La Dea Fortuna

Aridità d'amore e guizzi d'anima

A quelle rifrazioni del cuore, non importa se ignorate o rimosse ma capaci di rispuntare durature quando all'esistenza, omo o etero, dia svolta il destino, Ferzan Ozpetek aveva già alluso in quasi tutti i suoi film. Ora con «La Dea Fortuna», in cosceneggiatura oltre al consueto Gianni Romoli anche con Silvia Ranfagni, in chiave di commedia non priva di scivolate melò, tocchi farseschi, bruscoli horror, con un ottimo cast in primo piano, bene schizzato anche di contorno, Ozpetek in un certo modo vi torna, ancora quasi a famiglia allargata, ancora in sottile cinegioco tra momenti forti dai risvolti melò, sentimentali effluvi, tensioni insoddisfatte, futuribili desideri, ma con più articolata misura scenica quale con varietà di esistenziali scacchi sussulta nella oscillante distonìa di due giovani gay in crisi affettiva. [...]

di Alberto Pesce, articolo completo (1597 caratteri spazi inclusi) su Giornale di Brescia 22 dicembre 2019