vanessa zarastro
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domenica 21 aprile 2019
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limiti e confini
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“Torna a casa Jimi” è un film molto garbato che sotto la sua apparente leggerezza e comicità svela le enormi difficoltà del vivere nei luoghi di confine, in questo caso a Cipro, ex colonia britannica. Dopo il tentato coup-d’état greco del 1974, i Turchi invasero l’isola e nel 1983 la parte occupata è stata dichiarata Repubblica Turca Indipendente di Cipro del Nord. Così la capitale Nicosia è divisa in due: una parte è greca, l’altra è turca, una parte è cristiana greco-ortodossa e l’altra musulmana, una parte è Europa e l’altra no.
Nel film sono mostrati i nonsense dei regolamenti e la stupidità di rigide leggi (europee) che, quando vengono applicate in maniera automatica senza un minimo di buon senso, costringono alla fine le persone più miti, ad agire in modo illegale, per trovare soluzioni anche ai problemi più banali.
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“Torna a casa Jimi” è un film molto garbato che sotto la sua apparente leggerezza e comicità svela le enormi difficoltà del vivere nei luoghi di confine, in questo caso a Cipro, ex colonia britannica. Dopo il tentato coup-d’état greco del 1974, i Turchi invasero l’isola e nel 1983 la parte occupata è stata dichiarata Repubblica Turca Indipendente di Cipro del Nord. Così la capitale Nicosia è divisa in due: una parte è greca, l’altra è turca, una parte è cristiana greco-ortodossa e l’altra musulmana, una parte è Europa e l’altra no.
Nel film sono mostrati i nonsense dei regolamenti e la stupidità di rigide leggi (europee) che, quando vengono applicate in maniera automatica senza un minimo di buon senso, costringono alla fine le persone più miti, ad agire in modo illegale, per trovare soluzioni anche ai problemi più banali.
Nel nostro caso, infatti, Yannis (interpretato da Adam Bousdoukos, attore tedesco di origine greca) è un musicista un po’ sfigato, senza una lira che ha rotto con la sua band ed è stato mollato dalla sua fidanzata. Indebitato con alcuni strozzini per aver investito nella registrazione di un suo disco, in debito anche con la padrona di casa di cinque mesi di affitto, ha deciso di lasciare l’isola per cercare fortuna in Olanda. Un paio di giorni prima della sua partenza, mentre era in giro nei vicoli di Nicosia, il suo cane Jimi (chiamato così in onore al grande chitarrista rock Jimi Hendrix) gli scappa dalla mano e, dopo averlo chiamato invano, Yannis scopre che ha attraversato la frontiera finendo nella zona turca.
Fino a quel giorno Yannis non aveva mai attraversato la frontiera, nonostante la sua vecchia casa di famiglia fosse proprio lì nella parte nord. Costretto ad andare nella parte turca a cercare Jimi, dopo aver girato parecchio, finalmente lo recupera, ma quando è alla frontiera e sta per rientrare nella sua zona, scopre di non poter portare Jimi perché è vietato introdurre animali. La legge, infatti, recita che “nessun animale, pianta o prodotto può essere trasferito dall'area turca di Cipro a quella greca”. Tutto è considerato a rischio, vigendo leggi igieniche diverse nelle due zone.
E così attraverso le avventure e disavventure dei quattro personaggi (più il cane), Marios Piperides vuole presentare una campionatura di apolidi nati sull’isola, o di gente che si arrabatta per sopravvivere: Kika (interpetata da Vicky Papadopoulou) ha lasciato il suo inconcludente compagno rockettaro per mettersi con un ricco possidente di cui quasi certamente non ne è innamorata, mentre Tuberk (interpretato da Özgür Karadeni) è un turco un po’ sfortunato che trasporta merce di contrabbando tra le frontiere, anche se spesso viene fermato, Hasan (interpretato da Fatih Al) è un sans papier che ha fatto qualsiasi mestiere manuale e vive (abusivamente?) nella casa di famiglia appartenuta a Yannis essendo, anche lui, nato lì.
E così crescono le disavventure che Yannis attraversa nel tentare di riportare a casa Jimi. Si segue la vicenda con una certa apprensione perché sembra che ogni scelta il protagonista faccia, ogni decisione che prende, rappresenta la soluzione peggiore che non fa altro che amplificano l’illegalità e quindi i guai in cui si ficcano tutti e quattro.
“Smuggling Hendrix”, il titolo in originale,èun’opera prima diMarios Piperides che ne ha scritto anche la sceneggiature mentre le appropriate musiche sono state scritte da Kostantis Papakonstantinou. Il film è piacevolissimo e raramente si vede un film di cui si dice che il finale è molto carino.
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eugenio
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mercoledì 4 dicembre 2019
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il vagabondar erratico senza confini
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Ci sono dei film deliziosi che qualche volta passano inosservati dalla stampa o dalla critica. Film che, attraverso il pretesto della commedia, indagano sulle contraddizioni di conflitti esistenti tra popoli nel segno di una guerra civile lavata nel sangue.
Storie di possesso, di lacerazioni, di trasgressioni in cui la politica finisce sempre per essere la motivazione principale di un tradimento o di una ricerca, oppure, perchè no, di una crasi inevitabile senza via d’uscita.
Sarah e Saleemlà dove nulla è possibile e Torna a casa Jimi sono due esempi di cinematografie recenti che indagano il pesante fardello del significato “confine” o border per dirla all’inglese.
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Ci sono dei film deliziosi che qualche volta passano inosservati dalla stampa o dalla critica. Film che, attraverso il pretesto della commedia, indagano sulle contraddizioni di conflitti esistenti tra popoli nel segno di una guerra civile lavata nel sangue.
Storie di possesso, di lacerazioni, di trasgressioni in cui la politica finisce sempre per essere la motivazione principale di un tradimento o di una ricerca, oppure, perchè no, di una crasi inevitabile senza via d’uscita.
Sarah e Saleemlà dove nulla è possibile e Torna a casa Jimi sono due esempi di cinematografie recenti che indagano il pesante fardello del significato “confine” o border per dirla all’inglese. Un'anomalia, una terra di nessuno che non ha ragione di esistere e separa arbitrariamente esseri umani che se avessero occasione di conoscersi, probabilmente litigherebbero, ma alla fine scoprirebbero avere parecchio in comune.
Nella prima pellicola, i due protagonisti sono una israeliana (Sarah che gestisce un bar a Gerusalemme) e un palestinese (Saleem che nel bar di cui sopra fa le consegne del pane), entrambi (in)felicemente sposati: la prima con un ufficiale dell’esercito, il secondo con un’umile donna in cinta. Vivono un’intensa relazione, per lo più sessuale, il tradimento è qui tabù e frutto di una relazione adulterina. Peccato che il loro amore proibito, frutto di un gioco di cui presto perderanno il controllo, sia spezzato da un mondo decisamente poco propenso ad accettarlo, un mondo in guerra, che non crede o meglio che vuole nascondere sotto la matrice dell’intrigo politico e lo spionaggio quel gioco di sguardi, quell’umanità sotto la quale, dietro la superficialità dell’empio gesto, vive un amore che nessuno dei due popoli pare conoscere.
Parimenti, con il pretesto della commedia, si muove il secondo film, Torna a casa Jimi. La locazione geografica si sposta: non più Israele e Palestina, non più un amore sincretico, ma una capitale greca, per certi versi spezzata e divisa come Nicosia: da un lato i greci con settori militari controllati dalla Gran Bretagna e l'Onu nella zona cuscinetto tra le due repubbliche e a nord il dominio turco, una capitale “difficile” che pur appartenendo all’Unione Europea, palesa ancora oggi una situazione allo sbando, fuori controllo.
La minaccia o l’inevitabile dramma sono “alleggerite” da un contesto da meta-commedia dove il punto di vista, Von Tier perdonando, è a “altezza” di cane. Il cane, Jimi (riferimento al genio di Hendrix) è un vivace bastardino che sfugge al padrone Yannis (Adam Bousdoukos), un musicista fallito, incapace di sbarcare il lunario, in debito con criminali, oltretutto in crisi sentimentale con una fidanzata che ancora ama. Il classico “sfigato” col giusto physique du role che immediatamente ci piace proprio perché fuori dalle righe e perché ha il classico “vissuto” e anelito di fuga, come George Gray in Edgar Lee Masyers: la fuga in Olanda, oltre quei porti proibiti greci, con tanto di passaporto falso. Dicevamo del cane: sfugge e attraversa “il confine”. Tempo dieci minuti di film e lo ritroviamo, peccato che il simpatico padrone non possa più riportarlo a casa perché le leggi impediscono di “importare” cibo, piante e animali da una parte all'altra del confine.
Ha inizio così un delirante tentativo di contrabbando dell’animale in cui Yannis, vagando stranito tra le macerie della turca Nicosia, verrà aiutato da un turco “occupante” (il caciarone Fatih Al) che vive nella casa che era dei suoi genitori e un losco individuo (Ozgur Karadeniz) da questi presentato che ha a cuore solo i suoi interessi (droga in primis) e tra i tanti, pure l’ex fidanzata legata al piccolo Jimi.
L’intelligente trovata del regista Piperides alla sua opera prima, è il non voler pontificare sulla differenza culturale esistente tra il popolo turco e quello greco ma, tramite una sceneggiatura intelligente, sfruttare il mezzo della commedia e il pretesto della fuga del cagnolino per far riflettere, talune volte con ironia (per quanto amarissima), sulla situazione politica di un territorio poco analizzato dall’opinione pubblica odierna. Oltre quel confine, vediamo case diroccate, muri abbattuti, una situazione di abbandono da seconda guerra mondiale dove pattuglie di soldati si parlano da una parte dall'altra in diversi dialetti senza appartenere né a un contesto né all’altro, tra l’onnipresenza di bandiere turche e macerie umane e soprattutto la grande incapacità di far fronte all’assurdo di un conflitto che separa i padroni umani dai pericoli infiniti di una comprensione pacifica d’intenti.
Jimi nella sua semplicità, nei suoi istinti animaleschi, supera ogni confine e trova riparo al termine del suo vagabondar, proprio come il suo alter-ego umano Yannis, in un negozio di intimo dall’emblematico titolo No borders. Senza confini, proprio come deve essere la libertà di scelta e di cammino di ogni società che possa definirsi semplicemente civile.
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giovanni
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venerdì 14 luglio 2023
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...ma non è una favola!
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Come racconto di fatti umani è una sequela di comportamenti assurdi. Nessuno, che non sia pazzo, si comporta come i personaggi di questo film. Così si comportano i personaggi delle favole ... ma non è una favola ... o forse sì. Allora è,una favola per adulti, grottesca e inconcludente. C'è di buono che almeno è originale, il che nell'atuale produzione cinematografica è una rarità.
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