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Parasite |
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Un film di Bong Joon-ho.
Con Song Kang-ho, Lee Sun-kyun, Yeo-jeong Jo, Choi Woo-Sik.
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Titolo originale Parasite.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 132 min.
- Corea del sud 2019.
- Academy Two
uscita giovedì 7 novembre 2019.
- VM 14 -
MYMONETRO
Parasite   
valutazione media:
3,99
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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LA PIETRA FILOSOFALE...FALLATA.
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| lunedì 2 dicembre 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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LA PIETRA FILOSOFALE…FALLATA.
In questo riuscitissimo film il regista coreano mixa con sapienza generi differenti (commedia e noir) con registri che spaziano armonicamente dal comico al drammatico, dall'erotico al sentimentale. A dominare è il tema dell'ingiustizia sociale e la metafora del parassita, che infesta e succhia (ma non attacca e distrugge, almeno inizialmente, ossia ”non supera il limite" come ama dire il Sig. Park) si esplica in due strategie inizialmente differenti ma che poi convergono verso un'unica scelta: vivere in un bunker per sfuggire alla misera ma nel culto rispettoso dell'animale borghese ospitante/sfuggire alla pena di morte* per averlo ucciso.
Mutande e cellulari, nella fase commedia, diventano armi e la mattanza finale, a suon di coltelli da cucina e forchettoni per lo spiedo, di sapore decisamente tarantiniano, non dà però allo spettatore quel senso di compiuta giustizia che si ha nelle opere del cineasta americano, creatore di film in cui il buono è inequivocabilmente buono e il cattivo inequivocabilmente cattivo. In “Parasite" bontà e cattiveria, gentilezza e supremo egoismo si mischiano e accomunano alta borghesia e sottoproletariato. Quello che semmai distingue il ricco dal povero è il diverso uso della gentilezza (mascherata e sincera, rispettivamente per il Sig. Park e consorte oppure tutta rivolta al proprio stretto parentado per il Sig. Kim e i suoi).
Ma l'elemento materiale che attraversa l'intero film è la pietra ornamentale che l'amico universitario regala a Ki-woo. Una pietra che richiama evidentemente la “pietra filosofale" ed in particolar modo uno dei 3 poteri attribuitogli, quello di trasformare i metalli vili in oro, il potere che ha esercitato maggiore attrazione sull'avidità popolare. Questa pietra non riesce però a trasformare i poveri in ricchi e quando Kim figlio decide di portarla agli altri due disgraziati coniugi (perché anche loro godano dei suoi benefici oppure per liberarsene? Non ci è chiaro) il film volge decisamente in tragedia.
Una tragedia dalla quale non si esce con un piano (“i piani non servono”dice Kim dopo l'alluvione) ma con un intuizione estemporanea: meglio vivere in un bunker piuttosto che subire la pena di morte. Dopotutto la famiglia di Kim in un fondo ci è sempre vissuta e in più con la preoccupazione, ogni giorno, di mettere insieme il pranzo con la cena.
A questo esilio forzato si contrappone la speranza di Ki-woo che si trasfigura oniricamente, una volta laureatosi e fatta carriera, come acquirente della sontuosa abitazione e del suo prezioso contenuto, suo padre, finalmente libero.
Ma forse aveva ragione Mario Monicelli quando in un intervista, di recente riproposta nel web, disse “la speranza è una cosa infame, una trappola inventata da chi comanda".
* la pena di morte in Corea del Sud è ancora in vigore anche se dal 1997 non ci sono più state esecuzioni.
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