"J'accuse", l'ultima interessante pellicola di Roman Polanski, è grande cinema. Un cinema che sa trattare con acutezza e profondità una scandalosa ed importante pagina di Storia (l'ingiusta accusa di tradimento, l'umiliazione pubblica, la condanna e l'esilio per il capitano Dreyfus) attualizzandola in molti suoi aspetti. L'opera, con un'impostazione classica e con toni da trhiller politico, sa descrivere e raccontare questo clamoroso errore giudiziario, sa scandagliare nelle pieghe ambigue dell'animo umano e nelle zone d'ombra del Potere, sa ricreare l'atmosfera persecutoria del caso (all'epoca divise la Francia tra innocentisti e accusatori) e l'implacabile odio antisemita che serpeggiava nella società. Il film prende il titolo dell'articolo scritto dall'innocentista Emile Zolà, mentre la solida, densa e tesa sceneggiatura firmata dal regista con Robert Harris ('L'uomo nell'ombra'), attinge dal romanzo "The Dreyfus Affair" di quest'ultimo. Ma è anche attraverso la minuziosa e coinvolgente messinscena e attraverso l'impeccabile confezione formale/stilistica che ricostruisce in modo eccellente i fatti, le dinamiche della vicenda, i suoi luoghi e personaggi, che il film sa arrivare a far riflettere ed emozionare lo spettatore. Tutto è un'attenta ed intensa indagine sui mali sociali che si riflettono con le sue conseguenze negative e distruttive sulla vita di persone innocenti. Il dramma, infatti, visto dalla prospettiva dell'individuo che subisce l'ingiustizia, assume i contorni cupi e amari di una tragedia collettiva, dato che arriverà a toccare dimensioni complesse come la dignità di una persona ma anche quella del suo popolo d'origine, le istituzioni e i biechi giochi di potere, i complotti mistificatori e strumentalizzanti, la morale e la giustizia nella loro affermazione e manipolazione, il senso del (fare il proprio) dovere in relazione a conflitti di varia natura (etica, politica, sociale e psicologica). Il credibile, filologico affresco storico si trasfigura così in una dettagliata, complessa e lucida riflessione sulla colpa e sulla morale; l'efficace ed affascinante spettacolo cinematografico in grande lezione di Storia dai risvolti esistenziali ed umanistici. Meritato il Gran Premio della Giuria al 76° Festival di Venezia. Un capolavoro, assolutamente da non perdere.
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