Summer |
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Un film di Kirill Serebrennikov.
Con Teo Yoo, Irina Starshenbaum, Roman Bilyk, Filipp Avdeev.
continua»
Titolo originale Leto.
Biografico,
durata 126 min.
- Russia, Francia 2018.
- I Wonder Pictures
uscita giovedì 15 novembre 2018.
MYMONETRO
Summer
valutazione media:
3,00
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Vite ai margini e censura il rock ai tempi dell'Urss
di Emiliano Morreale La Repubblica
L'ultimo film di Serebrennikov è stato presentato al Festival Cannes con gran clamore, perché il suo autore, oppositore di Putin, era agli arresti domiciliari in patria, con accuse molto sospette di malversazioni di fondi (il processo è cominciato finalmente una settimana fa). Il film però non parla del presente, bensì del crepuscolo del regime comunista, attraverso la storia vera della band degli Zoopark, guidata da Mike, e del loro incontro con un altro cantante, Viktor, che darà vita ai Kino. Sono i primi anni 80, dall'Occidente arrivano echi della new vawe e di un pop rinnovato, mentre rock e punk paiono spegnersi. Queste rockstar in realtà vivono vite modeste, in piccoli appartamenti e alle prese con la censura (ai concerti la gente, sotto l'occhio vigile dei funzionari di partito, deve restare seduto e non può agitarsi troppo). Il film è girato in un bianco e nero lucido, da videoclip dell'epoca, alternato a momenti più realistici con macchina a mano. Tra le sequenze più memorabili, una specie di idillio panico estivo in riva al mare e soprattutto alcuni intermezzi onirici, in cui viene mostrato il sogno di una realtà diversa con toni da musical, sulle note di Psycho killer dei Talking Heads o di The passenger di Iggy Pop (cantata dai passeggeri di un tram): e in questi casi lo stile può ricordare i film di Julien Temple, autore di Absolute Beginners e di vari documentari musicali. Quello che viene cantato (letteralmente) sullo schermo è insomma un costante anelito generazionale, in fondo frustrato, a una libertà e a una ribellione che esplodono in sogno. E una scritta ci ricorda la fine improvvisa e prematura dei due protagonisti, morti entrambi a poca distanza di tempo, tra il '90 e il '91, proprio negli ultimi mesi di vita dell'Urss. La struttura in fondo è quella della classica biografia delle rockstar, per quanto meste e, per così dire, ristrette nei limiti dell'Unione Sovietica. A dare uno scatto in più, però, è l'assunzione, seppur non esplicita, del punto di vista femminile: lo sguardo a tratti è quello di Natasha, a un certo punto divisa tra i due musicisti, e confinata a un ruolo passivo, che però permette di vedere una verità umana profonda su un mondo di maschi. E in un angolino c'è anche un occhialuto personaggio che fa da commentatore, dentro e fuori la storia: evidente autoritratto del regista, che all'epoca degli eventi era appena adolescente ma riesce a tratti a dare l'impressione delle cose viste in prima persona.
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