alejazz
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lunedì 28 gennaio 2019
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una storia costruttiva tra teenager
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Succede….che quando si è ragazzi, in età adolescenziale si può essere sicuri di sé, amiconi, timidi, ma anche fragili e insicuri così come lo è per Meg. Margherita è una ragazzina, social come tutte le sue coetanee che ama raccontarsi e condividere le proprie riflessioni. E’ la classica ragazza per bene con dei sani principi, brava a scuola e che non si lascia mai trascinare dagli altri.E’ molto amica di Tom (di cui è palese sin dall’inizio un’attrazione verso lui) e di Olly (l’alter ego di Meg), solare che ama fare avventure e relazioni con ragazzi di gran lunga più grandi di lei.
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Succede….che quando si è ragazzi, in età adolescenziale si può essere sicuri di sé, amiconi, timidi, ma anche fragili e insicuri così come lo è per Meg. Margherita è una ragazzina, social come tutte le sue coetanee che ama raccontarsi e condividere le proprie riflessioni. E’ la classica ragazza per bene con dei sani principi, brava a scuola e che non si lascia mai trascinare dagli altri.E’ molto amica di Tom (di cui è palese sin dall’inizio un’attrazione verso lui) e di Olly (l’alter ego di Meg), solare che ama fare avventure e relazioni con ragazzi di gran lunga più grandi di lei.
Purtroppo soffre di una psicologia fragile che non la rende estremamente felice. Non è fidanzata e vorrebbe dare una svolta alla propria vita giovanile.
Forse l’arrivo nel circolo degli amici di Sam, un ragazzo di Roma che deve ambientarsi a Milano, riesce a far cambiare qualcosa. Sam è il cugino di Olly la quale fa di tutto per far sì che scocchi qualche scintilla tra lui e la sa migliore amica Meg. Va tutto bene….fin quando poi Meg scopre della complicità di Olly tra lei e Sam….e da chi andrà alla fine?
Storia interessante e che consiglio ai ragazzi in età adolescenziale. I valori dell’amicizia con tutte le sua sfaccettature sono raccontate discretamente. Narrazione che scorre senza noia e priva della banale morale alla quale saremmo tentati di pensare. Il punto di forza è il rapporto tra gli amici e questo è stato rappresentato professionalmente dalla regista Mazzoleni.
Infine un plauso particolare va alla fotografia; le inquadrature sono state effettuate in modo originale consentendo allo spettatore di calarsi meglio in ogni scena del film.
Cosa mi è piaciuto:
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trama
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fotografia
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cast (nonostante si tratti di giovani attori)
Cosa non mi è piaciuto:
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avrei evitato qualche scena di nudo (seppure lieve) sul finale
Consigliata la visione a tutti
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cardclau
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sabato 7 aprile 2018
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l'adolescenza, questa misteriosa.
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E' vero, l'adolescenza, come la giovinezza, ci sfugge, direi in misura esponenziale. Quindi nella sua incomprensione potremmo sentirci smarriti e inadeguati. Soprattutto nei confronti dei below twenty, per noi over sixty, di gran lunga separati dalle apparenti tre generazioni temporali. Un baratro molto di più profondo. Un mondo apparentemente più virtuale che reale, più narcisista che affettivo, più impulsivo che riflessivo, inondato da messaggini in tempo reale, da un progressivo impoverimento del linguaggio e della comunicazione, da invadenti e onnipresenti video minanti la privacy, da un bombardamento mediatico, indigesto e indigerito, dove non è più possibile distinguere il bene dal male, dove è possibile tutto o il contrario di tutto.
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E' vero, l'adolescenza, come la giovinezza, ci sfugge, direi in misura esponenziale. Quindi nella sua incomprensione potremmo sentirci smarriti e inadeguati. Soprattutto nei confronti dei below twenty, per noi over sixty, di gran lunga separati dalle apparenti tre generazioni temporali. Un baratro molto di più profondo. Un mondo apparentemente più virtuale che reale, più narcisista che affettivo, più impulsivo che riflessivo, inondato da messaggini in tempo reale, da un progressivo impoverimento del linguaggio e della comunicazione, da invadenti e onnipresenti video minanti la privacy, da un bombardamento mediatico, indigesto e indigerito, dove non è più possibile distinguere il bene dal male, dove è possibile tutto o il contrario di tutto. Certo, la critica anche aspra alle vecchie generazioni, è lecita e dovuta, fa parte del gioco perché la vita richiede, sempre, ai figli di superare i padri, e ai padri di farsi superare dai figli. Rimaniamo quindi riconoscenti alla regista, Francesca Mazzoleni, per aver mostrato un pezzo di realtà, l'essere adolescente, nostrana, che tendiamo a misconoscere e a negare. Non possiamo rifugiarci nell'esclamazione, tutto sommato piuttosto invidiosa e infantile, di George Bernard Shaw: "La giovinezza è sprecata per i giovani: è la persona matura che meglio sa come utilizzare una ricca vitalità.” Andiamo meglio con la poesia di Puskin, un po' malinconica: "... tornate, anni della mia primavera, tornate!". L'unica nota stonata, ma forse veritiera, il mondo degli aduli. Infantili, incerti, poco adulti, esempi di vita vacui, con le mamme abbandonate in un rapporto edipico col figli maschio, "padre" competente, maturo, stabile, autorevole. Ma ragazzi, che ne è stato di noi? Ci siamo bevuti il cervello? Abbiamo delegato ai giovani la nostra autorità, crediamo che solo loro capiscano il mond.. Ai giovani? Così onnipotenti, e nel contempo fragilissimi, senza una guida, per quanto imperfetta. Suvvia riprendiano il nostro ruolo. Seriamente.
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