Coinvolgendo la moglie Cristina e la figlia Anna,Ferrara ambienta nel quartiere romano di Esquilino un ritratto della propria carriera ed esistenza,con Dafoe(molto bravo) che oltre ad interpretarne l'alter ego richiama in un paio di sequenze "L'ultima tentazione di Cristo".Vuole riflettere sui fallimenti passati e l'astinenza dagli eccessi come una condanna per l'artista che proprio in essi trovava l'ispirazione,alternando lo scorrere monotono e semplice della vita ai momenti di rabbia e incomunicabilità tra Tommaso e la moglie,e rende le visioni e i sogni come unici sfoghi nel tormento per la sua repressione.La sincerità è indubbia e lo stile molto semplice con fotografia sobria e movimenti di macchina fluidi alternati a sprazzi bruschi funziona.
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Coinvolgendo la moglie Cristina e la figlia Anna,Ferrara ambienta nel quartiere romano di Esquilino un ritratto della propria carriera ed esistenza,con Dafoe(molto bravo) che oltre ad interpretarne l'alter ego richiama in un paio di sequenze "L'ultima tentazione di Cristo".Vuole riflettere sui fallimenti passati e l'astinenza dagli eccessi come una condanna per l'artista che proprio in essi trovava l'ispirazione,alternando lo scorrere monotono e semplice della vita ai momenti di rabbia e incomunicabilità tra Tommaso e la moglie,e rende le visioni e i sogni come unici sfoghi nel tormento per la sua repressione.La sincerità è indubbia e lo stile molto semplice con fotografia sobria e movimenti di macchina fluidi alternati a sprazzi bruschi funziona.Ma le allusioni al film di Scorsese per sottolineare il contrasto interiore(a partire dalla ripresa della sequenza in cui Gesù si estraeva il cuore dal petto)tra sregolatezze e l'educazione cattolica del protagonista(e del regista)sono didascaliche,e il tono generale è alquanto autoassolutorio.Belle musiche del fedele Joe Delia.Presentato fuori concorso a Cannes,e circolato solo tramite festival e rassegne,a dispetto della produzione nostrana.
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