Trama intricata su un soggetto semplice semplice dei fratelli Manetti per un film dimenticabile, zeppo di cliché del cinema di genere, diretto una giovane regista, Milena Cocozza, che ha avuto almeno il coraggio di cimentarsi nell’horror, un genere per cui notoriamente il cinema nostrano è negato da tempo immemore, almeno dalla morte artistica di Argento in poi. Si sprecano i riferimenti ad altri film dello stesso tipo, uno per tutti 1921-Il mistero di Rookford, dei quali risulta un clone all’italiana molto parlato e poco agito. Si salva Carolina Crescentini nella convincente interpretazione della protagonista, la dottoressa alle prese con il solito fantasma del bambino, e Peppe Servillo per il cameo del Vescovo.