Il debutto del regista(ispirato ad alcuni articoli pubblicati da "New Yorker" nel 2017)è un war movie che non aggiunge altro rispetto ai prodotti hollywoodiani per situazioni e stereotipi,ma ha attirato una certa attenzione per aver scelto dialoghi rigorosamente in arabo(un particolare dialetto dell'Iraq per l'appunto).Indubbiamente competente nell'uso della macchina a mano e ben interpretato(molto bravo Dabbach),non risparmia violenza(filmata in modo secco e impassibile)sia da parte di "buoni" che di "cattivi" ma a tratti sa anche cogliere dimostrazioni di umanità(il bambino tratto in salvo,il finale).E persino momenti di relax(la sequenza in cui i protagonisti guardano una telenovela kuwaitiana).
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Il debutto del regista(ispirato ad alcuni articoli pubblicati da "New Yorker" nel 2017)è un war movie che non aggiunge altro rispetto ai prodotti hollywoodiani per situazioni e stereotipi,ma ha attirato una certa attenzione per aver scelto dialoghi rigorosamente in arabo(un particolare dialetto dell'Iraq per l'appunto).Indubbiamente competente nell'uso della macchina a mano e ben interpretato(molto bravo Dabbach),non risparmia violenza(filmata in modo secco e impassibile)sia da parte di "buoni" che di "cattivi" ma a tratti sa anche cogliere dimostrazioni di umanità(il bambino tratto in salvo,il finale).E persino momenti di relax(la sequenza in cui i protagonisti guardano una telenovela kuwaitiana).Non eccelso il doppiaggio.Distrtibuito da Netflix.
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