Styx |
|
|||||||||||
Un film di Wolfgang Fischer.
Con Susanne Wolff, Gedion Wekesa Oduor, Alexander Beyer, Inga Birkenfeld.
continua»
Titolo originale Styx.
Drammatico,
durata 94 min.
- Germania, Austria 2018.
- Cineclub Internazionale
uscita giovedì 15 novembre 2018.
MYMONETRO
Styx
valutazione media:
3,43
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
||||||||||||
|
||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La difficoltà della compassionedi cardclauFeedback: |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
lunedì 19 novembre 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film interessante di Wolfgang Fischer, Styx, Germania-Austria, con la brava Rieke (Susanne Wolff) ci permette un pieno di importanti riflessioni. Rieke è un medico capace e inossidabile, si occupa di medicina d’urgenza, una branca della medicina dove la scienza soverchia l’arte, sa dove e come mettere le mani, quasi sempre. Ovviamente ha bisogno di staccare anche lei, ogni tanto. Una valente velista, parte da sola per l’isola dell’Ascensione, una piccola isola dell’Oceano Atlantico meridionale, relata a Sant’Elena, sembra sia un paradiso della natura. Rieke, una donna matura, assai attraente, in solitaria. Probabilmente nella sua storia di maschi ne ha assaggiati diversi, ma forse ne sono usciti piuttosto insipidi e troppo invadenti. Bisogna dire che noi italiani non possiamo non ammirare i tedeschi perché oltremodo organizzati, non c’è quasi nulla nel film che capiti a casaccio e che costringa ad “arrangiarsi”, arte in cui noi italiani siamo maestri. Rieke è attrezzata in modo strabiliante e affascinante, e ha una risposta pronta e adeguata a quasi tutto. Dove si inceppa questa mirabilia, e che ci fa giustamente scendere dalla perfezione tecnica all’imperfezione umana? Possiamo discuterne fino a domani, ma la prima considerazione, non banale, è la scelta di fare il medico: lo puoi avere fatto per “salvare” l’altro, un paradossale succedaneo dell’onnipotenza divina, con tutti i limiti connessi a questa fantasia, pronti a scatenarsi al primo cenno. Infatti non è così semplice, forse la scelta di fare il medico parte dal bisogno di prenderti cura di te, quindi l’altro, il paziente, il sofferente, ha una fondamentale e sorprendente effetto permissivo nel soddisfare il tuo bisogno. Deve permettere di farsi prendere in cura da te, altrimenti? Rieke lo scopre a sue spese dopo aver aver riportato, ovviamente senza averne richiesto e ottenuto l’autorizzazione, in naufrago Kingsley (Gedion Wekesa Oduor) nel mondo di qua. Non è più inerte e passivo, e non è più facile e immediato per Rieke gestirlo. La seconda considerazione si riferisce al dilemma, di non facile soluzione, se provare o non provare compassione di fronte alla sofferenza umana. Per una parte dell’umanità è più facile la seconda strada, il non provare, i vantaggi? Sei protetto dal riconoscere delle pericolose emozioni dentro di te che potrebbero coinvolgerti e destabilizzarti, in modo imprevedibile e spiacevole. Inoltre è auto soddisfacente poter pensare che le brutte cose possano capitare solo agli altri, “poareti”, e vuoi mettere il possibile godimento di vedere l’altro nella sofferenza, altro da te? Oggi a te, domani ancora a te! Lo svantaggio? La perdita dell’umanità che è in te. Rieke sceglie la prima strada, ma non comprende che l’onnipotenza è un mito. È soverchiata dal senso di colpa, e si rifugia comprensibilmente nella pazzia.
[+] lascia un commento a cardclau »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||