La Villa

Un film di Claudia Brignone. Documentario, durata 61 min. - Italia 2019. MYMONETRO La Villa * * * - - valutazione media: 3,34 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

La Villa il documentario di Claudia Brignone on demand su miocinema che ci mostra un'altra Scampia

di Manuela Caserta L'Espresso

Se è vero che la bellezza può salvare il mondo, allora il documentario La Villa di Claudia Brignone ne è una piccola dimostrazione. Girato interamente nei 26 ettari di parco naturale nato a ridosso delle Vele di Scampia, La Villa, come viene chiamata dai suoi frequentatori è uno dei parchi più grandi d'Europa. Sorto nel 1994 su una discarica a cielo aperto abusiva, è oggi intitolata a Ciro Esposito l'ultrà napoletano morto durante gli scontri della partita Napoli - Fiorentina del 2014. Claudia Brignone è una giovane regista che esordisce alla regia nel 2014 con il documentario La malattia del desiderio, prevalentemente auto prodotto con la partecipazione di Kino film, che vince il premio del pubblico al SalinaDocFest dello stesso anno. Il suo background è un viaggio di esplorazione che parte dalla comunicazione, passa per la ricerca e la produzione cinematografica come assistente alla regia di Leonardo di Costanzo, e trova la sua espressione nel workshop con Pietro Marcello, Sara Fgaier e Tarek Benabdallah. Con La Villa, sua seconda opera, Claudia riesce a ridefinire l'immagine sociale che il mondo ha di Scampia. In una città affascinante e ricca di contraddizioni come Napoli, dove si possono trovare due mondi diversi anche solamente tra via Toledo e il Vomero, frequentare o visitare un parco come la villa, uno dei più grandi della Campania che si trova nel quartiere di Scampia, potrebbe non risultare una scelta esplorativa indispensabile per godere a pieno della città. Eppure, quest'oasi verde sorta alle spalle del quartiere, pullula di un delicato fermento di vita e desiderio di condivisione sociale che la regista ha saputo cogliere mostrando un'altra Scampia. Sicuramente diversa rispetto all'idea che si è stagliata nell'immaginario collettivo, sulla storia e le origini del quartiere. Claudia Brignone ha raccontato le persone seguite e intervistate nella loro semplice quotidianità, con uno sguardo inedito sull'umanità varia di quell'angolo di mondo. Dietro la somma dei pregiudizi e della cronaca da fiction, nessuno può confutare che Scampia sia un quartiere nel quale sia difficile vivere, ma quanto il lato oscuro del crimine offuschi la ricerca di bellezza e di un futuro "normale" nei giovani nati e cresciuti lì, è mediaticamente poco celebrato. Sotto il sole di luminose giornate estive, La Villa mostra numerose donne di ogni età che ogni giorno praticano yoga e meditazione. E nessuna di loro ricorda Scianel. Un bambino di 8 anni che gioca da solo, ci racconta di quanti animali si prende cura a casa, mentre nello stagno del parco ci mostra un'intera famiglia di girini appena nati. Lo stesso bambino dopo scuola, lavora sotto i portici delle Vele come venditore di acqua minerale per un piccolo ricavato di 25 euro a settimana. "Io non volevo raccontare la bellezza io volevo raccontare le persone - dichiara la regista - la complessità della vita senza etichette ideologiche. Le persone non sono solo o "brutti e cattivi" o "belli e buoni". Sono persone che vivono immerse in un territorio difficile con il quale devono confrontarsi ogni giorno." Nella piazza principale del quartiere ogni anno arriva il circo che apre il tendone, e lascia gli animali liberi di pascolare all'interno di un recinto. In un frame de La Villa una zebra attraversa il parco al guinzaglio del suo custode circense, una citazione cinematografica evidentemente ironica, con cui l'autrice gioca sulla surreale convivenza di due mondi socialmente diversi in uno scorcio Scampia poco conosciuto. La bellezza non è la patina estetica del documentario, è ciò che emerge dalle parole e dagli sguardi dei ragazzi caduti sotto l'occhio della videocamera. Nei racconti di un gruppo di ragazze adolescenti che giocano a calcio viene fuori che qualcuna di loro ha il padre in carcere - ma meglio dentro che fuori ammazzato - è l'amara affermazione che ne deriva. Bastano poche parole per capire che quello che passa sotto lo sguardo della regista, è uno scorcio di vita pregno del desiderio di una vita normale. Dalle signore anziane che fanno lunghe passeggiate, fino alle associazioni che contribuiscono alla bellezza del verde interrando piantine aromatiche lungo il parco, nel documentario si respira l'idea che La Villa 1Scampia voglia scrollarsi di dosso l'immagine di quartiere pericoloso. Visto dall'alto quel rettangolo di verde al tramonto che ha sullo sfondo il Vesuvio, in un gioco di specchi, potrebbe rievocare altre città d'oltreoceano. Ma questa è Napoli, nu teatro antico sempre apierto, come la definiva Eduardo De Filippo, una città con una capacità unica di reinventarsi e rinascere.
da L'Espresso, 26 marzo 2021


di Manuela Caserta, 26 marzo 2021

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