Ovunque proteggimi

   
 
“Ovunque proteggimi” (2018) film diretto da Bonifacio Angius e interpretato da Alessandro Gazzale, Francesca Niedda, Antonio Angius, Gavino Ruda, Mario Olivieri, Simone Contu, Anna Ferruzzo, Barbara Schirru, Carlotta Bazzu e Donatella Meloni, è un’opera di grande spessore e inconsueta bellezza: poesia pura.
 
Lo spettatore è immediatamente catturato dalle immagini di alcune zone della Sardegna in cui la vicenda si svolge, dai suoni della lingua italiana fortemente colorata dall’accento dei personaggi, quello logudorese nord-occidentale e dai protagonisti, dalla loro disperata innocenza e purezza. 
Si tratta di due eroi sfortunati: un musicista alcolizzato che manda all’aria la sua carriera per i suoi eccessi e che non esita, quando deve procurarsi danaro per trascorrere una serata in “allegro” volo con un gruppetto di giovani cocainomani, appena incontrate in discoteca, a minacciare la madre e distruggere mezza casa, cosa che lo porterà al ricovero in un reparto per soggetti con problemi psichici e dipendenti da sostanze varie. È pentito, piange e chiede perdono alla madre, fragile come un bambino.
Mentre attende di essere visitato dal medico gli si siede accanto una bellissima giovane disadattata con cui instaura subito, per le avance di lei, un rapporto di simpatia forte impastato di qualcosa che sembra altro. Toccante la figura di questa giovane donna che, madre di un bambino di circa dieci anni, di cui è stata privata a causa dei suoi problemi psichici, non lascia intentato niente per riaverlo. A questo punto comincia la seconda fase del film con un viaggio verso l’estremità opposta dell’isola, Cagliari, che assume tinte fortemente drammatiche, tenere e disperate ma mai abbastanza da far desistere i due poveri e grandiosi eroi dal loro intento di sfuggire alla polizia che li ricerca, dopo che il bambino inaspettatamente li raggiunge. 
Il titolo fa riferimento a un ciondolo appeso nella macchina su cui viaggiano e alla religiosità della ragazza a cui resta solo la fede in un aiuto divino per la soluzione dei suoi problemi, ma la soluzione arriverà dal gesto appassionato e generoso di un uomo stupendamente umano.
La fotografia è splendida, i dialoghi a tratti comici, a tratti intensamente drammatici come in certe pagine del teatro dell’assurdo, le musiche scelte sottolineano efficacemente l’azione, gli attori superlativi, la regia grandiosa. 
Che altro aggiungere se non applaudire e ancora applaudire, col cuore traboccante di emozioni? 
A standing ovation a tutto il cast! Bis, bis! Encore, encore, Bonifacio Angius!
 
 Rita Branca