The Specials è una commedia sociale, ma è soprattutto un’opera che, con delicatezza, senza ricorrere mai al ricatto emotivo o, peggio, morale, invita lo spettatore a riflettere intorno al tema dell’invisibilità. Sono infiniti i paria delle nostre società europee metropolitane: gli indigenti stipati nei palazzoni abbandonati delle periferie, i senzatetto, i bambini e ragazzi senza famiglia o deprivati a livello affettivo ed educativo, i malati cronici che non conosceranno guarigione.
The Specials sceglie di concentrarsi sui bambini ormai cresciuti affetti da disabilità mentale e inevitabile disregolazione affettiva, quei bambini cresciuti che non suscitano più il sorriso pietoso e, in fondo, tenero concesso all’infanzia, gli ex bambini disturbati divenuti ragazzi, spesso ragazzoni robusti, ora percepiti dagli altri come ingombranti, ora guardati con un sentimento di disfatta.
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The Specials è una commedia sociale, ma è soprattutto un’opera che, con delicatezza, senza ricorrere mai al ricatto emotivo o, peggio, morale, invita lo spettatore a riflettere intorno al tema dell’invisibilità. Sono infiniti i paria delle nostre società europee metropolitane: gli indigenti stipati nei palazzoni abbandonati delle periferie, i senzatetto, i bambini e ragazzi senza famiglia o deprivati a livello affettivo ed educativo, i malati cronici che non conosceranno guarigione.
The Specials sceglie di concentrarsi sui bambini ormai cresciuti affetti da disabilità mentale e inevitabile disregolazione affettiva, quei bambini cresciuti che non suscitano più il sorriso pietoso e, in fondo, tenero concesso all’infanzia, gli ex bambini disturbati divenuti ragazzi, spesso ragazzoni robusti, ora percepiti dagli altri come ingombranti, ora guardati con un sentimento di disfatta.
Vincent Cassel e Red Kateb accompagnano per mano questi ragazzi ‘speciali’ e, con loro, chi guarda nelle vicissitudini quotidiane dell’accudimento disperante, quello che non potrà mai risolversi nell’indipendenza dell’accudito. Lo fanno con gentilezza, evocando la passione della cura destinata a scornarsi con le istituzioni ‘ufficiali’, nel film incarnate dagli ispettori ministeriali sospettosi che allo slancio civile sovrappongo le automazioni burocratiche e le ragioni d’apparato.
Eppure The Special non si sorregge sul manicheismo, sulla spartizione del mondo tra buoni e cattivi, ma su una più sfumata partecipazione all’ordinarietà del disadattamento e ai problemi ‘triviali’ che ne conseguono. E, forse, manca solo un’indagine più accurata sui moventi, perché ogni storia d’altruismo è, in fondo, anche una storia d’egoismo. La solitudine di Bruno, ebreo in età da matrimonio che non riesce a interessarsi alle donne che incontra negli appuntamenti al buio organizzatogli dai suoi, è a malapena evocata, motore sotterraneo dell’abnegazione filantropica di lui che resta, però, solo intuito, privato di una profonda investigazione drammaturgica.
E forse è giusto così, perché The Specials è, soprattutto, la storia corale di un’utopia condivisa da due fratelli d’elezione, un’utopia inclusiva, e proprio questa utopia dolceamara d’integrazione e fratellanza è, del resto, quanto Éric Toledano e Olivier Nakache hanno dimostrato di saper inseguire meglio nel loro cinema umanistico, in quei loro film dal marchio inconfondibile di morbidezza e ironia, così singolarmente traboccanti d’umanità e di speranza.
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