samanta
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martedì 29 ottobre 2019
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siamo un faro che illumina ...
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Bisogna premettere che uno spettatore che non ha visto la serIe TV si può trovare in difficoltà per la comprensione del film. La serie Tv 6 stagioni dal 2010 al 2015 con 52 episodi) ha avuto un enorme successo in USA, in Uk, in generale in molti paesi non in Italia, anzi le ultime 2 stagioni vennero retrocesse in La5. Io visto le prime stagioni, poi francamente le ho trovate ripetitive e quindi ho visto saltuariamente gli altri episodi. Molti degli attori televisivi sono presenti in questo film.
La serie Tv iniziata all'indomani dell'affondamento del Titanic nel 1912, terminava con il 31 dicembre del 1925, la serie narrava la vita della famiglia del Conte Robert Crawley che viveva in uno splendido castello nel Yorkshire, dal titolo sembrebbe in origine un abbazia rubata da Enrico VIII alla Chiesa e come tante altre proprietà distribuite ai nobili per acquistarne l'appoggio.
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Bisogna premettere che uno spettatore che non ha visto la serIe TV si può trovare in difficoltà per la comprensione del film. La serie Tv 6 stagioni dal 2010 al 2015 con 52 episodi) ha avuto un enorme successo in USA, in Uk, in generale in molti paesi non in Italia, anzi le ultime 2 stagioni vennero retrocesse in La5. Io visto le prime stagioni, poi francamente le ho trovate ripetitive e quindi ho visto saltuariamente gli altri episodi. Molti degli attori televisivi sono presenti in questo film.
La serie Tv iniziata all'indomani dell'affondamento del Titanic nel 1912, terminava con il 31 dicembre del 1925, la serie narrava la vita della famiglia del Conte Robert Crawley che viveva in uno splendido castello nel Yorkshire, dal titolo sembrebbe in origine un abbazia rubata da Enrico VIII alla Chiesa e come tante altre proprietà distribuite ai nobili per acquistarne l'appoggio.
Il film inizia nei primi mesi del 1927 con l'arrivo a Downton Abbey di una lettera inviata da palazzo reale che preannuncia il soggiorno del Re e della Regina al castello per un giorno durante la loro visita nello Yorkshire, ovviamente la notizia mette in crisi il conte Robert (Hugh Bonneville) la moglie Cora, le 2 figlie di cui una Mary, che è sposata con un avvocato al momento all'estero, manda avanti effettivamente il castello e le proprietà terriere che dannno il reddito familiare l'altra Edth è sposata con un marchese, vive nel castello anche il genero Tom Branson vedovo di una terza figlia del Conte e di origine operaia e irlandese, soprattutto il personaggio clou rimane la contessa madre Violet (Maggie Smith). Il film descrive i preparativi affannosi per non sfigurare, la rivolta della servitù che viene sostituita dalla servitù reale che seguiva il Re Giorgio V e la Regina Mary nel loro tour e che riuscirà con uno stratagemma a esautorare la servitù reale e provvedere loro alla cena e alla colazione reali. Ovviamente il film termina bene con un ballo in un castello vicino.
La storia è quindi limitata e hanno dovuto rinforzarla il film (dura oltre 2 h) con episodi estemporanei: un tentato e maldestro attentato al Re sventato da Tom, l'amore gay tra il maggiordomo del Conte e il maggiordomo reale, così pure la forzata scena di un locale clandestino in cui una cinquantina di gay ballavano come degli adolescenti un pò cresciuti, con retata della polizia (fino al 1962 l'omosessualità era reato in UK) , scena superflua e ridicola ben più drammatica la scena del senatore Anderson in Tempesta su Washington che entra in un locale gay di New York. Il film si salva per l'accuratezza e la raffinatezza dell'ambientazione , dei costumi, dei dialoghi abbastanza brillanti (ma nella serie TV erano migliori), dall'ottima interpretazione degli attori in particolare di Maggie Smith che rende una contessa madre simpaticissima per la sua arguzia e furbizia con batture sempre intelligenti. Il film ha la regia dell'americano Michael Engler (regista tv e cinematografico) ed ha avuto un successo all'estero notevole, infatti ha già incassato circa 180 milioni di $ a fronte di 25 milioni di Budget, il che insieme ad alcune scene finali, fa prevedere che ci sarà per gli appassionati un sequel. Francamente mi era piaciuta di più la serie televisiva almeno le prime stagioni.
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francescofacchinetti
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martedì 26 maggio 2020
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se hai visto la serie ne vorrai ancora.
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Dopo aver recuperato le 6 stagioni della famigerata serie tv, è arrivato il momento del lungometraggio, approdato in sala l’anno scorso. In perfetto stile “Downton Abbey” con tutti i personaggi che abbiamo imparato a conoscere nei minimi dettagli durante le 60 puntate, il film ci dà qualche flash sulla loro vita nel 1927 (a 3 anni di distanza da dove l’ultima stagione si era conclusa) ma soprattutto ci catapulta in una vicenda che riempie d’orgoglio la famiglia Crawley e tutta la cittadina di Downton. Il Re e la Regina d’Inghilterra sono di passaggio nel nord e si fermeranno per un giorno a Downton Abbey. Ovviamente tutte le dinamiche tra i membri del personale e gli equilibri tra i familiari sono (quasi tutti) dati per scontati, facendo affidamento sulla preparazione del pubblico, ma l’esperienza è godibile e leggera anche per una platea profana.
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Dopo aver recuperato le 6 stagioni della famigerata serie tv, è arrivato il momento del lungometraggio, approdato in sala l’anno scorso. In perfetto stile “Downton Abbey” con tutti i personaggi che abbiamo imparato a conoscere nei minimi dettagli durante le 60 puntate, il film ci dà qualche flash sulla loro vita nel 1927 (a 3 anni di distanza da dove l’ultima stagione si era conclusa) ma soprattutto ci catapulta in una vicenda che riempie d’orgoglio la famiglia Crawley e tutta la cittadina di Downton. Il Re e la Regina d’Inghilterra sono di passaggio nel nord e si fermeranno per un giorno a Downton Abbey. Ovviamente tutte le dinamiche tra i membri del personale e gli equilibri tra i familiari sono (quasi tutti) dati per scontati, facendo affidamento sulla preparazione del pubblico, ma l’esperienza è godibile e leggera anche per una platea profana. Certo è che, se guardando il film, non ci fosse la carica emotiva e l’affetto per i protagonisti, il feedback sarebbe più neutro rispetto a chi vi è affezionato. Abituati alla minuzia dei dettagli di ogni puntata, può sembrar (a tratti) frettoloso veder raccontare così tante vicende nell’arco di due ore, ma quando poi arriva l’ultima inquadratura larga sul palazzo, si accende subito la speranza che ci sia un seguito a queste vicende, perché solo Downton Abbey riesce in un secondo a portarci indietro di cento anni e farci entrare immediatamente in quell’ingranaggio.
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elgatoloco
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martedì 28 luglio 2020
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downton abbey as movie
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"Downton Abbey"(Michael Engler, sceneggiatura e soggetto di Julain Fellowes, autore della serie TV di cui il film è un "sequel", 2019). Visita reale, 1927, a Downton Abbey, dai conti Grantham, dopo che il"luogo"è da tempo conteso o meglio se ne parla come di una"sovrastruttura" anche finanzaimente insostenibile o quasi; riespolodno tutte le contradizioni già insite nella serie, che qui la visita dei regnanti riacutizza, ovviamente. Riesplodono anche controversie di classe e all'interno delle stesse classi, non esclusi(anzi)i"domestici". Se ci si concentrasse di pià su tali aspetti, anzi, un eventuale sequel di questo film, peraltro già annunciato(anche alla luce del successo ottenuto al"botteghino")sarebbe veramente, come già lo era la serie, un'apllicazione della concezione marxista(materialismo storico)per cui-.
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"Downton Abbey"(Michael Engler, sceneggiatura e soggetto di Julain Fellowes, autore della serie TV di cui il film è un "sequel", 2019). Visita reale, 1927, a Downton Abbey, dai conti Grantham, dopo che il"luogo"è da tempo conteso o meglio se ne parla come di una"sovrastruttura" anche finanzaimente insostenibile o quasi; riespolodno tutte le contradizioni già insite nella serie, che qui la visita dei regnanti riacutizza, ovviamente. Riesplodono anche controversie di classe e all'interno delle stesse classi, non esclusi(anzi)i"domestici". Se ci si concentrasse di pià su tali aspetti, anzi, un eventuale sequel di questo film, peraltro già annunciato(anche alla luce del successo ottenuto al"botteghino")sarebbe veramente, come già lo era la serie, un'apllicazione della concezione marxista(materialismo storico)per cui-.riassumo molto brevemente)la storia è lotta di classi sociai e determinanti"in ultima istanza"(Althusser)sono i rapporti di produzione e il loro contrasto oppositivo con le forze di produzione. Decisamente efficace, questa trasposzione dal piccolo al grande schermo, con maggiore spettacolarizzazione, comunque contenuta(altra scelta inhtellligente, dato che"strafare"sarebbe stato =banalizzare), con l'ulteriore scelta di mantenere il cast della serie, con pochissime variazioni(rimangono Maggie Smith, inimitabile, Hugh Bonneville, Jim Carter, Laura Carmichael, ossia tutti i punti di forza della serie), con scenografie , musiche(l'alternaza tra i "noiosamente placidi"walzer del "ballo reale"con i ritmi "altri"del jazz nel locale gay è un pezzo di cinema già di per sé). Che il tema gay venga qui trattato(non siamo in un'epoca molto successiva alla famosa condanna di Oscar Wilde, tra l'altro e il divieto.condanna rimane, come noto, ancoraq molto a lungo)è un altro titolo di merito; lo si fa"con juicio", ritraendosi da ogni"clebration"à la"Gay Pride", altra scelta opportuna... El Gato
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