Anno | 2018 |
Genere | Biografico, |
Produzione | Italia |
Durata | 104 minuti |
Regia di | Paolo Sorrentino |
Attori | Toni Servillo, Elena Sofia Ricci, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Euridice Axen Fabrizio Bentivoglio, Roberto De Francesco, Dario Cantarelli, Anna Bonaiuto, Giovanni Esposito, Ugo Pagliai, Ricky Memphis, Duccio Camerini, Yann Gael, Alice Pagani, Caroline Tillette, Iaia Forte, Michela Cescon, Roberto Herlitzka, Gigi Savoia, Alessandra Scarci, Lorenzo Gioielli, Mattia Sbragia, Fabio Concato, Milvia Marigliano, Giulia Alberti, Claudia Conte, Paolo Buglioni, Angelica Cacciapaglia, Marina Evangelista, Tommaso Foglio, Giulio Greco, Lena Pia Hammerstingl, Antigone Kouloukakos, Lorenzo Marte, Giulia Pagnacco, Alina Person, Jessica Piccolo Valerani, Giulia Rinallo, Fabio Rossini, Pasqualina Sanna, Giulia Todaro. |
Uscita | martedì 24 aprile 2018 |
Distribuzione | Universal Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,86 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 17 maggio 2018
Imprenditori, cortigiane, politici corrotti, giullari, acrobate: è il circo intorno a Silvio Berlusconi, nella rielaborazione messa in scena da Paolo Sorrentino. Il film ha ottenuto 12 candidature e vinto 4 Nastri d'Argento, 12 candidature e vinto 2 David di Donatello, In Italia al Box Office Loro 1 ha incassato 4,1 milioni di euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Faccendieri ambiziosi e imprenditori rampanti, cortigiane - vergini per niente candide che si offrono al drago, addestrate da molti anni di pubblicità sessiste e trasmissioni strillate - politici corrotti, giullari, acrobate: è il circo che sta intorno a Silvio Berlusconi, nella "rielaborazione e reinterpretazione a fini artistici" messa in scena da Paolo Sorrentino.
È davvero impossibile dare una valutazione di Loro basandosi solo sulla prima parte, senza indicazioni su dove andrà a parare il film completo.
Tanto più che Loro 1 è già due film in uno. Il primo vede al centro, appunto, Loro, che non sono "quelli che contano", ma gli squallidi frequentatori del suk di cui sopra. Il principio è lo stesso de Il divo: raccontare un politico italiano di immenso potere evidenziando innanzitutto il sottomondo che lo circonda, al contempo sua emanazione e suo brodo di coltura. Il secondo, passata la metà del tempo filmico, vede al centro Lui-Lui, quel Silvio che viene nominato per la prima volta (e solo col nome proprio) a narrazione avviata. E se il mondo di 'Loro' è sovraffollato di figure minori (memorabile il cammeo di Ricky Memphis nei panni di uno dei tanti Ricucci dell'orto dei miracoli), quello di Lui-Lui è un eremo cui hanno accesso solo Veronica e Mariano Apicella (più un suo rivale di cui non sarebbe corretto anticipare il nome).
L'elemento di maggiore impatto drammaturgico in Loro 1 è la luce piatta che delinea un'umanità bidimensionale e del tutto priva di spessore. La fotografia di Luca Bigazzi, solitamente ansiosa di scavare nell'ombra, qui rimane saldamente in superficie, creando una maschera filmica paragonabile al cerone di Lui-Lui, al tatuaggio (sempre nell'effige di Lui-Lui) che compare sul fondoschiena di un'atletica concubina, e alla cartapesta che replica l'effige dei leader della sinistra nel patetico spettacolino messo in scena per il Loro diletto (c'è anche D'Alema, che più tardi fa un altro cammeo dentro un sacco della spazzatura).
Al confronto della sua corte, Lui-Lui appare generoso, simpatico, ironico, ingiustamente isolato e confinato all'opposizione, vessato da una moglie depressa e radical-chic che legge Saramago credendosi un'intellettuale, insidiato da un ministro-poeta (ogni riferimento a Bondi è nella mente di chi guarda) definito da Silvio "una troia", e corteggiato da un Tarantini tarantiniano (interpretato da Riccardo Scamarcio con coraggioso sprezzo del ridicolo) che vuole a tutti costi incontrarlo per carpire un po' della sua "luccicanza".
Quello che manca in questa prima parte della storia è una dimensione allegorica del potere che vada oltre lo smignottamento a tutto tondo, e un accenno alle conseguenze che le politiche berlusconiane, ricche di leggi ad personam, hanno avuto, appunto, sulle persone - quelle che non facevano parte della corte reverente. In questo senso Loro 1 opera una scelta simile a quella di film come Sono tornato, raccontando solo l'uomo senza affrontarne la rilevanza storico-politica, e rimanendo ai margini della sostanza etica della storia che racconta.
Speriamo che Loro, nella sua interezza, non si riduca ad un "via vai di zoccole" e non rimanga marginale, ma scelga di mirare dritto al centro. Perché se è corretto raffigurare un grande negazionista come un fenomeno di superficie infinitamente riflettente e serenamente abituato a "non mettere nulla da parte", è indispensabile mostrare il costo che tanta capacità di dare fondo alle risorse (proprie e altrui) ha avuto per tanti altri, che non sono Lui-Lui, e neanche Loro, ma Noi.
La decadenza del regno di Silvio Berlusconi e soprattutto della sua corte: questo sembra essere il fulcro del racconto che Paolo Sorrentino affronterà nel suo nuovo film, Loro. Aveva detto in un'intervista alla fine dello scorso anno, rilasciata alla BBC, che il titolo si riferiva ai personaggi che hanno ruotato intorno all'ex premier in cerca di fortuna, siano essi uomini affamati di potere o ragazze disinibite. "Loro" può però diventare "l'oro", aggiungendo semplicemente un apostrofo, come se Berlusconi fosse per i suoi cortigiani una sorta di miraggio di ricchezza e fortuna.
Il mondo ha un'idea di Berlusconi come persona molto semplice, ma studiandolo ho capito che è molto più complicato. Vorrei provare a descrivere questo personaggio complesso. Sono interessato all'uomo che sta dietro il politico. Non sono interessato agli aspetti politici.
Paolo Sorrentino
Da parte sua il leader di Mediaset e Forza Italia aveva detto mesi fa che gli erano giunte voci di una "aggressione politica" e che si augurava non fosse così. Erano stati invece molto meno cauti alcuni dei suoi nel bocciare l'operazione del regista premio Oscar, con Brunetta che parlava di «una cosa ignobile. Una di quelle robe che a me fanno schifo, che si ritorcerà contro chi l'ha fatta e che finirà, come sempre, per far guadagnare voti e consensi a Berlusconi». E Gasparri rincarava «sarà un film pieno di luoghi comuni, l'ennesima operazione denigratoria nei confronti di un uomo troppo buono».
Inizialmente in realtà Berlusconi si era detto divertito all'idea e aveva anche offerto al regista l'accesso alle sue ville, ma i due sembra non si siano mai incontrati. Sorrentino ha invece incontrato Veronica Lario nel 2016, in due colazioni avvenute a giugno e luglio tra Roma e Milano. Aveva già letto il libro di lei, "Tendenza Veronica", e aveva voluto sapere di come avesse maturato la scelta di smettere di recitare. Inoltre avevano parlato della sua relazione con Silvio, ma solo della sua parte iniziale, tanto che il regista le avrebbe detto «Non so ancora come sarà il film, ma mi piacerebbe raccontare una storia d'amore». Al secondo e ultimo incontro fu presente anche la figlia Barbara, con cui Sorrentino parlò anche del Milan oltre che di cinema. Circa un anno dopo, in un'intervista concessa da Veronica Lario a Il Messaggero, la donna si dice piuttosto sorpresa di aver letto articoli che parlano di una sceneggiatura concentrata sulla seconda metà degli anni 2000.
Del resto il teaser trailer pubblicato in rete in questi giorni conferma piuttosto chiaramente, con l'immagine di una Veronica Lario disperata a terra, come rinchiusa in una gabbia di vetro, che si tratterà al massimo della fine di un amore e non certo dei suoi giorni più felici. A interpretarla sarà Elena Sofia Ricci, scelta che fa piacere alla reale Veronica, mentre nei panni di Berlusconi ci sarà l'immancabile Toni Servillo, che è già stato protagonista per Sorrentino di La grande bellezza, Le conseguenze dell'amore, L'uomo in più e soprattutto Il divo, dove aveva incarnato un'altra figura cruciale della politica italiana: Giulio Andreotti.
Nel cast, dove ci sarà anche un cane nei panni di Dudù, avranno un ruolo ancora ignoto Fabrizio Bentivoglio e Roberto Herlitzka, mentre è già certo chi interpreteranno Ricky Memphis e Riccardo Scamarcio: il primo nei panni di Stefano Ricucci e il secondo in quelli di Gianpaolo Tarantini, l'imprenditore barese che organizzava i celebri festini a base di escort famosi in tutto il mondo come Bunga Bunga.
Scamarcio è finora l'unico degli attori ad aver parlato con la stampa e ha speso parole di elogio per il regista: «Sorrentino è l'autore che meglio riesce a cogliere aspetti della decadenza della civiltà contemporanea, fa un'analisi antro-sociologica senza volerla fare, mettendo in scena paradossi e meccanismi estremi». E raccontando con entusiasmo l'esperienza sul set: «Mi sentivo un po' spettatore, era tutto fantasmagorico, un circo continuo, gente che ripeteva battute o cantava, balletti, animali enormi in scena. Quando ho visto Toni Servillo truccato come Berlusconi ho fatto un salto sulla sedia, gli somiglia in modo impressionante. Sul set lo salutavo con "Buongiorno presidente"».
Berlusconi era già stato al centro di Il caimano di Nanni Moretti, che a modo suo ne vestiva i panni nella scena finale, ma questa volta l'interpretazione sarà molto più mimetica: le foto del set avevano mostrato un'impressionante lavoro di make-up su Servillo, inoltre nel teaser trailer (dove lo si vede solo di schiena) la sua voce sembra davvero vicinissima a quella di Berlusconi.
Sorrentino si è affidato a suoi collaboratori fidatissimi, come Paolo Contarello per la sceneggiatura, Luca Bigazzi per la fotografia, Cristiano Travaglioli per il montaggio e Lele Marchitelli per la colonna sonora. Le riprese si sono svolte a Roma, tra il Colosseo, i Fori Imperiali e il Rione Monti, dove, su una terrazza, sembra sia stata girata la scena di una grande festa. Inoltre la troupe è stata avvistata anche in Toscana, in una villa privata ad Orbetello e all'Argentario Golf Hotel Resort di Porto Ercole, che pare farà le veci della Villa Certosa in Sardegna. Ci sono state infine polemiche quando la troupe ha visitato l'Aquila e Amatrice, ma del resto era importante che ci fossero luoghi come quelli, perché le promesse ai più sfortunati sono da sempre una caratteristica della comunicazione di Berlusconi, fin dall'alluvione del Tanaro del 1994.
Al Festival di Cannes del 2017, il regista disse: «Perché un film su Berlusconi? Perché sono italiano e voglio fare film sugli Italiani. Berlusconi è un archetipo dell'italianità e attraverso lui puoi raccontare gli italiani». Mentre alcuni mesi dopo ha detto alla BBC: «Per me un film è scoprire un mistero. E in Italia molti misteri sono legati strettamente alla Chiesa, alla politica, alla mafia. Mi interessa raccontare questi mondi».
Sorrentino come sempre stilisticamente perfetto, dopo le ultime pellicole con evidenti piattezze nella sceneggiatura, questa volta alza il tiro e regala una pellicola satirica e divertente, aiutato molto da un soggetto che calza a pennello col trash e il grottesco che raffigura la pellicola. Il film, ha una sua chiave originale ,nel non raccontare la denuncia del personaggio; il suo lato oscuro [...] Vai alla recensione »
Piuttosto deludente questo primo capitolo di "Loro". Si risolleva, ma solo in parte, con l'entrata in scena di Servillo, non subito però, ma quando si inizia a comprendere che sotto la maschera c'è l'essere umano, che gli strumenti macchiettistici sono appunto solo strumenti, una gabbia che l'interprete si è autoimposta per andare al di là [...] Vai alla recensione »
Un racconto di caduta e perdizione che che mettendo a confronto l’amarezza dei sentimenti con una vertiginosa spirale di edonismo re-immagina e trasforma alcune delle più incredibili pagine della recente storia italiana in un racconto perfettamente e squisitamente sorrentiniano, certamente corrosivo ed emozionante, ma che difficilmente potremmo reputare verosimile se non avessimo letto [...] Vai alla recensione »
Se dieci anni fa con Il Divo, Paolo Sorrentino ci ha dipinto, col suo stile pittoresco e stucchevole, ma allo stesso tempo realista e riuscito, gli ultimi anni della carriera politica del personaggio più controverso della Repubblica italiana, con questa pellicola ci fa immergere nel decadentismo berlusconiano. Quello consumatosi nella seconda metà degli anni 2000, fatto di festini a luci rosse con [...] Vai alla recensione »
Le attese erano tante. Taluni (politici) hanno denigrato il film a prescindere e prima di averlo visto. Altri lo osannano per la valenza politica che leggono e che in realtà ha meno di quanto dovrebbe/potrebbe. Cinematograficamente su regge su un budget notevolissimo e un cast altrettanto di spicco. Su tutti ovviamente Servillo che si sbizzarrisce interpretando addirittura più personaggi. [...] Vai alla recensione »
In riferimento a un “loro” narrativo, facilmente si può pensare che ogni autore racconta, in un modo o nell’altro, sé stesso e quello che vede, in questo caso tutti noi. In un ambito più circoscritto, inoltre, nel film, “Loro” sono senz’altro coloro che vogliono essere vicino a “Lui”(l’atteso protagonista della [...] Vai alla recensione »
"Quelli che contano" e "lui" mettono su un purgatorio di anime affannate, specchio di una società alla deriva politica e intellettuale che oggi cede il posto al ritorno delle destre.La rappresentazione di una decadenza culturale irreversibile di un Paese che affoga nella smania del particolarismo, nella totale strafottenza dell'altro, in preda a istinti brutali e a orge che non appagano mai.
Sono un estimatore di quasi tutti i film di Sorrentino, dove, a mio parere è presente una grande capacità di sorprendere e ispirare, spesso è proprio la pomposità, la riflessione sul senso, la casualità e l'esistenza ad averlo reso un artista nel cinema. Loro 1 invece è stato deludente forse perché semplicemente non gli è riuscito, mi sembra [...] Vai alla recensione »
Una pecora entra all’interno di una lussuosa villa sarda dove spicca un trittico di schermi su cui, in loop e in assenza di audio, scorrono l’immagine ammiccante di una valletta e scene di un telequiz condotto da un festoso Mike Bongiorno. Dopo un po’ la pecora cade a terra stecchita. Il film sarà costellato dalla visione allegorica di altri animali – un rinoceronte, [...] Vai alla recensione »
e’ un film di autore quale è Sorrentino, e nessuno poteva aspettarsi una realistica descrizione. Di un personaggio politico con giudizi e condanne, un autore di cinema deve procedere in un racconto con metafore e allegorie per accompagnare lo spettatore, in un percorso immaginario e anche fantasioso, e vederlo giungere a proprie conclusioni, ponendo alcune questioni .
Primo capitolo della messa in scena della vita dell'uomo che negli ultimi vent'anni è riuscito a far emergere pubblicamente tutti i vizi capitali intorno a lui,dalla corruzione più frenata e spudorata,in una sorta di medio evo rivisitato ai giorni nostri la sceneggiatura si accentra soprattutto sul suo seguito,il potere,il successo,ma soprattutto il denaro che anch'esso [...] Vai alla recensione »
Non é ancora un capolavoro, perché Manca la seconda parte che porterà a compimento un film che divideràCritica e spettatori tra coloro a cui piacerà molto e quelli a cui non piacerà affatto.Questo accade spesso con i film di Sorrentino e in questo film c’é molto di molti dei film Sorrentino, dalla grande bellezza a this must be the place, passando per Young Pope al Divo, tutto assieme appunto.
Sergio Morra è uno squallido faccendiere che spera di ottenere appalti in cambio di favori sessuali; nella sua Taranto, che ormai gli va stretta, trascorre le giornate tra politici ingordi, cocaina e feste, inviso dal padre onesto ed integerrimo. Sua moglie, egualmente cocainomane, lo supporta nei suoi affarucci, in un rapporto basato sulla reciproca -e consapevole- inaffidabilità.
Paolo Sorrentino torna al cinema “politico”, ma lo fa esplorando i risvolti privati della parabola berlusconiana al suo declino. Esplorazione che prevede ampi giri di avvicinamento e tempi narrativi dilatati (e qui sembra influire l’esperienza di Young Pope). Al di là della suddivisione in due parti (effettuata per esigenze di sala), l’opera va vista [...] Vai alla recensione »
Una volta aver realizzato la serie The Young Pope, Paolo Sorrentino ritorna a realizzare una nuova pellicola. Concentrandosi sul decadentismo del potere politico, come si è visto nel quarto film di Paolo Sorrentino Il Divo. Questa volta su uno dei politici più discussi, ovvero Silvio Berlusconi. Dopo una lunga ed estenuante lavorazione, il regista con il cast e crew realizzano il film Loro, diviso [...] Vai alla recensione »
Pellicola inutile e falsa. Sorrentino(regista legato alla sinistra che controlla praticamente tutto il cinema italiano che conta)ci regala un film fasullo sulla vita di uno degli uomini oscuri e potenti d'Italia. Il film è vuoto,non racconta nulla. Dove sono i rapporti di Silvio con la massoneria P2?dove sono i rapporti che teneva col potere finanziario sionista atlantista? Vi do io la risposta- [...] Vai alla recensione »
Dopo tanta attesa, esce finalmente in questi giorni nelle sale cinematografiche il nuovo film del regista Paolo Sorrentino, "Loro 1". "Loro 1" perchè, essendo eccessivamente lunga, la pellicola è stato divisa in due parti e pertanto tra un paio di settimane si assisterà all'uscita della seconda, "Loro 2".
Il nuovo film di Paolo Sorrentino, molto atteso da tutta la critica italiana e dagli appassionati di narrazioni filmografiche torbide di affari e di potere italico, ma estremamente contemporaneo ed attuale, si pone quale periscopio che vuole esplorare ed osservare, da una distanza lontana da pericoli di contaminazione, i moti d’animo, le turbolenze emotive, le ambizioni e i desideri [...] Vai alla recensione »
Lo stile di Sorrentino è inconfondibile e si fa sempre apprezzare. Riesce a rendere opera d'arte ciò che in altri film passa inosservato. L'unica critica che si può muovere è il non finale, come diversamente accade ad esempio in una trilogia. Non si chiude un capitolo della storia, improvvisamente viene tagliata. Una licenza che (forse) il regista può permettersi. [...] Vai alla recensione »
Ho visto il film in una sala deserta (io avevo un biglietto omaggio per fortuna) Film doppiamente triste perchè narra il declino di un grande uomo ( sebbene l'origianle sia meno rimbambito e meno arrapato rispetto al film), tuttavia a 82 anni la natura è difficile da contrastare, ma più triste è vedere il declino di un regista senza ispirazione [...] Vai alla recensione »
Pellicola suddivisa in due parti in cui il regista Paolo Sorrentino non si risparmia nel mostrarci vizi e azioni sottobanco da parte di coloro che effettuano i loro affari sotto la presunta tutela di LUI, il pigmalione che dietro le quinte pare muovere l'intera giostra. La prima parte di "Loro" a sua volta è divisa in due sottoparti: nella prima Sorrentino ci mostra il gosso [...] Vai alla recensione »
Sono andato a vedere questo film con una certa perplessità . L'argomento "Berlusconi " non mi entusiasma anzi mi annoia e quindi la scelta di Sorrentino non mi convinceva . Poi il film è iniziato e scena dopo scena ha attirato la mia attenzione sempre di più e non solo per il lato estetico . Sarà stata l'assenza , per circa un'ora di lui, ma il perchè [...] Vai alla recensione »
non sembra di gusto narrare storie del cavaliere e non ricordarsi che a 34 anni quasi ha costruito un piccolo capolavoro distante da ogni catastrofe 44 sembra o 45 forse l'età della riscossa e a 54 anni 55 anni scendendo in politica è assurto alle cronache con notevole portamento; se i giorni del cavaliere crendo nella democrazia tali cose non piacciono, figurarsi chi preso [...] Vai alla recensione »
Sorrentino racconta con molta ironia sia satirica che grottesca ma anche con rispetto e molta stima la vita di Berlusconi, o meglio un periodo di essa, probabilmente quello più difficile, speculato, polemizzato e conosciuto della sua vita sia privata che politica e dunque pubblica. Diviso in due parti, la seconda esce a poche settimane di distanza dalla prima, un film che ha fatto [...] Vai alla recensione »
“Loro 1” (2018) è l’ottavo lungometraggio del regista-sceneggiatore napoletano Paolo Sorrentino. Film libero e commediante, dove il guru televisivo oltre che la piccola storia di debacle i istrioni, sono spalmati da un incipit promiscuo, lungo e carnevalesco. Tra figlie e figli, gnocche e super bonazzi presunti il nostro giro è quello sorrentiano inizia in quel di Taranto [...] Vai alla recensione »
Sorrentino fa un film su un uomo di potere che sa di essere detentore dello stesso e pretende intorno alla sua figura si crei una sorta di sacralità degna di devozione. Ma quest’ultima coordinata a chi è riferita? A Sorrentino o a Berlusconi? Fate un po’ voi! Come il potere ha logorato Silvio sembra abbia logorato anche qualcun altro.
Recensire un film è fantastico, perché permette di fare emergere opinioni anche diversissime, nel rispetto però di una seria riflessione. Il film Loro 1 di Paolo Sorrentino mi risulta clamorosamente noioso; non ho visto l'ora che finisse, sempre troppo lungo, e troppo prolisso. Sarà bravo il regista a delineare un potere depravato, senza mete apprezzabili o motivazioni [...] Vai alla recensione »
Non amo Sorrentino. Dopo ogni suo film esco scontento. Stilisticamente ottimo, musiche ottime, fotografia ottima, scelta degli attori ottima (devo dire anche Scamarcio evidentemente a suo agio in questo ruolo .... e forse non è un complimento), ma tutte le volte mi manca qualcosa. Il film ha solo scheletro, mai cuore. E' sempre alla ricerca dell'Oscar per la grande bellezza o per lo [...] Vai alla recensione »
Sarà stato un caso ma entrare al cinema di una città media alle 19 di un giovedì qualsiasi e trovarci 3 spettatori in tutto fa pensare che l'argomento non interessa più, non ci tocca: Lui, l'innominato innominabile, la brutta copia dell'italiano medio o la copia a cui l'italiano medio si è sempre ispirato non ci smuove più di tanto.
Non è difficile comprendere perché Paolo Sorrentino abbia trovato interesse cinematografico in una figura pubblica ingombrante ma ormai in declino, nonostante al pubblico probabilmente non mancasse per nulla una versione del Cavaliere su grande schermo: verosimile che il regista abbia scorto nella variegata realtà che la cronaca ha negli anni disvelato attorno al noto personaggio [...] Vai alla recensione »
Un film banale, che non ha nemmeno quella bellezza estetica che generalmente hanno gli altri film di Sorrentino. Tratta la storia di Berlusconi in modo assolutamente superficiale e non si capisce, davvero, cosa voglia raccontare. Ormai Sorrentino sembra sempre più la caricatura di se stesso. Il regista sentiva il bisogno di un film del genere? Secondo me no, nemmeno lui.
Questo 1 capitolo è una preparazione a quello che accadrà nella parte 2, o almeno credo.Qui il vero protagonista è l'attore Riccardo Scamarcio, che da puro arrampicatore sociale vuole raggiungere l'Olimpo italiano, si costruisce una squadra di squillo che festino dopo festino raggiunge esponenti sempre più importanti dell'alta società romana, con il solo abiettivo di arrivare a "LUI".
Durante la presentazione di un suo libro, all’intervistatore, Paolo Sorrentino dichiarò senza mezzi termini che Giulio Andreotti era un uomo che aveva sempre ammirato. Da qui l’idea di realizzare “Il divo”, con cui decollò di fatto la sua carriera come “autore”. Lì per lì rimanemmo di stucco cercando di infondere un nuovo senso alle immagini [...] Vai alla recensione »
Mezzo film, mezzi pensieri, molto negativi, molto tristi. Una figura politica che ha cambiato l'Italia, presentata nella sua infantile e inutile solitudine. Inaccessibile a tanti e vittima di pochi, anzi, poche persone. Sorrentino è riuscito a parlare di Lui, mostrando ombre al posto di personaggi, squallide figure che a fatica respirano e danno segni di vita cerebrale.
Ci si aspettava di più, dal genio Sorrentino, capace di raccontare personaggi dissoluti come Titta di Girolamo, apatico commercialista confinato in Svizzera o Andreotti ne il Divo, per poi passare all' ultimo The Young Pope, il Papa giovane. La solita tecnica elegante , questa volta (ricalcando La grande Bellezza) è un susseguirsi di spettacolini più o meno interessanti, balli [...] Vai alla recensione »
Regia sempre potente, per carità, fotografia e alcune immagini bellissime, con attori bravi (bentivoglio a parte in questo caso, che spesso cade nella macchietta a mio parere) ma non basta a distrarre dall'uso smodato, inutile e irritante di simboli che sembrano solo una masturbazione mentale del regista. Speravo in un racconto più concreto sugli inizi del Berlusconi che "ha fatto tutto da solo", ma [...] Vai alla recensione »
Di fronte a un personaggio come Berlusconi la scelta stilistica per definirlo si impone in modo inequivocabile. E per un regista come Sorrentino che ha fatto del ricorso al grottesco la cifra caratteristica del suo cinema è stato come invitare un’oca a bere. Solo il grottesco permette di confinare il personaggio [...] Vai alla recensione »
Film decisamente deludente, piatto, senza idee. Peccato.
Il maestro Sorrentino ci ha abituati ad assistere a film che riproducono sullo schermo la vita di personaggi verosimilmente esistiti e in particolare di personaggi politici ( vedi Il Divo ) . In Loro 1 ha focalizzato la sua attenzione sull' arrivismo sociale, su quello che ognuno di Loro o, purtroppo , ognuno di noi è capace di mettere in gioco " pur di arrivare" .
Film dove si ritrova tutta lo stile narrativo (geniale) di Paolo Sorrentino.Toni Servillo e Riccardo Scamarcio sono strepitosi, ma anche gli altri (Fabrizio Bentivoglio, Kasia Smutniak ed Elena Sofia Ricci) sono perfetti nei loro ruoli.L’ho letto già da qualche parte: è un film che fra 20 anni ci aiuterà a comprendere meglio il ventennio appena trascorso...ma non c’è bisogno di aspettare tanto.
Il film affronta con distacco quasi cronicistico un periodo storico afflitto dal berlusconismo più che dalla macchietta Berlusconi. Tutto è avvenuto come ce lo eravamo immaginato "Loro" soprattutto "Lui" sono spregevoli grotteschi e fecadenti, ma tutti vogliono essere o meglio avere come "Loro". Chi ci salverà dal Loro anzi da noi stessi? La grande [...] Vai alla recensione »
La parabola di Sorrentino devo dire che continua, ma in senso discendente. Dall'Uomo in più ad oggi ne ha fatta di strada, però a me pare in senso negativo: ogni film diventa sempre più un pretesto, la trama ormai è assente, non rimane che una galleria di immagini, alcune esteticamente interessanti, altre meno ma...insomma tutto qui.
Dai, perché avventurarsi in un giudizi tecnico-estetici quando si è cresciuti alla corte delle chiacchiere (senza distintivo)? Immagino la faccia del povero Luca Bigazzi quando leggerà della sua titanica fatica a suggerire il chiaroscuro "morale", corpi e volumi degni della pittura fiamminga (in contrapposizione, certo, al tutto lucente televisivo), ridotta a un "volutame [...] Vai alla recensione »
Attori strepitosi, sceneggiatura perfetta, perfino Scamarcio se la cava egregiamente, strepitosi Servillo /Bentivoglio. Bello!!!!!
Film molto atteso e come spesso capita carico di aspettative che però vengono puntualmente deluse e disattese. Ecco spiegato anche il motivo per cui non va al Festival di Cannes.
E' uscito il film che tutti si aspettavano: quello che senza fronzoli nè retorica mostra la realtà dissoluta che impazza intorno alla politica di "Loro" ("quelli che contano"). In questo film ci sono tutti i punti deboli di Sorrentino che in parte già si erano intravisti nei suoi altri lavori ("La grande bellezza"; "Il Divo").
Capisco che Berlusconi uno o lo ama o lo odia. Ormai lo sappiamo tutti ed occorre farsene una ragione. Tutti i grandi imprenditori hanno fatto piu o meno le stesse cose, però per lui sono stati spesi milioni di euro di denaro pubblico per raccogliere le prove di suoi reati privati e pubblici. Capisco anche che un tipo simile prima o poi sarebbe diventato protagonista di una pellicola, come [...] Vai alla recensione »
Ma davvero fare un film è l'unico modo per stare qualche mese al mare, ascoltare musica terrificante e avere intorno donne nude?
Risulta arduo dare un giudizio su un'opera incompleta, è più giusto esprimersi dopo aver visto il 2. Posso parlare delle sensazioni suscitate da questo primo capitolo e non sono sicuramente all'altezza di quelle dovute agli altri lavori del genio napoletano.La grottesca scena iniziale mi è sembrata un po' troppo forzata e anche realizzata maluccio, per il resto si intuisce la chiave di lettura che [...] Vai alla recensione »
Loro 1 sembra un aereo in partenza che stia per decollare, ma alla fine, se ne resta in pista.I contrasti cromatico-visivi di Sorrentino sono sempre affascinanti, gli interni, i vestiti, la fotografia ecc. Potrebbe anche bastare così, imbastisci una storia senza pretese per tenere tutto insieme e va bene lo stesso.Berlusconi potrebbe restare così, sullo sfondo, le immagini dicono tutto.
Caro Sorrentino, le scrivo dopo aver visto solo il primo atto di Loro (guarda la video recensione), ma tanto mi è bastato, per una considerazione che in sintesi potrebbe essere "il dovere di un artista". Confermo ciò che ho scritto più volte, lei possiede una dotazione, anzi una superdotazione, che non è seconda a nessuno sul piano dell'immagine, del "visionario", della fantasia. Ma da cineasta lei la privilegia troppo. Quel talento non basta per i contenuti. Ne era consapevole un Fellini che lei conosce molto, molto bene, che si affidava a scrittori veri, come ho detto più volte. Gente come Guerra e Flaiano: e chissà quante volte hanno litigato col grande Federico, per frenarlo nella sua creatività immaginifica e sbrigliata. Ma ne sono uscite opere d'arte, non solo film. A lei mancano la qualità e la profondità che non appartengono alla disciplina cinema, ma a quell'arte nobile che è la letteratura. Si affidi a penne sicure, non solo "cinematografiche". Lei ha vinto un Oscar che è... mi permetta, il suo primo e il sesto di Fellini, ma è un premio legittimo, anche perché lei non si nascondeva, dichiarava l'ispirazione. Tornando al "dovere dell'artista" dell'inizio. Si lega a un concetto superato, fuori moda, quasi ridicolo, che sarebbe il concetto "morale". Tanto superato che lo devo trattare come un neologismo.
Cosa racconta il suo atto primo: un immane bando a selezionare un caravanserraglio di escort, chiamiamole così, che raggiungeranno la reggia di dio-Silvio. Il re sole ti accoglierà a Versailles, avrai successo d'alto bordo, sarai ricca e felice.
Un dato centrale: il tratto che lei trasmette di Silvio è grottesco, magari ridicolo, ma non odiato e odiabile. Flash in sintesi: sesso in tutti i modi, cocaina dovunque, magari come segnale identitario di privilegio raggiunto, orge infinite, specialità erotiche con tariffa precisa. Un flash a campione: quella ragazza dalla faccia per bene, l'utente la vuole così, e la sua performance, una masturbazione che deve durare quattro secondi, e riesce, con tanto di prova provata sulla mano. Forse lei Sorrentino... deborda, non crede? Dicevo "morale": una qualunque delle ragazze della scuderia guadagna, per un lavoro di un'oretta, quanto una stagista laureata in tre anni. La laureata avrebbe tutti i motivi per porsi delle domande. E anche tutti noi. E anche lei, l'artista, dovrebbe porsele. "Morale" come neologismo, ma non dovrebbe essere così.
Un giorno dovremo deciderci a ragionare sulle epifanie di Paolo Sorrentino. Si tratta della dimensione più lacerante del suo cinema, quella destinata - in passato come in futuro - a dividere nettamente gli schieramenti dei sostenitori e dei detrattori. Se il termine "visionario" non fosse così abusato, il regista italiano lo meriterebbe a pieno titolo. Al tempo stesso, però, il ricorso incessante a forme di anti-realismo e a onirismi di ogni genere sembra costringerlo a un ruolo (assai contestato) di generatore automatico di metafore.
L'impressione è che Sorrentino trascini nei suoi film, oltre all'evidente vocabolario felliniano e autoriale, anche il catalogo di un immaginario popolare molto meno elitario di quanto si creda.
Il modello è quello della Smorfia napoletana, dove l'intera attività onirica viene classificata secondo precise equivalenze nella vita reale, dando vita a un dizionario di corrispondenze tra allegoria e letteralità che nutre il folclore campano (e non solo). Cercando dunque di invertire il cannocchiale, e dunque di spostare l'ingombrante stile sorrentiano dall'autorialità ermetica al cinema schiettamente popolare, forse si spiega qualcosa dell'ottimo rapporto con il pubblico che il regista ha sviluppato negli anni, decisamente più solido e soddisfacente di quello di tanti altri colleghi che praticano una produzione esclusiva. Anche in Loro 1 (che è certamente ingiudicabile senza la sua seconda parte) la sovrastruttura immaginaria la fa da padrone, e appare sempre più chiara l'ironia, se non l'autoironia, con cui ormai Sorrentino mette in scena il suo arsenale visionario quasi a giocare con quello che la gente si aspetta - pecorelle e rinoceronti, freak e escort, burattini, macchiette e orientalismi, e così via.
Un mascalzone del Sud, avvelenato dalla cupidigia, capace di nuotare con destrezza in un mare di ricatti, soprusi e imbrogli, debole con i forti e forte con i deboli. Un poveraccio, ma anche uno sfruttatore spregevole, pronto a vendere qualunque cosa in cambio del suo sogno di grandezza. Nella prima parte di «Loro 1» (oltre un'ora di film) Riccardo Scamarcio, nei panni di Sergio Morra, il faccendiere [...] Vai alla recensione »
In un certo senso, Loro I è il contrario del Divo. L'intuizione di quel film era di mettere, intorno alla figura immobile di Andreotti, imperscrutabile, rappresentante di un potere tutto novecentesco, un mondo impazzito, assecondato con uno sguardo pop e scatenato. Ma l'immagine di Berlusconi è già pop di suo, e Sorrentino ha deciso allora di prendere ulteriormente contropelo il suo personaggio.
All'inizio c'è una pecorella stregata dai quiz di un simil Mike Bongiorno (Ugo Pagliai) e stecchita dalla pubblicità del salame. Poi la Roma cafonal stile Grande Bellezza, potenti, massime esistenziali che manco Osho - «È dura se non sai fare un cazzo» - feste, ragazze bellissime, tette, culi e puttanieri, politici e principi arabi, freaks, i palazzi del potere (o del piacere), animali che all'improvviso [...] Vai alla recensione »
Prima parte, palesemente incompiuta (il "Novecento I e II" di Bertolucci o "Nymphomaniac I e II" di van Trier funzionavano meglio) del doppio film su Berlusconi. Il titolo punta sul ruolo decisivo della corte a determinare il sovrano, il sottobosco di escort e politicanti ad alimentare il 'papi" gaudioso, l'ambizione di potere a reggere il potente, infine una (sotto)cultura a sostenerne l'artefice. [...] Vai alla recensione »
Pecore, rinoceronti, pantegane e altri animali era andata bene con i fenicotteri e la giraffa in "La grande bellezza", premiati con l'Oscar, perché non riprovare?). Procacciatori di fanciulle con vasto campionario -"vuoi la ex ginnasta che esibisce la merce facendo la spaccata? te la procuro io" (l'attore è Riccardo Scamarcio, folgorato da un tatuaggio di "lui" sul fondoschiena di una ragazza).
C'è una scena in cui vediamo Veronica Lario muovere dei burattini. Sono gli attori di un teatrino allestito nella villa che lei e il marito Silvio Berlusconi condividevano in Sardegna. Ormai in rottura con il marito, Veronica cerca d'intrattenere cosi i nipotini, per tenerli lontani dalla tv spazzatura del nonno. Il cinema di Paolo Sorrentino somiglia sempre di più a un teatro dei burattini.
Può sorprendere che in «Loro I», primo episodio del dittico di Sorrentino, il personaggio Silvio Berlusconi non appaia sullo schermo che alla fine. In realtà la sua è un'assenza-presenza, tutto il gran carosello sessuale cui assistiamo in precedenza è messo su in funzione di «Lui»: per essere ammessi alla sua corte come nelle ambizioni di Riccardo Scamarcio, cocainomane di Taranto all'arrembaggio della [...] Vai alla recensione »
Bisognerà attendere il 10 maggio per valutare il film di Sorrentino nel suo insieme. Per un'ora, più che Loro 1 sembra di vedere esteticamente La grande bellezza 2, nel racconto riuscito di quel sottobosco che cerca di emergere agganciandosi, con ogni mezzo, al potente di turno. Poi entra in scena Servillo che riduce il suo Berlusconi, con inflessione quasi veneta (?) a una caricatura mal riuscita [...] Vai alla recensione »