samanta
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domenica 29 luglio 2018
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vi prego fermatevi!
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Un recente articolo nel Corriere della Sera ha sottolineato come Hollywood abbia perso la fantasia, l'originalità, la mancanza di idee, il titolo era eloquente "I sequel senza fine". Certamente il cinema americano tra sequel, prequel, spin off, remake e reboot, pare abbia rinunciato, almeno nella grande maggioranza dei casi, a spremere le meningi per cercare di creare degli spettacoli originali. Aggiungendo il conformismo del politically correct e del me too, pare un suicidio di massa della cinematografia americana.
Ocean's 8 è un sequel (per alcuni un spin off) dei tre film di Ocean's Eleven girati tra il 2001 e il 2007 (a loro volta sequel di Colpo Grosso del 1960 con Frank Sinatra e Dean Martin) con protagonista, insieme ad altre star, di George Clooney nella parte di Danny Ocean, nel nuovo film Danny è morto, ma la sorella Debbie (Sandra Bullock) appena uscita dal carcere (che originalità così inizia Ocean's Eleven) dopo 5 anni di reclusione a causa della spiata di un complice che si era tenuto il bottino di un furto, prepara un mega colpo per rubare i gioielli favolosi in mostra al gran gala 2018 del MET di New York e contemporaneamente potersi vendicare del traditore.
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Un recente articolo nel Corriere della Sera ha sottolineato come Hollywood abbia perso la fantasia, l'originalità, la mancanza di idee, il titolo era eloquente "I sequel senza fine". Certamente il cinema americano tra sequel, prequel, spin off, remake e reboot, pare abbia rinunciato, almeno nella grande maggioranza dei casi, a spremere le meningi per cercare di creare degli spettacoli originali. Aggiungendo il conformismo del politically correct e del me too, pare un suicidio di massa della cinematografia americana.
Ocean's 8 è un sequel (per alcuni un spin off) dei tre film di Ocean's Eleven girati tra il 2001 e il 2007 (a loro volta sequel di Colpo Grosso del 1960 con Frank Sinatra e Dean Martin) con protagonista, insieme ad altre star, di George Clooney nella parte di Danny Ocean, nel nuovo film Danny è morto, ma la sorella Debbie (Sandra Bullock) appena uscita dal carcere (che originalità così inizia Ocean's Eleven) dopo 5 anni di reclusione a causa della spiata di un complice che si era tenuto il bottino di un furto, prepara un mega colpo per rubare i gioielli favolosi in mostra al gran gala 2018 del MET di New York e contemporaneamente potersi vendicare del traditore. Nel colpo è affiancata da 7 donne, tra cui Lou (Cate Blanchett), Nine Ball-Palla 9 (Rihanna), Tammy (Sarah Paulson) e Daphne (Anne Hathaway).
Il difetto del film è proprio che non c'é nessuna novità, uno spunto che sia originale, la trama è esile, troppo esile, diciamolo pure inconsistente, tutto è risaputo compreso il finale a sorpresa, darei la colpa più alla sceneggiatura che alla regia di Gary Ross (che peraltro è anche sceneggiatore con Olivia Milch). La regia invero merita la sufficienza specie per l'ambientazione lussuosa, il colore e la bellezza degli abiti e lo sfavillare dei gioielli, però tutto lo spettacolo non si può ridurre a questo, Ross ha dato migliori prove nella regia (Hunger Games, Pleasantville). Anche i dialoghi non sono particolarmente brillanti, con tutte le star impiegate la recitazione risulta di un buon livello specie quella di Sandra Bullock, Cate Blanchett e Anne Hathaway, immusonita la recitazione di Rihanna, in un breve intervento appare Elliot Gould che interpretava Reuben nei precedenti Ocean's Eleven. Numerose celebrità fanno brevi camei tra queste cito Heidi Klum.
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flyanto
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martedì 31 luglio 2018
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8 criminali affascinanti
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“Ocean’s Eight”, ovvero il proseguo di “Ocean’s 11”, “Ocean’s 12” e “Ocean’s 13” del regista Steven Soderbergh, è la nuova pellicola di Gary Ross tutta al femminile e, pertanto, completamente rinnovata rispetto alle tre precedenti per ciò che concerne il cast ma non la trama che più o meno ne ricalca le azioni e l’ atmosfera in generale.
Anche in questo quarto film vi è un gruppo di personaggi, appunto 8 donne, che vuole compiere un grosso furto nel corso di un evento presso il MET (il Metropolitan Museum di New York) e, precisamente, rubare la preziosissima collana di diamanti di Cartier al collo, per l’occasione, dell’attrice madrina della festa.
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“Ocean’s Eight”, ovvero il proseguo di “Ocean’s 11”, “Ocean’s 12” e “Ocean’s 13” del regista Steven Soderbergh, è la nuova pellicola di Gary Ross tutta al femminile e, pertanto, completamente rinnovata rispetto alle tre precedenti per ciò che concerne il cast ma non la trama che più o meno ne ricalca le azioni e l’ atmosfera in generale.
Anche in questo quarto film vi è un gruppo di personaggi, appunto 8 donne, che vuole compiere un grosso furto nel corso di un evento presso il MET (il Metropolitan Museum di New York) e, precisamente, rubare la preziosissima collana di diamanti di Cartier al collo, per l’occasione, dell’attrice madrina della festa. Colei da cui parte l’idea del furto è la sorella (Sandra Bullock) del protagonista Ocean, ormai defunto, che nei tre capitoli precedenti era interpretato da George Clooney, la quale, anch’ella ladra di professione, vuole accaparrarsi l’ingente guadagno economico e ‘vendicarsi soprattutto dell’ex-amante a cui deve la propria detenzione in carcere. A lei si affiancano altre professione del crimine, molto esperte ed abili che, in un team ottimamente organizzato (ognuna di esse ha un suo ruolo definito a seconda delle proprie capacità) , riusciranno a portare a termine con successo il tanto ben congegnato furto.
Divertente, per quanto del tutto inverosimile ed assurdo per ciò che concerne la vicenda (come, del resto, anche i tre precedenti di Soderbergh), avvincente e piacevole in sé per l’atmosfera e la simpatia delle 8 donne protagoniste, “Ocean’s Eight” senza alcun dubbio risulta come l’azzeccato ‘spin off’ delle tre avventure precedenti. Questa quarta parte, ripeto, del tutto nuova per la presenza di una gang tutta al femminile che agisce con determinazione e spigliatezza come i suoi predecessori uomini, grazie anche alla regia movimentata e ben scandita nei ritmi di Gary Ross, risulta quanto mai interessante nonostante il proprio contenuto leggero. E’, però, doveroso rimarcare che gran parte del successo del film è dovuto soprattutto alla presenza delle 8 attrici protagoniste che impersonano, ognuna con le proprie caratteristiche, il ruolo delle seducenti ed affascinanti ladre. La sopra citata Sandra Bullock, Kate Blanchett, Anne Hathaway ed Helena Bonham Carter, la cantante Rihanna, ecc.. con, in aggiunta, diversi ‘camei’ di modelle e personaggi della moda contemporanei, quali, Heidi Klum od Anna Wintour, riescono senza alcun dubbio a coinvolgere maggiormente nella vicenda il pubblico femminile che le segue e le ammira. Il duo Bullock/Blanchett ha la meglio su tutte/i grazie alla loro confermata professionalità, nonché alla simpatica complicità che le unisce, in aggiunta alla sottile ironia dei dialoghi.
Insomma, pur leggero, del tutto consigliabile come scaccia pensieri.
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andrea
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domenica 5 agosto 2018
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grande cast, cura nei dettagli, ma troppo "esile"
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Sequel "al femminile" della passata saga, Ocean's Eight racconta un nuovo "colpo del secolo" organizzato dalla sorella dell'ormai defunto Danny, Debbie Ocean che, appena uscita dal carcere dopo 5 anni, decide di unire una squadra per poter rubare una preziosissima collana di Cartier durante una celebrazione presso il MET newyorchese.
Oggigiorno sono ormai tante le pellicole che, grazie al successo, portano alla produzione di sequel su sequel, spin-off, prequel ecc... Certe volte puo' succedere che i seguiti siano addirittura migliori dei primi film (ma molto raramente). Spesso però si rischia di incombere in situazioni già viste e riviste, poco originali e che ti fanno uscire dalla sala cinematografica lasciandoti poche emozioni.
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Sequel "al femminile" della passata saga, Ocean's Eight racconta un nuovo "colpo del secolo" organizzato dalla sorella dell'ormai defunto Danny, Debbie Ocean che, appena uscita dal carcere dopo 5 anni, decide di unire una squadra per poter rubare una preziosissima collana di Cartier durante una celebrazione presso il MET newyorchese.
Oggigiorno sono ormai tante le pellicole che, grazie al successo, portano alla produzione di sequel su sequel, spin-off, prequel ecc... Certe volte puo' succedere che i seguiti siano addirittura migliori dei primi film (ma molto raramente). Spesso però si rischia di incombere in situazioni già viste e riviste, poco originali e che ti fanno uscire dalla sala cinematografica lasciandoti poche emozioni.
Quest'ultimo caso riguarda putroppo il film in questione. Ero andato pieno (forse troppo) di aspettative per questo nuovo capitolo tutto al femminile, ed infatti è stato proprio così. Certo, dal punto di vista visivo, come si dice, "ci si lustra gli occhi" per la sublime bellezza delle attrici (specialmente la Bullock e la Blanchett). Le scene ed i costumi sono davvero curati nel minimo dei dettagli; ma tutto questo sicuramente non ha potuto nascondere l'eccessiva banalità della trama. Parlando proprio di questo punto, il film non ci regala nessuna novità e ci impacchetta situazioni già viste, pochi colpi di scena e neanche un minimo di complessità alle situazioni. La storia, a mio parere, è stata scritta in maniera fin troppo lineare e, in questi casi, può portare a prevedere molti dettagli futuri ed a chiudere la vicenda in maniera fin troppo pronosticabile.
Io cerco sempre di rispettare il lavoro che sta dietro la produzione di un film e molto raramente reputo che un film sia inguardabile e brutto, considerando che in questi ultimi anni la quantità sta regnando sempre più, purtroppo, sulla qualità.
Sicuramente non è il caso di questa pellicola che, nonostante la quasi totale assenza di originalità, risulta comunque abbastanza gobidile e, grazie ad alcune situazioni, anche divertente.
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jurimoretti
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giovedì 23 agosto 2018
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8 donne pronte per un grande colpo!
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Un po' sequel, un po' spinoff della trilogia firmata Steven Soderbergh, Ocean's 8 porta in scena una nuova banda di donne truffatrici capitanate dall'astuta Sandra Bullock. Debbie Ocean (Bullock), sorella di Danny (il personaggio interpretato da George Clooney), progetta di mettere a segno il colpo del secolo in occasione dell'annuale Met Gala di New York. A portare scompiglio durante il raduno di star e celebrity patrocinato da Anna Wintour sarà la squadra formata da Lou (Cate Blanchett), Rose (Helena Bonham Carter), Daphne Kluger (Anne Hathaway), Nine Ball (Rihanna), Amita (Mindy Kaling), Tammy (Sarah Paulson) e Constance (Awkwafina).
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Un po' sequel, un po' spinoff della trilogia firmata Steven Soderbergh, Ocean's 8 porta in scena una nuova banda di donne truffatrici capitanate dall'astuta Sandra Bullock. Debbie Ocean (Bullock), sorella di Danny (il personaggio interpretato da George Clooney), progetta di mettere a segno il colpo del secolo in occasione dell'annuale Met Gala di New York. A portare scompiglio durante il raduno di star e celebrity patrocinato da Anna Wintour sarà la squadra formata da Lou (Cate Blanchett), Rose (Helena Bonham Carter), Daphne Kluger (Anne Hathaway), Nine Ball (Rihanna), Amita (Mindy Kaling), Tammy (Sarah Paulson) e Constance (Awkwafina).
Ma dovranno stare attente a non attirare i sospetti di un curatore d'arte (Richard Armitage), di un broker assicurativo (James Corden) e dell'ex fiamma di Debbie, nonché bersaglio della rapina (Damian Lewis).
Nel cast, pronti a riprendere i ruoli dell'impacciato Linus Caldwell e dell'esperto Saul Bloom, anche Matt Damon e Carl Reiner.
Un sequel degno di nota, con un cast femminile eccezionale, dove oltre ad intrigarci ci faranno anche divertire .
Il film sta incassando molto e se lo merita perché si può definire blockbuster, ma fatto bene ed è questo il cinema che piace al pubblico e non solo i soliti film che fanno i soldi facili.
Quindi chi ama almeno una di queste attrici che c’è all’interno di questo cast non può assolutamente perdersi questa pellicola.
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maramaldo
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giovedì 2 agosto 2018
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più quote rosa...
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... nel crimine e, di riflesso, nella fiction che se ne alimenta. Come suol dirsi, il gap fra i due gender si assottiglia sempre di più mirando alla parità se non al sorpasso. Negli USA si registra che l'avanzamento non sta tanto nei delitti di violenza (il sesso, non più debole, è ancora gentile) bensì nei reati della più congeniale appropriazione indebita ossia furti, truffe e raggiri: il film di Gary Ross, essere felice che ama, riamato, le donne. Non poteva fare che un lavoro leggero e scacciapensieri, disinibito e disimpegnato.
Non del tutto. Senza parere, offre uno spaccato di quella società dove la deriva verso la trasgressione è comune a tutti gli strati.
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... nel crimine e, di riflesso, nella fiction che se ne alimenta. Come suol dirsi, il gap fra i due gender si assottiglia sempre di più mirando alla parità se non al sorpasso. Negli USA si registra che l'avanzamento non sta tanto nei delitti di violenza (il sesso, non più debole, è ancora gentile) bensì nei reati della più congeniale appropriazione indebita ossia furti, truffe e raggiri: il film di Gary Ross, essere felice che ama, riamato, le donne. Non poteva fare che un lavoro leggero e scacciapensieri, disinibito e disimpegnato.
Non del tutto. Senza parere, offre uno spaccato di quella società dove la deriva verso la trasgressione è comune a tutti gli strati. Diventare milionari non è forse il sogno americano?
Il tutto, edulcorato dalla giuliva trovata di impiegare un drappello di femmine tra cui primedonne collaudate nel sopraffare regista, pubblico e lo stesso soggetto. Ross non se ne fa un problema e lascia le briglie sul loro delizioso collo. Si concentra così nel montare uno spettacolo sontuoso e scintillante con un andamento tale da distrarvi dall'inconsistenza della vicenda.
Curiosa la passerella di gente conosciuta, non escluderei sponsorizzazioni. Comunque, al successo della ruberia si brinda con un noto champagne.
Orgoglio può provenirvi dal veder citato un nostro apporto culturale, il gioco delle tre carte, che la discendente di un'antica civiltà fa suo nel patrimonio di prodigiosa destrezza: Constance /Awkwafina) è la cinesina "mani di fata" cui si deve la riuscita del colpo. Lo "spaccato" è per forza multietnico ciò che comporta qualche osservazione maliziosa, non si può essere corretti a tutte l'ore.
L'ottetto si prodiga, ognuna col proprio talento. In breve, vengono da menzionare Helen Bonham Carter (Rose), un clown accattivante e micidiale. Cate Blanchett (Lou), sempre gelidina, fa sè stessa nella presunzione che il film debba adattarsi a lei. Calda e palpitante, Anna Hathaway (Dapne Kruger), décolleté insofferente di essere coperto anche di diamanti. Convincente e piaciuta di più, Sandra Bullock (Debbie). Piglio e grinta da protagonista poi sacrificata nella baraonda degli eventi. Forse, in lei si vogliono evidenziare taluni aspetti della femminilità su cui, se non fosse uno scherzo di film, si potrebbe dibattere. Donna, se vittima, individua i colpevoli e, appena possibile, dà il fatto loro. Se delinque, troverà giustificazioni.
Tocco di romanticismo: alza il calice in segno di omaggio a chi lo merita, nella grata memoria -preferibilmente - di un caro estinto.
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vanessa zarastro
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sabato 28 luglio 2018
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le magnifiche sette
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Debbie Ocean (la sempre più bella cinquantaquattrenne Sandra Bullock) è la sorella del famoso scassinatore di Casinò, Danny (George Clooney in “Ocean’s 11” di Steven Soderbergh), e dopo cinque anni passati in galera a New York per truffa, ottiene di uscire sulla parola. Era stata tradita da Claude (Richard Armitage), l’imbroglione proprietario di una galleria d’arte, suo partner nel lavoro come nella vita, che l’aveva voluta incastrare. Ogni giorno durante la sua detenzione – si era fatta mettere in isolamento per stare più tranquilla e concentrata – lo ha passato ad organizzare mentalmente un colpo miliardario al Gala annuale, che si tiene al Metropolitan Museum, con il quale avrebbe potuto rifarsi anche dell’affronto subito.
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Debbie Ocean (la sempre più bella cinquantaquattrenne Sandra Bullock) è la sorella del famoso scassinatore di Casinò, Danny (George Clooney in “Ocean’s 11” di Steven Soderbergh), e dopo cinque anni passati in galera a New York per truffa, ottiene di uscire sulla parola. Era stata tradita da Claude (Richard Armitage), l’imbroglione proprietario di una galleria d’arte, suo partner nel lavoro come nella vita, che l’aveva voluta incastrare. Ogni giorno durante la sua detenzione – si era fatta mettere in isolamento per stare più tranquilla e concentrata – lo ha passato ad organizzare mentalmente un colpo miliardario al Gala annuale, che si tiene al Metropolitan Museum, con il quale avrebbe potuto rifarsi anche dell’affronto subito. Giorno dopo giorno, Debbie in cella perfezionava i dettagli studiava gli eventuali piani B e sceglieva le persone con le quali eseguire il colpo.
Così, una volta uscita rintraccia le vecchie amiche e le ritrova tutte che sbarcavano il lunario con piccole truffe. Così la prima parte del film è la presentazione dei vari personaggi – forse un po’ troppo lunga – dalla più esperta Lou (la sempre bravissima Cate Blanchett) con cui dividerà la regia, a Tammy (Sara Paulson), diventata nel frattempo moglie suburbana e madre di due pargoli, all’abilissima Nine Ball (Rihanna) e la tagliatrice di diamanti Amita (Mindy Kaling). Ingaggeranno Rose (un’intensa Helena Bonham Carter), una stravagante stilista in tremendo declino negli ultimi tempi e l’hacker Constance (Awkwafina).
Il “colpo del secolo” consiste nel rubare un collier di diamanti del valore di 150 milioni di dollari dal collo di Daphne Kluger (Anna Hathaway)una famosissima attrice ospite d’onore del Met Gala organizzato da Anna Wintour, direttrice di Vogue, nel cuore di di Manhattan. Il film è un tripudio di bellezza e di ricchezza, dai gioielli di Cartier ai vari abiti da sera (Valentino, Dolce e Gabbana ecc.) alle architetture del Met come le aggiunte di McKim, Mead & White del 1910 e la maestosa ala Egizia realizzata tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 da Kevin Roche, che ha poi seguito tutti il lavori del Museo per più di quarant’anni.
L’attenzione del regista per l’architettura newyorchese si nota anche nella scena girata nell’ex Terminal della TWA progettato da Eero Sarineen nel 1962, pronto a diventare un Hotel di lusso.
Un vezzo del regista è stato quello di inserire alla Gala personalità famose quali camei: è presente la stessa Anna Wintour, lo stilista di origini taiwanesi Alexander Wang, l’attrice e imprenditrice Kim Kardashian, le tenniste Marija Sarapova e Serena Williams, il giornalista americano Derek Blasberg, la Contributing Fashion Editor di Vogue America Lauren Santo Domingo, il cantante britannico Zayn Malik, la top model Kendall Jenner, l’attrice Katie Holmes, la show-girl Olivia Munn, la top-model brasiliana Adriana Lima, la modella e nipote di Alec, Hailey Baldwin e lo stilista di origine boema Zac Posen.
“Ocean’s8“ costituisce una versione al femminile dei vari Ocean’s, con molto meno ritmo ma più glamour. Evitando quindi di fare spoiler, mi limito a suggerire di vedere il film per chi vuole passare un paio di ore spensierate, rifarsi gli occhi e tifare per le bellissime criminali. In realtà il primissimo “Ocean’s 11” è stato diretto da Lewis Milestone del 1960 con Peter Lawford, Frank Sinatra, Dean Martin Sammy Davis jr. Nel 2001 Steve Sodebergh ne ha fatto un remake, seguito da “Ocean’s 12” nel 2004 e “Ocean’s 13” nel 2007 con George Clooney, Brad Pitt, Matt Damon, Al Pacino, Bernie Mac, Casey Affleck, Scott Caan, Eliott Gould, Shaobo Qin, Don Cheadle, Eddie Jemison, Andy Garcia, Carl Reiner, Ellen Barkin.
Il regista Gary Ross è uno strano personaggio. Molto attivo in opere civili, organizzazioni caritatevoli e di solidarietà, era un bravo sceneggiatore che ha debuttato nella regia nel 1998 con un film delizioso “Pleasentville”, dove i due protagonisti si trovano catapultati in una sitcom degli anni ’50 e la loro presenza diventerà rivoluzionaria. Un simpatico pretesto per criticare l’America degli anni ’50 e svelarne le ipocrisie. Passerà poi a vari generi diversi, tutti intrapresi con successo tanto è vero che è stato nominato quattro volte agli Oscar con opere differenti. Per “Ocean’8” Ross si è fatto coadiuvare dalla trentenne Olivia Milch che gli ha dato un tocco femminile e up-to-date.
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