Noi

'US – Noi', il nuovo film di Jordan Peele dopo l'esordio con 'Get Out – Scappa', è un altro gioco al massacro, un altro incubo che scava nell'interiorità degli americani e della società US(A), manifestandone le paure più paure più profonde e indefinite, non soltanto legate alla questione razziale.
L'opera è un interessante horror socio-politico, intelligente e stratificato, intrigante e teso, ricco di inquietudine e fascino.
E' nella lucida e cupa riflessione sull'Uomo nella sua Storia, che risiede l'intenso, autentico senso d'orrore del film, non nel trauma rimosso che proviene del passato della protagonista (la molto brava Lupita Nyong'o) o nelle geometriche e perturbanti dinamiche da home-invasion movie.
Tra indizi, false piste, citazioni, perverse ironie, lotte per la sopravvivenza e complesse allegoriche interpretazioni, questo ambizioso film è solo in apparenza un horror psicologico sui tormenti della borghesia nera verso i fantasmi del proprio passato; in realtà è un lucido e potente incubo, collettivo e contemporaneo, su un'intera nazione messa di fronte ad uno specchio-riflesso allucinante e predittivo.
L'ottima regia e un sapiente montaggio, l'atmosfera sospesa e l'efficace impianto visivo-sonoro della magnetica messinscena, porta i suoi personaggi verso un'amara auto-consapevolezza: il peggior nemico dell'uomo rimane sempre se stesso. Le ombre vendicative dei protagonisti sono copie a metà strada tra gli ultra-corpi di Siegel e gli zombie di Romero, ma soprattutto sono ombre del secolo scorso, ombre dell'umana natura e delle tante ingiustizie socio-culturali prodotte dalla sua immaturità civile.
E' con questo doppio non voluto che siamo costretti a fare i conti. In fondo fa parte di noi, siamo noi...