I morti non muoiono |
||||||||||||
Un film di Jim Jarmusch.
Con Bill Murray, Adam Driver, Tilda Swinton, Chloë Sevigny.
continua»
Titolo originale The Dead Don't Die.
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 103 min.
- USA 2019.
- Universal Pictures
uscita giovedì 13 giugno 2019.
MYMONETRO
I morti non muoiono ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
||||||||||||
|
||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
L'apocalisse degli zombie affamati di wi-fi
di Emiliano Morreale La Repubblica
Una classica little town americana, poche centinaia di abitanti: ma diner, stazione di polizia, pompe funebri e addirittura un istituto di correzione per minori. Per mezz' ora, una descrizione svagata e quasi ipnotica, di quelle tipiche del regista, piena di tocchi irnoici e sornioni, piccole gag deliziose, popolata di volti noti: Bill Murray, Adam Driver e Chloë Sevigny sono i poliziotti, Tilda Swinton la truccatrice di cadaveri con passione per le katane, Tom Waits addirittura una specie di elfo dei boschi, e così via. Arriva l'apocalisse, in pratica, ma nessuno se ne accorge, o tutti negano: un po' come nel mondo reale. I ghiacciai si sciolgono, l'asse terrestre si sposta, i morti risorgono, affamati di carne umana e mossi da bisogni che ormai sono primari: "Wi-fi..." li si sente rantolare mentre vagano per strada con gli smartphone accesi, o "Xanax...". I primi zombie arrivano dopo mezz'ora di film, e i loro interpreti saranno una sorpesa per gli spettatori. Ma la regia non cambia registro al loro arrivo, e continua con quel suo tono leggero, imperturbabile come la recitazione dei suoi meravigliosi attori. Torneranno tutti i luoghi comuni del genere: l'assedio, lo sparare alla testa dei mostri, i ragazzini in fuga, l'afroamericano e il vecchio, perfino la mano artigliante che esce dalla tomba. Con l'eleganza dei maestri, Jim Jarmusch conduce il suo gioco senza strafare, e anche la cinefilia è autoironica e gentile, come se si sapesse, quello sguardo cosciente sul cinema, appartenere a un'altra epoca. E torna ovviamente (e non solo per via del cast) il mondo del regista, con qualche autocitazione e tanta memoria decantata. Al di là dei riferimenti politici diretti (le autorità che negano i cambiamenti climatici, un cane di nome Rumsfeld) quello che il film racconta, nella sua tonalità di fondo, sembra il nostro. Quest'America fuori del tempo in realtà siamo noi: un'umanità stanca, che al massimo può contare sulla saggezza zen di personaggi che osservano disincantati. In cui gli zombie sono appena un po' più zombie di noi, e dalle loro vene non esce sangue, ma cenere. Jarmusch rimane un po' dentro e un po' fuori la storia, i suoi personaggi la commentano, sanno di star recitando un copione, ci strizzano l'occhio e se non possono non combattere, lo fanno con leggerezza. Come il regista.
|