Il primo Re

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"IL PRIMO RE": LA RINASCITA DEL CINEMA ITALIANO

di Lorenzo Perrucci


Feedback: 319 | altri commenti e recensioni di Lorenzo Perrucci
martedì 5 febbraio 2019

Il Primo Re è un film del 2019 diretto da Matteo Rovere (regista di "Veloce come il vento").
La pellicola racconta la storia di due fratelli: Romolo e Remo. Dalla loro rivalità nascerà uno degli imperi più importante al mondo: Roma.
Alessandro Borghi (Remo) e Alessio Lapice (Romolo) sono calati perfettamente nella parte, come TUTTO il cast. OGNI attore è calato nella parte perfettamente, dai co-protagonisti alle semplici comparse, tutti si sono impegnati perché si sentivano parte di un qualcosa di grande.
In particolare Borghi offre una prova attoriale difficile, perché è un personaggio estremamente forte, sfuggevole e grintoso. Entra a contatto con la natura, il fango, la pioggia. Sguardi ammalianti si susseguono sul suo volto, delineando la sua emotività in ogni inquadratura. Una cosa è certa: migliora da un'interpretazione ad un'altra.
Lapice invece è meno conosciuto, ma anche lui dà prova di una grande interpretazione attoriale.
Una storia che ci fanno studiare fin da piccoli, ma in questo film è tutto raccontato in modo magistrale... anche se si conosce come andrà a finire, sarà estremamente piacevole capire le varie dinamiche che confluiranno in quel finale.
E' un film COMPLETAMENTE DIVERSO da tutta la cinematografia italiana moderna, per svariati motivi.
Matteo Rovere gira un film davvero innovativo, sfidando il pubblico italiano e i suoi gusti, perché esce dai canoni cinematografici del nostro paese: questo film non è d'azione, si allontana dai vari prodotti come Gomorra o le solite commedie all'italiana...
Qui c'è una vera e propria ventata di aria fresca.
Rovere è stato chiaro con la troupe fin dall'inizio: ha spiegato il progetto, dicendo che sarebbe stato un film veramente duro nel suo genere, quindi ha invitato solo gli audaci ad aderire al progetto.
E' una pellicola estremamente epica, che trasuda cinema hollywoodiano da tutti i pori.
La colonna sonora è estremamente epica, di stampo tribale per immergere meglio lo spettatore in un ambiente antico.
La fotografia di Daniele Ciprì è fantastica, mi ha ricordato parecchio quella di “Revenant-Redivivo”, quindi tirate voi le somme... sono presenti primi piani che danno piena importanza al volto dei personaggi, ma al contempo valorizza continuamente i paesaggi con varie inquadrature dall'alto per valorizzare la natura incontaminata. Una curiosità: le scene sono state girate sempre con luce naturale, mai artificiale. Complimenti.
La scenografia è tutta naturale: non è stato ricreato nessun elemento in CGI come ormai ci hanno abituati.
Il film è costato 9 milioni di euro, investiti in effetti speciali magistrali, vi dico solo che nei primi 2 minuti del film è girata la scena dello straripamento ed inondazione da parte del Tevere, una scena al cardiopalma, da cui non traspare minimamente l'effetto speciale.
Un film che tiene per due ore con il fiato sospeso, senza lasciare spazio alla noia, parte con l'acceleratore e va sempre più veloce...
Le atmosfere avvolgono lo spettatore, portandolo in un'altra dimensione: come afferma Rovere il cinema deve proiettare lo spettatore in altri mondi, come in una specie di sogno... il suo film fa proprio questo.
Storicamente è accuratissimo, dai costumi ai pensieri ed alle usanze dei personaggi...
Ma in tutte queste positività c'è un qualcosa di unico: il film è interamente recitato in proto-latino (lingua usata al tempo), il che rende il film molto diverso dagli altri.
Il punto forte del film però sono i combattimenti, assolutamente brutali e reali. La sopravvivenza traspare tramite una violenza inaudita: ossa che si spezzano, arti tranciati. Una prova di vera audacia da parte di Rovere nel proporre certe scene in Italia, come nessuno avrebbe pensato di fare: proporre un realismo assoluto, sfidando i gusti dello spettatore.
NON MI SONO RESO CONTO DI VEDERE UN FILM ITALIANO.
Ricorda parecchio “Revenant”, “Apocalypto”, ma anche “Vikings” o “Game of Thrones”.
Ho applaudito in molti momenti e certe scene sono da Cult, senza esagerare.
QUESTA È LA RINASCITA DEL CINEMA ITALIANO.
È stato bellissimo dimenticare di vedere un film italiano.
Ed è ancor più bello ricordarselo e riempirsi d’orgoglio.
Questo è ciò che mi è successo con “Il Primo Re”.
Affollate le sale, se lo merita.

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