Sorry We Missed You |
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Un film di Ken Loach.
Con Kris Hitchen, Debbie Honeywood, Rhys Stone, Katie Proctor.
continua»
Titolo originale Sorry We Missed You.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 100 min.
- Gran Bretagna, Francia, Belgio 2019.
- Lucky Red
uscita giovedì 2 gennaio 2020.
MYMONETRO
Sorry We Missed You
valutazione media:
3,85
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Padroni (o schiavi?) di se stessidi FabioFeliFeedback: 25659 | altri commenti e recensioni di FabioFeli |
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domenica 5 gennaio 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ricky (Kris Hitchen) è sui 45 anni, vive a Newcastle ed ha appena perso il lavoro; la moglie Abby (Debbie Honeywood) lavora come infermiera-assistente familiare “free lance”. Hanno due figli: Liza Jane che accompagnerà, utile e silenziosa collaboratrice, il padre nel suo nuovo lavoro e Sebastian, apparentemente sfaccendato street artist, ma in effetti (giustamente) ribelle come era Ricky qualche lustro prima. La nuova occupazione di Ricky è effettuare consegne; la compagnia è piccola, ma agisce come i colossi del settore somigliando alla Company Store della canzone Sixteen Tons, nella quale la voce del “basso” dei Platters , Herbert Reed, spiega che ha venduto l’anima a quella compagnia ed è sempre pieno di debiti. Infatti Ricky non dipende formalmente dalla sua agenzia di consegne a domicilio, ma è un imprenditore di se stesso e il lavoro non ha limiti di tempo: se vuole guadagnare deve fare consegne, consegne, consegne. Sul furgone di Ricky pende un mutuo e se si guasta, egli utilizza l’auto della moglie costringendola a recarsi in autobus al lavoro. Ricky cerca di spiegare a Sebasian che deve studiare e laurearsi per … per fare la vita che fa lui, affogando nella fatica e nei debiti poco per volta … Ken Loach, già oltre gli 83 anni, costruisce film che ci stregano sempre; stavolta racconta l’ultima trovata del capitalismo o del padronato (per usare termini abusati, ma precisi e giustificati): chi lavora è imprenditore di se stesso, e può incappare in varie penali se non rispetta i tempi e gli impegni di lavoro. Se si vuole un giorno libero, bisogna trovare un sostituto, con una eventuale penale di 100 o più sterline. Malattia o sonno non contano: si lavora lo stesso. Più consegne si fanno, più si guadagna, ma anche si fatica di più. Ricky non deve perdere tempo neanche per fare la pipì e si inventa una bottiglia di plastica come pitale; patisce anche la beffa di qualcuno che, per capriccio o per rifiuto di una trappola truffaldina, non accetta il pacco: consegna inevasa uguale guadagno sfumato o addirittura penale da pagare se si guasta l’aggeggio che registra le consegne avvenute. La regia di Loach e la sceneggiatura di Paul Laverty non inventano; indagano sulla mutazione del lavoro: stavolta non piovono pietre, cadono macigni; l’erba non è più verde, ed erba e alberi sono in crisi e presto spariranno. Il film non può non accendere di rabbia, perché nessuno (neanche il regista) ha la ricetta per risanare il torto. Lo dice il titolo stesso del film, traducibile con “ci dispiace di non avervi risposto”. L’autore sembra dire: - Hai visto in che situazione ci siamo cacciati? Adesso cosa facciamo?- . Nessuno sa come uscire da questa situazione. Non citiamo la filmografia di Loach, ricca di opere amare e bellissime, né i premi cinematografici ottenuti. Raccomandiamo allo spettatore di mettere a fuoco il modo di raccontare la sua storia fino ai dettagli, seguire gli sguardi dei personaggi che sono frasi, ascoltare le loro 4 semplici parole ed il tono del dialogo che essi si scambiano. Così ci si potrà accorgere che la modifica del rapporto di lavoro cambia anche le relazioni personali scaricando sull’intero nucleo familiare pesi insostenibili; e sarà possibile capire – riducendo tutto all’osso – che un film può valere più di 10 dotte analisi economiche o di 100 comizi politici. Un film da non mancare. Valutazione **** FabioFeli
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