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Marco Romagna
Quinlan
Un chiodo fisso dopo l'altro, fra ossessioni e ispirazioni. Erano la principale occasione di festa cittadina, le Gimnopedie che ogni estate animavano Sparta e la cittadinanza pronta ad accorrere in massa nel suo anfiteatro all'aperto. Probabilmente, dopo le Olimpiadi, l'evento pubblico in assoluto più imperdibile per quella civiltà ellenica di pochi secoli anteriore a Cristo. Una manciata di giorni in cui si annullavano le classi sociali, con gli Iloti temporaneamente liberi dai loro doveri di schiavi accalcati sugli spalti insieme ai padroni Spartiati e Perieci, per una cerimonia centrale nella vita dell'intera non tanto per la spettacolarità intrinseca nelle esibizioni rituali di uomini nudi, quanto per la profonda sacralità delle giornate, vere e proprie celebrazioni religiose fatte di squadre, di voci e di corpi che riflettevano nel presente e nel futuro quella che era stata la gloria passata di Sparta. [...]
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