"LUcky"(Natasha Kermani, screenplay di >Bea Grant, 2020), parla di una donna, scrittrice di libri.-ora dalle quotazioni in ribasso-di autodifesa femminile o comunque improntati alla prese di coscienza femminile, che, poco supportata dal marito e meno ancora dalle autorità preposte alla difesa delle incolumijtà personali, vine regolarmente afgredita in casa, ogni sera, da un"Misterioso"uomo maschertato che, nonsotnate sia stata regolarmente ferito dalla donna, in modo anche grave, si riprresenta sempre quasi non gli fosse stata inferta alcuna ferita... I giorni passano, le aggressioni si ripetono, anche a danno della cognata, ma non c'è alcun risultato a livello investtigativo, anzi sembra che la polizia si burli(o quasi)della donna aggredita, fino a un colpo di scena dove la donna "vuol fare tutto da sola", scoprendo una verità che è nettamente diversa da quella che si aspettava, anche se tale verità rimane comunque"ambigua", osciallnte, sostanzialmente indefinita.
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"LUcky"(Natasha Kermani, screenplay di >Bea Grant, 2020), parla di una donna, scrittrice di libri.-ora dalle quotazioni in ribasso-di autodifesa femminile o comunque improntati alla prese di coscienza femminile, che, poco supportata dal marito e meno ancora dalle autorità preposte alla difesa delle incolumijtà personali, vine regolarmente afgredita in casa, ogni sera, da un"Misterioso"uomo maschertato che, nonsotnate sia stata regolarmente ferito dalla donna, in modo anche grave, si riprresenta sempre quasi non gli fosse stata inferta alcuna ferita... I giorni passano, le aggressioni si ripetono, anche a danno della cognata, ma non c'è alcun risultato a livello investtigativo, anzi sembra che la polizia si burli(o quasi)della donna aggredita, fino a un colpo di scena dove la donna "vuol fare tutto da sola", scoprendo una verità che è nettamente diversa da quella che si aspettava, anche se tale verità rimane comunque"ambigua", osciallnte, sostanzialmente indefinita. "Luck"che è stato scritto, come film, da Bea Grant, attrice protagonista del film , può essere letto sia in chiave di psicanalisti lacaninana(Il fantasma dell'"altro", per riassumere)sia invece di puro film horror fantastico e, se è vero che il fantastico(ammesso che si possa rubricare il film come tale, attriburilo al genere horror fantastico, che peraltro ha tante sfaccettature)apre sempre varie possibilità, tra la"soluzione razionale"e quella invece totalmente"altra"(diversa comunque dalla razionalità)il film come tale non convince, per la difficoltà di rendere crredibile l'accuimulo progressivo di tensione che porta a qualcosa di definito o invece di indefnito, dove il finale non svela, forse volutamente, l'"arcano".o meglio fa intuire(lascia inutire, diremmo meglio)possibilità che non sono ben chiare, anzi rimangono volutamente"indistinte", Lo sforzo attorale della Grant è comunque notevole e da apprezzare come tale, anche se non" porta a una reale convinzione, da parte di chi guarda, o meglio non convince, rimanendo in quella forma di"indistinzione"-"indeterminatezza"che non fa essere credibile un'opera che comunque lavora principlamente con immagini e per mezzo delele stesse. A livello interpretativo, Druh Uday Singh(Ted, il marito)non appare molto convincente e anche qui l'indeterminatezza domina senza molto senso(e anche senza nonsense), Leith M.Burke, nella parte dell'aggressore, recita come fosse un automa, gli/le altri/e interpreti non convincono particoalrmenete, per cui il film rimane, diremmo, "al di qua del guado". El Gato
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