Aspromonte - La terra degli ultimi |
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Un film di Mimmo Calopresti.
Con Valeria Bruni Tedeschi, Marcello Fonte, Francesco Colella, Marco Leonardi.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 89 min.
- Italia 2019.
- IIF - Italian International Film
uscita giovedì 21 novembre 2019.
MYMONETRO
Aspromonte - La terra degli ultimi
valutazione media:
3,23
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Gli ultimi sono diventati i primidi MAURIDALFeedback: |
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martedì 26 novembre 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Quando si vogliono ritrovare le proprie radici ,bisogna affondare i piedi nella terra. In questo film pieno di di immagini dove il vero è reso con un ricercato “verismo “ addirittura con una scelta iperrealista ,le inquadrature si soffermano sui piedi nudi dei personaggi che affondano nel fango dei luoghi abitati da gente poverissima , dai paesani di Africo vecchio paesino arroccato sulle montagne dell’Aspromonte calabrese . Con quelle inquadrature di povera gente contadini e pastori che affondano nella povertà di una Calabria anni cinquanta , anche il regista ha voluto riaffondare la propria memoria in quegli anni e in quei luoghi dove ha vissuto e da dove è partito come hanno poi fatto tutti gli altri abitanti alla fine della storia. Un vissuto che riemerge nelle figure tipiche dei paesini del sud Italia agricolo e pre industriale. A personaggi tipo il prete , Il sindaco Il commissario di Polizia il brigadiere dei Carabinieri . In quella realtà calabrese ,così come in Sicilia e anche altrove, si affianca un Don con lupara o pistola, ma anche un medico condotto e la maestra elementare che veniva dal Nord come una missionaria o si direbbe oggi una volontaria umanitaria per portare elementi di civiltà in quelle popolazioni di frontiera. Il caso narrato dal film è infatti proprio di un paesino remoto ai margini di una lontana frontiera del benessere normale che viene evocata come la marina ovvero la parte di Africo abitata sul mare giù dalla montagna ,Una divisione del sopra e sotto che viene ben resa dal fatto che non esisteva una strada né carrozzabile ma neanche pedonale tra le due zone bensì una fangosa mulattiera per animali. Qui si sofferma la storia narrata della disgrazia accaduta ad una donna del paese morta di parto col figlio per non essere stata soccorsa dal medico per la mancanza di collegamenti stradali . Dunque la storia parte proprio dagli ultimi dai poverissimi che muoiono di fame e di stenti senza diritti e senza alcuna garanzia di vita civile . Un popolo che abbandonato dal potere legale dello Stato si deve assoggettare agli unici poteri esistenti sul posto il Don parroco e il Don padrino ovvero il mafioso locale che non esita a sparare sugli uomini che organizzati dalla disperazione iniziano a costruirsi da soli una strada lastricata di pietre e massi squadrati che unisca il paese con la marina di sotto. Anche le autorità legali sindaco e prefetto sono contro i paesani perché la neo strada in rudimentale costruzione è in effetti abusiva e senza alcuna norma di sicurezza ma in tale circostanza i poteri si uniscono per reprimere l’unica istanza di ribellione civica che ad opera di alcuni uomini contadini e pastori ma anche donne e ragazzini e la maestra di scuola forestiera di Como si realizza con una decisa insolita Unità di forze e intenti contro tutti poteri e contro tutti le autorità . Dunque Calopresti anarchico e regista che ricostruisce una storia forse accaduta tanti anni fa in un paesino Africo ,della Calabria scordata . Direi un film di socio storia del nuovo verismo da Visconti per l'alto livello di formalizzazione che caratterizza il film, nei valori compositivi dell’immagine , passando per Rosi finendo a Pasolini ma forse anche attraversando Anghelopulos e Ken Loach. Dunque un socialismo democratico e umanitario forse il messaggio di Calopresti interpretato attraverso un Marcello Fonte , un Marco Leonardi un Sergio Rubini e una Valeria BruniTedeschi , sempre glamour, si riafferma la radice nella terra del regista ma il cameo della parlata calabra di miss Calabria Elisabetta Gregoraci , nel finale del film direi oscura tutti e ci riporta a una più rapida uscita dal cinema per un happy end con gli amici cinefili.( mauridal) .
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