Piccole donne

La sceneggiatrice e regista Greta Gerwig è riuscita nella difficile impresa di rendere moderna e personale un'opera di fine Ottocento, il celebre romanzo 'Piccole donne' di Louisa May Alcott, non solo in un adattamento originale che mescola la struttura temporale dei due libri scritti sulle emozionanti vicende delle 4 sorelle March (in salti tra futuro e passato e con un finale totalmente reinventato), ma rilegge, reinterpreta e fa proprio lo spirito del romanzo e di ciò che voleva trasmetterci la scrittrice, coniugandolo ai tempi attuali e all'importante tematica dell'autodeterminazione femminile, dell'essere donna, ieri e oggi, in un mondo in cui a prevalere è spesso l'uomo. Non un 'semplice' remake dunque (dopo ben 4 trasposizioni cinematografiche già realizzate in passato), ma più di questo: è una emozionante riflessione sul ruolo della donna nella società, sull'affermazione personale, sull'arte, sulla libertà espressiva e individuale, sulla lotta per la libertà e il rispetto delle proprie scelte, sulla sorellanza, il valore degli affetti e della famiglia, sul Tempo che passa, sul dolore di dover crescere e diventare adulti, sulla nostra difficile esistenza in questo mondo.
La pellicola ha ritmo, una coinvolgente messinscena, sa trasmettere la freschezza e la spontaneità giovanili, sa esserlo a sua volta, grazie all'eccellente lavoro di scrittura e all'interpretazione delle brave attrici. Uno dei migliori adattamenti cinematografici di un romanzo epocale: interessante e piacevole, sa immergere lo spettatore nelle atmosfere delicate e commosse della dinamica vita delle 4 sorelle; e sa farlo addentrare nell'interiorità di ognuna di loro. Per provare alla fine a farci conoscere e comprendere un po' di più la complessità delle loro anime, ma soprattutto, a farci amare un po' meglio la natura femminile e le donne...