peergynt
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domenica 2 settembre 2018
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il western come genere onnicomprensivo
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Davanti agli occhi dello spettatore una mano sfoglia un libro a partire dalla copertina e dal frontespizio: così comincia l'ultimo film dei fratelli Coen, un film ad episodi (genere una volta molto in voga, oggi quasi completamente abbandonato) che illustra la grande epopea americana della conquista del West da molti punti di vista diversi e soprattutto, cosa che farà la gioia di ogni cinefilo, riuscendo a comprendere molti generi diversi in un film che, si potrebbe paradossalmente affermare, non è affatto un film western. Dalla commedia con canzoni dell'esilarante episodio iniziale al bellissimo (per dialoghi e atmosfere) racconto horror-gotico finale, passando attraverso il bucolico dell'episodio del cercatore d'oro (con il vecchio Tom Waits) o il drammatico-patetico della vicenda del teatrino ambulante di Liam Neeson (con una delle poche citazioni dirette ed evidenti che compaiono in questo film: ovviamente, il "Freaks" di Todd Browning), il film è un continuo variare di generi e di temi, una teoria di personaggi i più vari e pittoreschi che possiamo immaginare, alcuni comici, altri di una tenerezza che commuove.
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Davanti agli occhi dello spettatore una mano sfoglia un libro a partire dalla copertina e dal frontespizio: così comincia l'ultimo film dei fratelli Coen, un film ad episodi (genere una volta molto in voga, oggi quasi completamente abbandonato) che illustra la grande epopea americana della conquista del West da molti punti di vista diversi e soprattutto, cosa che farà la gioia di ogni cinefilo, riuscendo a comprendere molti generi diversi in un film che, si potrebbe paradossalmente affermare, non è affatto un film western. Dalla commedia con canzoni dell'esilarante episodio iniziale al bellissimo (per dialoghi e atmosfere) racconto horror-gotico finale, passando attraverso il bucolico dell'episodio del cercatore d'oro (con il vecchio Tom Waits) o il drammatico-patetico della vicenda del teatrino ambulante di Liam Neeson (con una delle poche citazioni dirette ed evidenti che compaiono in questo film: ovviamente, il "Freaks" di Todd Browning), il film è un continuo variare di generi e di temi, una teoria di personaggi i più vari e pittoreschi che possiamo immaginare, alcuni comici, altri di una tenerezza che commuove. E tutto questo sulla linea di un libro di racconti del vecchio West. Bravi Coen, un lavoro di altissimo livello!
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purapelle
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domenica 2 dicembre 2018
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a bocca aperta
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Così come muore la dolce, indifesa e (forse non sempre) ingenua donzella in viaggio per l'Oregon, così mi lascia il film dei fratelli Cohen e,anche se suona esagerato, vorrei anch'io morire (a bocca aperta) dopo aver visto questa meraviglia dove c'è avvero tutto: il divertimento, la tristezza, il pensiero, l'ironia, il rispetto e tutto quello che, chi è capace, sa mettere in un'opera d'arte.
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Così come muore la dolce, indifesa e (forse non sempre) ingenua donzella in viaggio per l'Oregon, così mi lascia il film dei fratelli Cohen e,anche se suona esagerato, vorrei anch'io morire (a bocca aperta) dopo aver visto questa meraviglia dove c'è avvero tutto: il divertimento, la tristezza, il pensiero, l'ironia, il rispetto e tutto quello che, chi è capace, sa mettere in un'opera d'arte.
Il crescere d'inrensità e cupezza, inversamente proporzionale alle risate, il rompere gli schemi e le aspettative, la tensione da thriller di alcuni (o forse tutti) gli episodi sono un altro dei tocchi da maestro dei due fratelli.
Episodio preferito? Impossibile dirlo; così quando finisce il film, quello che vorresti fare è ricominciare, per essere sicuro che ti sia piaciuto così tanto.
Complimenti ai Cohen e anche a Netflix che se ne è impossessata.
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felicity
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martedì 5 febbraio 2019
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ennesima conferma del talento dei coen
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Non manca niente del mondo western in questo film: ci sono i cowboy e gli indiani, le pistole e i cavalli, i fuorilegge, i cacciatori di taglie, i saloon e i ranch; ci sono le carovane, gli eroi in bianco e i banditi in nero, i cercatori d’oro e i bordelli. Non mancano neppure i sogni, le speranze, le ambizioni e le gesta leggendarie.
Sono però solo frammenti residuali, simulacri, tessere di un mosaico tragico, beffardo e sinceramente malinconico sulla fine.
La morte, dunque. E anche piuttosto violenta.
Arriva così, con una facilità e una banalità che annienta ogni possibilità di trovare un senso all'esistenza.
La fine arriva, e si può solamente osservare impotenti, senza mai capire.
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Non manca niente del mondo western in questo film: ci sono i cowboy e gli indiani, le pistole e i cavalli, i fuorilegge, i cacciatori di taglie, i saloon e i ranch; ci sono le carovane, gli eroi in bianco e i banditi in nero, i cercatori d’oro e i bordelli. Non mancano neppure i sogni, le speranze, le ambizioni e le gesta leggendarie.
Sono però solo frammenti residuali, simulacri, tessere di un mosaico tragico, beffardo e sinceramente malinconico sulla fine.
La morte, dunque. E anche piuttosto violenta.
Arriva così, con una facilità e una banalità che annienta ogni possibilità di trovare un senso all'esistenza.
La fine arriva, e si può solamente osservare impotenti, senza mai capire.
"Buster Scruggs" è l'ennesima conferma dell'inossidabile talento dei fratelli Coen, capaci come pochi a riplasmare le coordinate dei generi e che, in questa antologia, sintetizzano sei pillole in cui si addensano i fantasmi di un mondo passato e le eterne ossessioni di questi due grandi autori.
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