La sfida delle mogli |
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Un film di Peter Cattaneo.
Con Sharon Horgan, Kristin Scott Thomas, Teresa Mahoney, Jason Flemyng.
continua»
Titolo originale Military Wives.
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 110 min.
- Gran Bretagna 2019.
- Eagle Pictures
uscita mercoledì 1 luglio 2020.
MYMONETRO
La sfida delle mogli
valutazione media:
2,84
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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SFIATATOdi CamillaLavazzaFeedback: 809 | altri commenti e recensioni di CamillaLavazza |
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domenica 21 giugno 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
L’esordio e la struttura sono quanto di più classico non si può, ci vengono presentate pian piano le mogli dei soldati, le loro famiglie e le loro storie, poi c’è la contrapposizione tra la personalità esuberante ma disorganizzata di Lisa (Sharon Horgan, professionista ma non memorabile) e l’ipercontrollata Kate (una Kristin Scott Thomas che fa il verso a se stessa, perennemente irrigidita come una scopa). Naturalmente la prima ama il pop e la seconda la musica classica, altro cliché. Il resto è ancor più banale, le scene delle prove e delle esibizioni sembrano fatte apposta per confermare l’ultima tendenza dei film che si occupano di musica ad essere scritti in modo che chi non ha a che fare con la musica se ne formi un’idea del tutto errata. Si può capire che filmare le prove di un coro come avvengono realmente possa essere poco spettacolare ma da qui a scene fuorvianti sulle capacità delle coriste di imbastire un brano dal nulla, mentre si recano alla loro più importante esibizione a bordo di un pullman, forse si poteva trovare una via di mezzo…per non parlare del solito vezzo di smuovere l’emozione attraverso la scoperta della bravura di un solista eccezionale (vedi Sister Act, vedi Les Choristes, anche se in entrambi i casi siamo su un altro pianeta). È una semplice regola di sceneggiatura, bisogna far identificare lo spettatore, ed difficile farlo identificare con un gruppo di persone, ma come al solito il coro è ridotto a mero sfondo su cui far spiccare “quella” ragazza speciale che improvvisamente scopre di avere una voce straordinaria. La scena, ammettiamolo, è commovente, e l’idea dell’eco sotto il cavalcavia è di effetto, ma è anche l’unica capace davvero di emozionare in un film stereotipato. Un’occasione mancata perché l’idea di base, la storia vera di queste donne che con ansia attendono a casa i mariti che vanno ad agire in guerra, a fare qualcosa di reale, di pericoloso, mentre a loro tocca restare alla base, riempiendo le vuote ore con attività inutili (tra cui anche cantare, ridotto a semplice modo per distrarsi o socializzare, come l’uncinetto o il club del libro) poteva essere sviluppata in modo più originale. Peccato perché con Peter Cattaneo alla regia e con il gruppo di donne che interpretano le coriste, quelle sì autentiche e simpatiche, poteva essere un film divertente e commovente al tempo stesso come nella migliore tradizione dei film britannici, e invece resta un’occasione mancata, un canto sfiatato.
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