Come tanti altri film tratti dai racconti di King, anche Nell’erba alta ha diversi elementi stratificati che compongono la narrazione.
L’esperienza di terrore che i vari personaggi vivono in mezzo all’erba alta si intreccia a percorsi interiori relativi alla redenzione o alle scelte che si compiono nella vita. Non mancano l’esplosione della violenza e il confronto con la metà oscura che fa parte di tutti noi.
Questa emerge, come visto in altre opere tratte da King, in uno spazio ristretto creato da un qualcosa di sovrannaturale.
Nell’erba alta è un horror simile a un viaggio mentale, che richiede dunque un’interpretazione finale.
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Come tanti altri film tratti dai racconti di King, anche Nell’erba alta ha diversi elementi stratificati che compongono la narrazione.
L’esperienza di terrore che i vari personaggi vivono in mezzo all’erba alta si intreccia a percorsi interiori relativi alla redenzione o alle scelte che si compiono nella vita. Non mancano l’esplosione della violenza e il confronto con la metà oscura che fa parte di tutti noi.
Questa emerge, come visto in altre opere tratte da King, in uno spazio ristretto creato da un qualcosa di sovrannaturale.
Nell’erba alta è un horror simile a un viaggio mentale, che richiede dunque un’interpretazione finale.
Questo viaggio, tuttavia, è imperfetto perché la narrazione è fin troppo confusionaria, disorientata e disorientante.
Tra simbologia, percorsi interiori e scenari disturbanti, Nell’erba alta è dunque un film interessante per i temi trattati, ma non del tutto riuscito per quanto riguarda la gestione della narrazione, la creazione del terrore e l’approfondimento dei personaggi.
Nell’erba alta rappresenta un piccolo passo indietro sul versante degli adattamenti delle opere di Stephen King.
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