La Dea Fortuna

Sincerità e tenerezza Stavolta il regista gioca sul sicuro

Nelle prime scene del nuovo film lo spettatore si trova immerso nel consueto mondo di Ferzan Ozpetek. Un condominio che è una famiglia allargata, un Eden delle varietà sessuali. Ma stavolta con un fondo di cupezza in più: la coppia formata da Arturo (Stefano Accorsi) e Alessandro (Edoardo Leo) dopo 15 anni è in crisi, e l'arrivo di Annamaria (Jasmine Trinca), ex fidanzata di Alessandro e cara amica di entrambi, è un ulteriore motivo di disturbo. La donna, che deve subire alcuni accertamenti in ospedale, affida ai due i propri bambini ma la situazione della coppia ormai sta precipitando. Gli sviluppi arriveranno tutti verso la fine: curiosamente, il film ristagna per la prima parte, come se il regista (co-sceneggiatore con Gianni Romoli) esitasse a lasciare il proprio mondo per avviare la storia, e gli eventi si susseguono poi con un ritmo un po' convulso, come buttati via. Tra canzoni di Mina, balli sotto la pioggia, conversazioni a tavola con la macchina da presa che gira intorno, il film procede prevedibile, anche se c'è, nel gioco seduttivo del regista, un'indubbia sincerità, e qualche accenno più toccante (il personaggio di Filippo Nigro con l'Alzheimer, che commuove la moglie perché si innamora di nuovo di lei ogni giorno). Con meno ambizioni che altrove, giocando più sul sicuro, Ozpetek ha l'astuzia di allargare il campo mettendo in scena la relazione tra un intellettuale e un proletario (altrove la sua esaltazione della cultura gay era spesso accompagnata da un certo classismo e da una certa misoginia) questo gli consente, col personaggio di Edoardo Leo, qualche accenno di commedia vernacolare di sicura presa sul pubblico. Accorsi si muove con furbizia nel ruolo, mentre il personaggio di Jasmine Trinca è più sfocato, i bambini piuttosto leziosi e per gli amanti del camp c' è una Barbara Alberti gelida baronessa che sembra uscita da un mélo anni Cinquanta.
Da La Repubblica, 18 dicembre 2019


di Emiliano Morreale, 18 dicembre 2019