udiego
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martedì 3 luglio 2018
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strangers pray at night
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Johannes Roberts, 47 Metri e The Other Side of the Door, porta sul grande schermo il remake dell’horror di dieci anni fa diretto dall’allora esordiente Bryan Bertino.
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Johannes Roberts, 47 Metri e The Other Side of the Door, porta sul grande schermo il remake dell’horror di dieci anni fa diretto dall’allora esordiente Bryan Bertino. In realtà le varianti rispetto al suo capostipite sono ben poche: qui le vittime sono quattro, nel predecessore erano due ed il regista britannico si concentra maggiormente sul creare tensione e far fare qualche sobbalzo sulla poltrona allo spettatore più che nello sviluppare un lavoro con una sua struttura ed una sua identità.
Luci e ombre per questa opera del genere horror. Tra gli aspetti positivi troviamo la rappresentazione dei killer, che, celati dietro a maschere infantili, evidenziano il forte contrasto con la crudeltà dei loro gesti, come se fossero semplici giochi da bambini. Apprezzabile anche la gestione della tensione in un sali e scendi da parte dello spettatore di angoscia e di sospiri di sollievo che in un film così non possono assolutamente mancare.
Per il resto però troviamo poco altro: Roberts decide di mettere poco del suo ed il risultato pare quasi una scopiazzatura raffazzonata del suo predecessore. I personaggi sono costruiti con i classici clichè della filmografia horror, dove i buoni sono solitamente degli idioti che sbagliano ogni scelta, mentre i cattivi sono dei geni infallibili pronti a giocarsi sempre la carta vincente, e non c’è nessun tipo di sfaccettatura o di approfondimento nei loro confronti. Anche la gestione del racconto tende ad essere abbastanza debole, in una struttura narrativa concentrata esclusivamente a creare qualche spavento al pubblico e poco più.
Nonostante i suoi parecchi difetti, il primo film aveva un suo stile definito ed una certa originalità nel rappresentare la vicenda. L’opera non si limitava a mostrarci delle immagini dell’orrore, ma riusciva a creare quell’angoscia nel pubblico, spettatore del sadismo e del piacere derivato da questo presente nei personaggi che compiono i fatti. In questo secondo capitolo tutto questo manca, e se certi aspetti sono praticamente impossibili da ricreare, almeno un tentativo di portare qualcosa di nuovo ed originale alla storia sarebbe stato sicuramente apprezzabile.
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elgatoloco
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giovedì 13 giugno 2019
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si potrebbe far meglio...
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"The Strangers Prey at Night"(2018)di Johannes Roberts, è un film sequel di"The Strangers"(2008, Bryan Bertino, che qui invece è co-autore della sceneggiatura). Ritmo non ben colto, vari problemi per armonizzare effetto-sorpresa e suspense, questo nuovo film sembra non decollare, sa per la scarsa qualità dlle(degli)interpreti, sia per la riproposizione stantia delle maschere, che nel primo film un senso invece lo avevano, creando un'atmosfera di panico, di attesa.sconcerto, di attesa di qualcosa che si manifesta poi, ma tragicamente. Un film irrisolto, dove anche la solita situazione di partenza(famiglia "classica", con i due genitore e un figlio più grande, una figlia adolescente in crisi)sostanzialmente non produce alcun significato, lasciando tutti sconcertati perché appunto non produce in alcun modo un"senso".
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"The Strangers Prey at Night"(2018)di Johannes Roberts, è un film sequel di"The Strangers"(2008, Bryan Bertino, che qui invece è co-autore della sceneggiatura). Ritmo non ben colto, vari problemi per armonizzare effetto-sorpresa e suspense, questo nuovo film sembra non decollare, sa per la scarsa qualità dlle(degli)interpreti, sia per la riproposizione stantia delle maschere, che nel primo film un senso invece lo avevano, creando un'atmosfera di panico, di attesa.sconcerto, di attesa di qualcosa che si manifesta poi, ma tragicamente. Un film irrisolto, dove anche la solita situazione di partenza(famiglia "classica", con i due genitore e un figlio più grande, una figlia adolescente in crisi)sostanzialmente non produce alcun significato, lasciando tutti sconcertati perché appunto non produce in alcun modo un"senso". Qualche singola scena crea (induce, diremmo meglio)paura, ma queste singole scene si perdona nell'opera nella sua interezza. Bailee Madison, tra le e gli interpreti, è la migliore, senza peraltro riuscire ad eccellere. El Gato
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