Il lago delle oche selvatiche |
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Un film di Yi'nan Diao.
Con Ge Hu, Lun-Mei Gwei, Liao Fan, Regina Wan, Liang Qi.
continua»
Titolo originale Nan Fang Che Zhan De Ju Hui.
Drammatico,
durata 113 min.
- Cina 2019.
- Movies Inspired
uscita giovedì 13 febbraio 2020.
MYMONETRO
Il lago delle oche selvatiche
valutazione media:
3,63
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Senza tregua, fino all'ultimo respirodi FabioFeliFeedback: 25659 | altri commenti e recensioni di FabioFeli |
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sabato 22 febbraio 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Zenong Zhou (Hugh Hu), un giovane cinese, si appoggia ad un pilone di cemento vicino a una stazione ferroviaria: è notte e piove a dirotto come nei film di Andreij Tarkoskij; appare una giovane donna, Liu (Lun-Mei Kwei ), di costituzione fragile e delicata: il suo squillante vestito rosso appare scolorito sotto l’ ombrello bianco quasi trasparente. Le parole che si scambiano i due sono coperte dal fischio e dallo sferragliare di un treno. Questa scena è seguita da quello che è già accaduto: una organizzazione mafiosa di Wuhan (la città in prima pagina attualmente in tutto il mondo) sta procedendo alla spartizione del territorio urbano per lo sfruttamento del malaffare; Zenong si scontra con i capi di una banda rivale e nasce un cruento conflitto a fuoco che lo costringe a fuggire precipitosamente. La vertiginosa fuga è solo una delle tante che si susseguono nel film, alternate a scene di respiro più ampio, perché con perfetta simmetria – oltre alle bande rivali – scendono in campo drappelli di poliziotti assegnati alle varie zone cittadine per rintracciare il fuggiasco. A est della città c’è il lago del titolo del film: un luogo idilliaco, adatto alle gite in barca, in compagnia della persona amata oppure di eleganti prostitute con larghi cappelli di paglia e vestaglie di seta multicolori. Zenong gira anche lì, divorando affamato diverse tazze di zuppa con i tradizionali spaghetti, sfuggendo di poco alle pallottole e trovandosi sempre al centro dell’inquadratura nell’intera fuga. Vivrà fino a quando sua moglie, Hua Hua, lo potrà denunciare alla polizia per riscuotere la taglia su di lui? … Il film di Yi’lan Diao ritrae gli effetti di un mondo deviante, purtroppo per nulla a noi estraneo: quello delle organizzazioni mafiose che ormai nei territori urbani hanno invaso il campo dell’economia e della politica, grazie al denaro che proviene da attività illegali, anche se esse vengono combattute dai cittadini e dalle forze dell’ordine che resistono alla crescita di questi tumori. Già nel 2014 Yi’lan aveva girato il film Fuochi di artificio in pieno giorno , premiato a Berlino, con un tema altrettanto inquietante (ed orripilante) di indagini su brandelli di corpi umani nelle discariche di miniere di carbone, con una sceneggiatura ed un montaggio serrato che seguivano la parabola discendente del protagonista, un poliziotto che lasciava il suo lavoro e poi tornava ad indagare su quei casi irrisolti. Anche qui la fervida immaginazione del regista e sceneggiatore costruisce una realtà soffocante, con sviluppi difficili da ritardare e da eludere. Il film, che probabilmente ha la sua fonte di ispirazione in un classico “senza tregua”, Fino all’ultimo respiro di Truffaut, grazie alla ottima fotografia rimane stampato nella memoria al di là della trama piuttosto scarna, che può essere anche gradita a chi ama i film d’azione. Un buon film da vedere.
Valutazione *** e ½ FabioFeli
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