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RIspetto a Howard Phills Lovecraft, grandissimo scrittore fantastico-horror, ma anche saggista, ispirato dall'evoluzionismo darwiniano, che ormai era già qualcosa di anntecedente ma che si poneva comunque come qualcosa di"altro", le alternative erano due: o trarre spunto dai suoi racconti e romanzi(segnalo, a tal propoosito, il fatto che sia stata un'impresa filologica non da pooc, ricostruire le vere opere dell'autore, scomparso ormai più di 80 anni fa, al netto di manipolazioni, attribuzioni incerte etc...)oppure proporre qualcosa di nuovo, che in qualche modo prenda spunto dal"gotico"lovecraftiano, dalle sue storie di "horror fantastico", come ormai convenzionalmente si fa, a livello di determinazione di genere letterario (e dunque anche filmico), ma che sia nuovo e"diverso". Qui gli autori(dove è obbligo citare almeno Misha Green e Jordan Peele, ma non solo loro, pur se hanno dirito alla"prioirità"), con intelligenza, hanno scelto di ispirarsi alla storia lovecraftiana complessivamente intesa, proponendo però altro, segnatamente un'alternativa "anti-razzista", ambientando il tutto negli anni 1950, quando la discriminazione degli Afroamericani rispetto agli "WASP"era ancora forte, dove è da ricordare che, invece, a livello saggistico-teorico, Lovecraft si situava decisamente in senso razzista, discrimiando "senza timore"tra una razza"eletta"(nordico-germanica, anglosassone)e tutto il resto del mondo, dove è ben chiaro che riservasse ai"Neri"qualifiche non proprio lungihiere. Il film(lo"show"lo ha definito qualcuno, ma personalmente mi sembra una definizione inopportuna), invece, contrappone degli Afroamericnai desiderosi di migliorare la propria condizione sociale al razzismo tetragono che incontrano nel loro percorso. IL militare o meglio ex-militare Atticus Black(cognome certo più che solamente "simbolico"...,) che era stato "eroe di guerra"in Corea che percorre il paese(intendendo gli States nella loro totalità) alla ricerca delle eredità(intese più che altro in maniera diversa dal consueto)paterne trova, altro rispetto a quanto si aspettava di trovare e qui inizia la storia di moistri, libri"maledetti"(tema lovecraftiano tipico,ma qui, nella serie TV, non si parla piùdel mitico"Necronomicon"di Chambers e poi di Lovecraft). "La magia è in mano ai bianchi"si dice a un certo punto, intendendo la"magia nera"(non è gioco di parole, attenzione), dove tutta una serie di lotte, incantesime, sette si incentrano rispeotto a temi forti qui molto ben sviluppati. Molto azzeccati i registi e gli interpreti, per una serie coinvolgente, senz'altro una delle migliori e più intelligenti tra quelle proposte di recente in TV. Avrà quaasi certamente dei sequel e forse dei prequel, non lo sappiamo ancora.... El Gato
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