Tutto il mio folle amore |
||||||||||||||
Un film di Gabriele Salvatores.
Con Claudio Santamaria, Valeria Golino, Diego Abatantuono, Giulio Pranno.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 97 min.
- Italia 2019.
- 01 Distribution
uscita giovedì 24 ottobre 2019.
MYMONETRO
Tutto il mio folle amore
valutazione media:
3,23
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
||||||||||||||
|
||||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Due grandi interpretazioni tra rapporti confusidi Sergio MangiatordiFeedback: 2 |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
sabato 26 ottobre 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La grande forza del film sono l’interpretazione di Pranno e quei ambienti originali unici delle campagne slave. Ma mentre Salvatores ed i sceneggiatori Contarello/Mosetti sviluppano un film basato su un tema apparentemente sensibile verso la diversità e l’handicap, lo squilibrio tra i diversi rapporti, ed in particolare tra i due padri, tradisce l’implausibile falsità (nonostante tratta una storia vera) e la voglia di costruire semplicemente un “feel good movie” con grande capacità tecnica ma senza pretese di approfondimenti in un tema la cui scelta è solo furba. Mentre Willy, da una parte, si scopre finalmente padre (genetico) e riscatta il figlio Vincent che dal suo concepimento ha negato, introducendolo con amore nel disordine della sua vita, Abatantuono, dall’altra parte, da forma al personaggio più sfigato del film (Mario) in cui è proprio il vero amore che gli viene negato, l’amore di un padre (adottivo) che tiene un figlio, “non suo” e “diverso”, ovattato in una vita accuratamente regolare. L’autismo giova maggiormente dalla “sicurezza” della regolarità o dalla “vivacità” dell’iregolarità? Il film risponde “la seconda che hai detto”. Ed infatti, l’amore appare monco, ammalato, inesistente nell’asettica regolarità dei rapporti tra madre, figlio ed il padre-non padre. Rapporti tecnicamente accennati nel film ma non “vissuti” nella scena. Così rimane solo spazio per quell’amore folle e improvvisato, tra Vincente e Willy, che trae origine esclusivamente negli istinti della genetica. Un film fatto forse senza grandi pretese dagli autori per cui diventa godibile se visto senza grandi pretese anche dal publico. Ma è il ricorso al, già usato, tema dell’autismo, dalla facile emozione, che rimane irritante per la furbizia anche (e soprattutto) in un film senza grandi pretese.
[+] lascia un commento a sergio mangiatordi »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Recensioni & Opinionisti |
Premi |
Multimedia | Shop & Showtime |
Nastri d'Argento (5) David di Donatello (1) Articoli & News |
Link esterni
|