti che una fidanzata sparita nel nulla ha lasciato a un funzionario di dogana perseguitato da uno strozzino; una giovane moglie costretta a prostituirsi che approfitta di un immigrato cinese per liberarsi del marito violento; un padre di famiglia, tra le vessazioni alla sauna dove fa l'inserviente e la demenza dell'anziana madre, custodisce la già citata borsa piena di soldi trovata in un armadietto. [...]
di Mario Mazzetti, articolo completo (2536 caratteri spazi inclusi) su VivilCinema settembre 2022