Mission: Impossible - Fallout

Anche se non sai perché adorerai Ethan

Erede di una serie televisiva degli anni Sessanta, al cinema Mission: Impossible è diventato un franchise di successo grazie a un unico interprete, Tom Cruise, e a un gruppo di ottimi registi (Brian DePalma, John Woo, JJ Abrams, Brad Bird) dagli stili molto diversi. Con Mission: Impossible. Fallout è la prima volta che uno stesso cineasta, Christopher McQuarrie, torna sul luogo del delitto. Due anni dopo gli avvenimenti del quinto episodio, Ethan Hunt e i suoi colleghi della IMF, Benji e Luther, sono di nuovo alle prese con un gruppo terroristico: gli Apostoli, filiazione del sindacato criminale guidato da Solomon Lane. Questa volta la missione impossibile è recuperare il plutonio, destinato alla creazione di ordigni letali. E possiamo fermarci qui, perché la sceneggiatura non è la cosa migliore del film, che moltiplica le sottotrame e le intreccia in modo piuttosto confuso, senza una vera progressione drammatica. Ma allora perché il sesto è uno dei migliori episodi della serie? Per apprezzarlo, lo spettatore deve solo dimenticare la trama e abbandonarsi alle sequenze d'azione: tante, e così benfatte, da rappresentare un'autentica antologia del franchise in particolare e del genere spionistico (nemmeno i migliori film del concorrente Jason Bourne hanno saputo fare altrettanto) più in generale. A partire dal prologo - un sogno che si tramuta in incubo - le situazioni si susseguono con un ritmo mozzafiato, una più coinvolgente dell'altra: emozionante la scena di halo-jump, quando Ethan si getta dall'aereo assieme al collega (Henry "Superman" Cavill, un po' sacrificato) impostogli dal capo della CIA; e poi un'epica rissa nella toilette di una discoteca dove i due si battono con un micidiale killer orientale; un inseguimento d'auto e una fuga in moto per le vie di Parigi, il miglior duello di elicotteri mai visto eccetera. Il climax finale, poi, è un saggio di cliffhanger da manuale: in montaggio alternato, Hunt si batte col suo nemico in aria e su una scogliera di altezza vertiginosa; intanto Luther e Benji, in coppia con due donne intrepide, devono disinnescare gli ordigni che minacciano il mondo. Tutto il film, del resto, più cupo e drammatico degli altri episodi della serie, è articolato come una corsa a perdifiato contro il tempo: del super-agente, dei suoi amici, dei terroristi e - forse - dello stesso Tom Cruise: deciso, a cinquantasei anni, a non mollare il personaggio più azzeccato della sua carriera.
Da La Repubblica, 30 agosto 2018


di Roberto Nepoti, 30 agosto 2018